Brescia. Sequestrati cinquecento animali dagli agenti del Nucleo provinciale di polizia ambientale e forestale (Nipaf) di Brescia del Corpo forestale dello Stato, nell’ambito di un’operazione volta alla tutela di animali protetti dalla convenzione di Washington, sul commercio delle specie selvatiche minacciate di estinzione.
L’attività investigativa condotta dalla Forestale è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia. Grazie alle indagini eseguite dal personale della Forestale è stato possibile individuare un commerciante ambulante, originario del bergamasco, che vendeva pappagalli rari appartenenti alle specie più ricercate. Il grande numero di animali commercializzati quotidianamente nei vari mercati della Lombardia, l’elevato tenore di vita del soggetto e i prezzi di vendita particolarmente bassi, hanno indotto gli uomini della Forestale a ipotizzare l’approvvigionamento dal mercato illegale di pappagalli, fiorente in tutta Europa.
Su delega della Procura, i forestali hanno eseguito una prima perquisizione del punto vendita ambulante alla fiera zootecnica di Montichiari, dove è stata riscontrata la detenzione per la vendita di più di 50 esemplari tra parrocchetti e tortore autoctone, appartenenti a specie in via d’estinzione in Italia. Gli esemplari di avifauna e tartarughe erano privi della regolare documentazione indispensabile per la detenzione e la vendita di animali e piante tutelate dalla convenzione di Washington. In particolare il commerciante non ha saputo fornire alcuna documentazione che giustificasse l’origine di ben 130 grandi pappagalli appartenenti a specie particolarmente protette tra cui: ara, amazzoni, cenerini, cacatua, oggetto di un intenso traffico illegale a livello mondiale ed europeo. Ulteriori accertamenti sono stati effettuati in seguito a Villa D’Almè, nel comune del bergamasco, dove è stato scoperto un patrimonio illecito di animali, con un valore commerciale pari a più di 200.000 euro. Tutti gli animali erano pronti per essere venduti nelle diverse fiere del Nord Italia. Le condizioni di detenzione degli animali erano assolutamente inadeguate per carenze igienico sanitarie, per questo il personale della Forestale ha immediatamente posto sotto sequestro tutti gli animali presenti nella struttura. L’ambulante è indagato per i reati di maltrattamento, detenzione incompatibile e commercio di esemplari di animali tutelati dalla Cites. Sono attualmente in corso le indagini della Forestale volte a scoprire le rotte commerciali che permettono l’ingresso illegale in Italia di ingenti quantità di animali, per ricostruire esattamente la dinamica dei fatti.
Il Giornale di Vicenza – 4 settembre 2012