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    Home»Notizie ed Approfondimenti»Monito Ue: «Nessuna proroga all’Italia per taglio del deficit»
    Notizie ed Approfondimenti

    Monito Ue: «Nessuna proroga all’Italia per taglio del deficit»

    pecore-elettricheInserito da pecore-elettriche3 Aprile 2013Nessun commento2 Minuti di lettura
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    Un portavoce della commissione: per ora si parla solo di Spagna, Francia e Portogallo. La Commissione Ue «non ha intenzione» di valutare se concedere un’estensione per il taglio del deficit sotto al 3% «per nessun altro paese oltre ai 3 già annunciati» che sono Spagna, Portogallo e Francia.

    Così un portavoce della Commissione Ue a chi gli chiedeva se anche a Italia e Olanda possa essere dato più tempo. «C’è da parte nostra e dell’Eurogruppo una valutazione volta per volta dei bilanci e delle situazioni dei singoli paesi», ha ricordato il portavoce dell’esecutivo Ue, «abbiamo indicato un’apertura verso Francia e Spagna, già annunciata dal commissario Olli Rehn, e il presidente Barroso la ha anche indicata per il Portogallo».

    ATTESA – La decisione finale di Bruxelles, però, verrà presa in concomitanza con le previsioni economiche Ue di primavera, dopo la pubblicazione dei dati definitivi sul deficit 2012 da parte di Eurostat il 22 aprile, e dopo la presentazione dei piani di bilancio e di riforma nazionali da parte dei 27 attesi per fine aprile. In ogni caso la Francia, se vorrà beneficiare di più tempo, dovrà dimostrare una riduzione del deficit strutturale dell’1% dal 2010 al 2013 e si dovrà impegnare a portare il deficit nominale «nettamente sotto il 3%» nel 2014. Bruxelles, ha tenuto a precisare il portavoce, «non è in negoziati con Madrid» e, sulla base delle stesse scadenze valide per la Francia come per tutti i 27, «deciderà se concedere un’estensione e per quanto tempo».

    L’ITALIA – L’Italia, che non ha finora presentato nessuna richiesta formale per vedersi concedere più tempo, se Eurostat il 22 aprile confermerà il deficit 2012 al 2,9%, potrebbe vedersi chiudere la procedura per deficit eccessivo, purché anche per i prossimi due anni le previsioni di deficit restino chiaramente sotto la soglia limite del 3%.

    Corriere.it – 3 aprile 2013

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