La Russia ha deciso di bloccare le importazioni di alcuni tipi di carne bovina provenienti da dieci Paesi europei: Belgio, Danimarca, Slovacchia, Francia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Polonia e Germania. L’agenzia russa che si occupa della difesa dei consumatori ha motivato la decisione con dei casi di carne bovina contaminata da antrace in Germania. Mosca ha già bloccato le importazioni di numerosi prodotti agroalimentari provenienti da UE e Usa come risposta alle sanzioni occidentali sulla crisi ucraina.
Coldiretti: “Verifiche immediate”. Il Paese tedesco è uno dei principali fornitori dell’Italia.
“Occorre immediatamente verificare l’autenticità della notizia sui casi di antrace nella carne bovina proveniente dalla Germania che è anche tra i principali fornitori dell’Italia”. L’appello alle autorità competenti arriva dalla Coldiretti, dopo che la Russia ha deciso di bloccare l’importazione di alcuni tipi di carne bovina, in particolare salsicce, provenienti da diversi Paesi Ue, tra cui Italia, Francia, Spagna e Germania, perché nelle partite tedesche si sarebbero registrati casi di contaminazione. “La nuova misura decisa da Putin – sottolinea la Coldiretti – segue di poco la decisione di bloccare l’import di farine animali, grassi di bovini, suini e pollame, e altri derivati di bovini e suini provenienti dall’Ue. Il 7 agosto scorso – ricorda l’associazione – era invece stato decretato un divieto all’ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce”. A seguito di questi provvedimenti la Coldiretti ha stimato “danni diretti solo nell’alimentare per un ammontare di circa 200 milioni di euro all’anno ai quali si sommano quelli indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione in Russia di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy ma anche la possibilità che vengano dirottati sul territorio nazionale i prodotti agroalimentari di bassa qualità di altri paesi che non trovano più uno sbocco nel Paese di Putin”.
Ansa – 6 novembre 2014