«Non vogliamo il nuovo canile che sta per sorgere in via Maestri del Lavoro a Gambarare di Mira. Qui si preferiscono i cani ai nomadi, che risiedono qui da anni e qui hanno addirittura numeri civici collegati alle loro roulotte.
Su questa questione intervenga la magistratura». A dirlo sono stati ieri una cinquantina di persone fra imprenditori, dipendenti e semplici cittadini di Gambarare. La struttura che sarà pronta a giorni ospiterà trecento cani e servirà Riviera del Brenta e Miranese. Ieri in zona industriale c’erano cartelli ben visibili contro il Comune di Mira e il sindaco Alvise Maniero per la decisione di non bloccare la realizzazione del canile. I messaggi scritti su cartelli e lenzuoli: «Vergogna, non vogliamo il canile», «Ci saranno rumori assordanti», «Intervenga la magistratura». Gli imprenditori non vogliono passare come anti-animalisti. «È importante premettere» spiega Maurizio Keber titolare delle Macine Keber e capofila della protesta «che gli imprenditori non sono contro gli animali randagi. Riteniamo però che la struttura sia stata edificata in un luogo non conforme. Quello che è inconcepibile è che si sgomberino i nomadi per far spazio ai cani. Le persone sono più importanti degli animali». Lo sgombero dell’area occupata dalle famiglie rom infatti è prevista in questi giorni da parte del Comune per far entrare in funzione il nuovo canile che sarà pronto entro la fine del mese. Ma c’erano anche altri imprenditori a manifestare con i loro dipendenti. «Questa vicenda» dice Luciano Bazzato titolare dell’azienda Euro Veneta impianti «si è trascinata malissimo per anni. Questa nuova amministrazione non è riuscita a risolverla in alcun modo. Si sposti quindi il canile nel posto adeguato e nel rispetto delle normative». Anche per Marco Pasqualetto, amministratore delegato della Romea Legnami sono state prese in scarsa considerazione le istanze di imprenditori e famiglie con bambini che abitano da anni questa zona. Hanno quattro numeri civici e sono in trenta. Per Pier Antonio Bertocco, esponente del mondo animalista «questa amministrazione ha voluto insistere a portare avanti un progetto sbagliato». Protesta anche uno dei proprietari confinanti Sante Renier. «Sulla base di uno studio approfondito» spiega «risulta che anche le case poste da 250 a 450 metri subiranno un impatto acustico molto superiore a quello stabilito dal Comune per quella zona». Fra le altre accuse: il mancato rispetto della distanza dai confini di proprietà. Il sito in questione sarebbe poi vincolato al Palav. Non sarebbero poi state rispettate le disposizioni dei consorzi in materia di acque reflue.
Ospiterà 300 cani e servirà Miranese e Riviera del Brenta
MIRA Il canile di Mira, atteso da anni, sarà gestito dall’Enpa, l’Ente nazionale di protezione animali. La vicenda inizia nel 2002 con la delibera comunale n. 46. Si arriva alla delibera regionale n. 4331/2006 nella quale si stabilisce che, per le opere di urbanizzazione, viene concesso al Comune un finanziamento di circa 287 mila euro. La Regione ha sbloccato con un decreto ad hoc i 230 mila euro mancanti per concludere i lavori che erano fermi per mancanza di soldi (l’opera è costata circa un milione di euro). La struttura che ospiterà 300 cani sarà un punto di riferimento per tutti i Comuni dell’Asl 13. È stata costruita la palazzina che ospiterà la cucina, l’infermeria e le sale destinate ai cuccioli. Per far partire il canile bisognerà sgomberare le famiglie nomadi dall’area attigua.
La Nuova Venezia – 26 giugno 2013