Marzio Bartoloni, Il Sole 24 Ore. Il Covid avanza con i casi che negli ultimi sette giorni continuano a correre (+44%): i nuovi positivi dal 31 agosto al 6 settembre – secondo l’ultimo report Iss-Salute – sono stati 21309, quattro volte quelli che si registravano a luglio. Ma si tratta di numeri ampiamente sottostimati che non fotografano appieno il boom di casi visto che molti italiani hanno rinunciato a farsi il tampone. La notizia positiva, a conferma che il virus non fa più male come in passato, è che negli ospedali la situazione è ampiamente sotto controllo, anche se c’è una prima inversione: sono 1872 gli italiani ricoverati per Covid (il 3% dei letti occupati in area medica) e solo 49 quelli in terapia intensiva (lo 0,6%). I morti settimanali salgono però a 94 (erano 65).
A colpire è anche il tasso delle reinfezioni al 39%, segno di un calo dell’immunità per cui chi ha già avuto il Covid non è più protetto soprattutto dalle nuove varianti come la Eris che prevale in Italia (è al 41,9% secondo l’ultima survey dell’Iss). Uno scenario questo che fa dire al direttore generale della prevenzione del ministero della Salute Francesco Vaia che la situazione «non desta allarme, ma richiede attenzione e misure di prudenza». Tra tutte l’avvio della campagna vaccinale con le dosi del nuovo vaccino adattato alle nuove varianti raccomandato a over 60 e fragili: la partenza è prevista tra fine ottobre e novembre – la Francia di fronte alla risalita dei casi sta pensando di anticiparla – con le somministrazioni che saranno fatte in farmacia e negli studi medici. La macchina dovrà partire ora e fissare anche le priorità decidendo anche se e come rendere disponibile il vaccino al resto degli italiani, valutando anche se metterlo a pagamento per le categorie non a rischio (come accade per l’anti influenzale).
Insomma quello di questi giorni è dunque il primo assaggio di quello che sarà il primo autunno e inverno con il Covid ad emergenza finita (ma con la pandemia ancora in corso) e con la riapertura delle scuole e la ripresa del lavoro nelle città nei prossimi giorni che potrebbe dare una ulteriore spinta. A preoccupare è poi il mix con il virus stagionale dell’influenza (si comincia ad ottobre) che rischia di mettere sotto pressione le strutture sanitarie e il mondo del lavoro: l’anno scorso solo l’influenza ha messo a letto quasi 15 milioni di italiani e quest’anno potrebbe replicare questi numeri e altrettanti italiani potrebbero essere “vittima” del Covid che non segue le stagioni, ma lascia il segno anche per 9-10 mesi.
«Si tratta di due virus completamente diversi. Si può prendere l’influenza e il Covid anche subito dopo magari nel giro di un mese», avverte Massimo Ciccozzi epidemiologo al Campus Bio-Medico di Roma. Che sottolinea: «Non bisogna fare terrorismo, soprattutto sulle nuove varianti che non sono più patogene. L’importante è usare cautela verso i fragili che devono vaccinarsi e che dobbiamo proteggere indossando le mascherine quando abbiamo il timore di contagiarli. Mascherine che possiamo indossare soprattutto in autunno e inverno sui mezzi pubblici o nei luoghi affollati per difenderci». Per il virologo Fabrizio Pregliasco «ci sarà anche una risalita di decessi e ospedalizzazioni, ma sarà con una proporzionalità inferiore rispetto al passato. Quello che temiamo è l’aumento dei casi tra fragili e anziani». Ecco perché la campagna vaccinale è cruciale. Oms ed Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) lanciano da giorni alert su contagi, calo dell’immunità e importanza delle nuove vaccinazioni. E proprio ieri la Commissione Ue ha ricordato l’arrivo dei vaccini adattati alle varianti.