Appuntamento sabato a Prà Alpesina per chiedere «a Regione e Provincia più controlli a tutela di attività montane e turisti». Pastori, sindaci e gestori di rifugi e malghe dicono sì alla protesta della Lega nord del Trentino: «La situazione è insostenibile»
L’orso durante una delle ultime apparizioni sul Baldo: è inizio settembre e «gira» a Novezza Monte Baldo. Un sit-in di pastori e cittadini per protestare contro i problemi che la presenza dell’orso sta causando, oltre che in Trentino, anche sul Baldo dove sconfina e dove, recentemente, si ritiene abbia predato capi di bestiame. La manifestazione, concertata dalla segreteria nazionale Lega Nord Trentino, è fissata per sabato a mezzogiorno: l’appuntamento è a Prà Alpesina in località Dossioli di Avio (Trento), alla partenza della funivia per Malcesine. Fanno presente gli organizzatori: «Nel 1999 il Parco Adamello Brenta, con la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto nazionale della fauna selvatica, avviò il progetto Life Ursus volto alla ricostituzione di un nucleo vitale di orsi nelle Alpi centrali rilasciando individui provenienti dalla Slovenia, usufruendo di un finanziamento dell’Unione Europea. Col tempo la situazione è diventata insostenibile», incalza la Lega Nord, «per i danni che il plantigrado sta causando agli operatori economici e ai pastori che conducono il bestiame al pascolo. Se il problema è stato riscontrato in numerose vallate del Trentino, ora si è spostato anche sul Baldo. Gli attacchi sono stati numerosi, i proprietari lamentano l’impossibilità di gestire l’alpeggio con sostanziose perdite economiche. Alcune notti fa, alcuni pastori si sono recati sul pascolo, verso mezzanotte, per verificare che la situazione fosse sotto controllo. È normale che siano loro a fare i controlli piuttosto che le guardie forestali?». Commenta il consigliere ad edilizia e montagna di Malcesine Arnaldo Lombardi: «Ritengo che le autorità competenti, Provincia e Regione, debbano intervenire. La presenza dell’orso, che ha recentemente predato animali come mucche ed ovini, sta provocando disagi a molti, soprattutto ai gestori delle malghe. Il timore è che si possano verificare aggressioni anche agli esseri umani. In ogni caso, la gente ha paura. Chiediamo che gli orsi siano più controllati e condotti in zone non frequentate. A Malcesine la funivia porta in quota migliaia di persone ogni anno». Aggiunge il sindaco di Ferrara di Monte Baldo Paolo Rossi: «Torno a ribadire che la presenza di questo animale è un valore aggiunto al nostro territorio: dimostra l’integrità e il valore naturalistico dell’ambiente. D’altro canto, però, essendo il territorio vissuto fino ad alta quota e frequentato da un numero sempre più consistente di turisti, mi preoccupano le conseguenze che tale presenza potrebbe creare agli animali degli allevatori e, augurandomi che ciò non si verifichi mai, alle persone. Spero che le autorità competenti trovino una soluzione che salvaguardi sia la presenza dell’animale sia quanti lavorano in montagna e la frequentano per turismo». Tiziano Turcato, presidente del Comitato permanente dei comprensori alpini di caccia del Baldo, assessore alla agricoltura: «I pastori del Baldo mi hanno fatto presente che l’orso crea problemi. In questo periodo, a Malcesine, uno di loro ha perso tre pecore e un allevatore due bovini. Non sappiamo quanti orsi siano effettivamente presenti, chiediamo alle autorità maggiore chiarezza. Auspico che l’incontro serva a tutelare la gente di montagna. Sarebbe un danno irreparabile se pastori e malghesi, spaventati, rinunciassero a lavorare sul Baldo». Vittorino Businaro, del Ristorante Baita Genzianella a Novezza ad una decina di chilometri da Prà Alpesinia, dove l’orso è apparso più volte: «Proprio il 13 ottobre un cacciatore, a 300 metri da noi, ha trovato un capriolo sbranato da un orso. Nonostante ciò tale presenza indica che l’ambiente è incontaminato e naturale». A non tutti, però, questo «interessa». La Lega ricorda di «fungaioli e residenti col terrore di trovarsi a tu per tu col plantigrado»; «uno è stato visto e fotografato anche a dieci metri da qui», rammenta Businaro. «Nessuno ha avuto problemi o corso pericoli. In quanto ai capi sbranati è evidente che l’orso deve mangiare. Le istituzioni devono però provvedere ai risarcimenti per permettere una convivenza più serena tra gli animali e l’uomo che, in montagna, deve poter vivere e lavorare».
L’Arena – 17 ottobre 2012