La protesta riesplosa in Trentino trova d’accordo solo Malcesine mentre i primi cittadini di Ferrara e Brentino sono scettici. Asileppi e Rossi: «Fanno bene al nostro turismo, vanno solo controllati». Benamati: «Meglio trasferirli»
Gli orsi del Baldo? Arricchiscono l’immagine turistica del territorio, ma devono essere tenuti sotto controllo. Il timore dei sindaci veronesi è che la gestione di questi plantigradi – il più giovane, «M11», ha 2 anni, mentre «M4» ne ha 5 – possa sfuggire di mano. Ma preoccupazione non significata la cacciata di questi animali. Una posizione ben diversa, quindi, da quella della Lega nord Trentino, che ha chiesto esplicitamente di allontanare l’orso, così come il sindaco di Avio, Sandro Borghetti, che l’altro ieri aveva riproposto il problema di una «rimozione» dei plantigradi e chiesto un incontro con il presidente della Provincia di Trento. Lo stesso Borghetti lo scorso ottobre era stato fin troppo chiaro: «L’orsi va allontanato, non porta alcun vantaggio dal punto di vista turistico ma crea soltanto gravi problemi di sicurezza». Una tesi ribadita anche ieri. Il presidente facente funzioni della Provincia di Trento, Alberto Pacher, così ha risposto alla Lega: «Seguiamo con attenzione la situazione. L’azione di monitoraggio prevede anche l’opzione di procedere alla cattura per radio-collarizzazione e controllo del secondo esemplare (M4), qualora permanga in zona, per adottare le misure previste dal protocollo per gestire eventuali orsi definiti problematici». Anche «M11», dunque, potrebbe essere dotato di radiocollare. E’ della scorsa estate la petizione «contro la presenza dell’orso sul Baldo», promossa dalla Lega nord Trentino, che in sintesi chiede di «sospendere il progetto Life Ursus in riferimento agli effetti negativi sulle attività montane e la sicurezza dei residenti». Erano seguiti un incontro ai Dossioli, in ottobre, cui avevano partecipato allevatori e amministratori anche veronesi, e uno a Malcesine con il vicepresidente provinciale Fabio Venturi. Ora, mentre gli orsi «M11» e «M4» sono in letargo, la polemica è riesplosa. Ma i sindaci veronesi sono «possibilisti»: «Dobbiamo convivere con questi animali», sostiene Virgilio Asileppi di Brentino Belluno, vicepresidente della Comunità montana, «perché sono una cartina di tornasole della qualità dell’ambiente, importanti poiché, nel processo di sviluppo turistico che vogliamo dare alla zona, ci permettono di promuoverlo con enfasi. Come ogni presenza estranea, vanno però considerati i rapporti tra territorio e numero, che va monitorato affinché non aumenti. La Provincia di Trento ha grande esperienza e può aiutarci a capire se l’orso può resistere. Mi pare che la presenza di due orsi non si possa usare per creare panico. Va però garantita tutela ai pastori, perché le greggi sono fondamentali per l’equilibrio dell’ambiente». Meno disponibile il sindaco di Malcesine, Michele Benamati, promotore dell’incontro di fine estate: «L’avevo organizzato dopo alcune predazioni. Ci avevano detto che si deve imparare a convivere con tale presenza, organizzandosi per ‘difendersi’ da possibili predazioni, suggerendo di creare recinti dove ricoverare gli animali di notte. Ora la situazione è tranquilla poiché l’orso è in letargo e non c’è alpeggio. Siamo però preoccupati per la prossima stagione per cui desidereremmo che i due esemplari, se ricomparissero, fossero trasferiti in Trentino. Il Baldo è frequentato da molti turisti che potrebbero disertarlo temendo ‘incontri ravvicinati’». «Sono in linea con Asileppi», dice Paolo Rossi, sindaco di Ferrara di Monte Baldo. «Tale presenza è un valore aggiunto per l’immagine del territorio e ne certifica la salubrità. Ma c’è preoccupazione perché sul Baldo, soprattutto d’estate, ci sono moltissimi turisti e gli incontri con gli orsi potrebbero essere frequenti, con conseguenze anche negative per l’animale e l’uomo. Non abbiamo motivo per chiedere che i plantigradi, se segnalati, siano rimossi, ma chiediamo che il progetto Life Ursus dia garanzie. Temiamo sfugga di mano per cui servono controlli per evitare che gli esemplari aumentino con effetti negativi».
L’Arena – 2 febbraio 2013