Come cambia la mappa dell’Italia in base al monitoraggio della cabina di regia ministero della Salute-Iss e alle ordinanze del ministero della Salute: le regioni in zona rossa e arancione. Otto Regioni e una Provincia saranno in rosso anche dopo Pasqua, almeno fino al 13: oltre metà degli italiani resterà almeno altre due settimane nello scenario con più restrizioni. Si abbassa il numero dei casi ogni 100 mila abitanti.
VENETO IN ZONA ROSSA. Zaia: «Restiamo in zona rossa, perché abbiamo 254 positivi su 100mila abitanti, nonostante abbiamo l’Rt 1,21, il 24% di terapie intensive (quindi sotto il 30%). In ogni caso i giorni 3,4,5,6 restano rossi per tutti, quindi la differenza è solo nei giorni da martedì a venerdì».
Una Regione diventa arancione, un’altra rossa. È un monitoraggio settimanale con pochi cambiamenti nei colori quello della Cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità e del ministero alla Salute di oggi che ha rilevato un Rt nazionale di 1,08, ovvero in discesa rispetto alla settimana scorsa quando era 1,16. Più interessanti i risultati raggiunti dalle Regioni che già si trovano in rosso. Per ben 8 realtà, più una Provincia autonoma, si prospettano infatti altre due settimane in rosso, cioè fino a martedì 13 aprile.
Il Lazio in arancione da martedì
A veder migliorare lo scenario sarà il Lazio, che entrerà in arancione da martedì. L’ordinanza del ministro alla Salute Roberto Speranza che l’ha messa in rosso, come tutte le altre dell’ultimo periodo, è infatti entrata in vigore di lunedì (nel caso specifico il 15 marzo) e non la domenica come quelle dei mesi precedenti. Si voleva dare più tempo ai cittadini per prepararsi al cambiamento e anche concedere ai ristoratori un giorno in più di lavoro, per di più in un festivo. Visto che l’ordinanza dura 15 giorni cesserà di avere effetto appunto il 30, quando quindi potranno riaprire le scuole.
Rimangono in arancione la provincia autonoma di Bolzano, Liguria, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata, Calabria e Sicilia.