Il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop ha proposto alle quattro Regioni interessate (Campania, Lazio, Puglia e Molise) di modificare il disciplinare di produzione della mozzarella di bufala, consentendo anche la commercializzazione di quella congelata. Lo scopo è ridurre i costi delle esportazioni, che così potrebbero avvenire anche via nave e non obbligatoriamente via aereo.
Oltre alla possibilità del congelamento, le modifiche al disciplinare proposte dal Consorzio di tutela della mozzarella di bufala prevedono l’eliminazione dell’attuale limite di peso fissato in 3 kg, il permesso cdi variare le forme oltre a quella tradizionale, la commercializzazione del prodotto congelato senza liquido di governo e l’utilizzo anche come ingrediente per altri prodotti. “In questo modo – spiega il presidente del Consorzio di tutela Mimmo Raimondo – si potrebbe esportare il prodotto senza liquido di governo, passando da dieci euro al chilo a 50 centesimi. A poter essere congelato dovrebbe essere il prodotto finito e non il latte, che dovrebbe continuare ad essere prodotto in zona e utilizzato entro 60 ore dalla mungitura. Le novità che intendiamo introdurre hanno come obiettivo l’ammodernamento della filiera, lasciando intatta la tradizione”. Inoltre le modifiche consentirebbero l’ingresso nel canale della ristorazione della mozzarella di bufala sotto forma di pani da pizza. Infine, le modifiche proposte dal Consorzio prevedono che per la lavorazione della pasta si possa usare non solo acqua bollente ma anche il vapore.
Secondo Confagricoltura Campania, invece, la mozzarella di bufala campana Dop deve restare quella di sempre. Congelarla “sarebbe come vendere un ottimo Chianti Classico liofilizzato”.
L’annuncio delle proposte di modifica al disciplinare da parte del Consorzio di tutela ha suscitato reazioni anche in parlamento, dove sono state presentate tre interrogazioni, che chiedono al ministero delle Politiche agricole di dichiarare la propria contrarietà, dopo che le quattro Regioni interessate avranno espresso il proprio parere. A una prima interrogazione di Colomba Mongello (Pd) ha fatto seguito quella sottoscritta da diciassette deputati del suo stesso gruppo, primo firmatario Renzo Carella, in cui si denuncia “un non nuovo tentativo di «industrializzare» questo antichissimo prodotto rurale del Mezzogiorno d’Italia, correndo il rischio di banalizzarlo, con grave danno soprattutto per gli allevatori di bufale che producono il latte”.
Anche ventotto senatori del M5S hanno presentato un’interrogazione, primo firmatario Sergio Puglia, affermando che “nessuna delle proposte rispetta le proprietà e la storia di questo antichissimo prodotto rurale del Mezzogiorno d’Italia” e sottolineando che, “se fosse legalizzato il metodo di congelamento della mozzarella, gli allevatori bufalini campani sarebbero soggetti ad offerte di prezzi più bassi del latte, da parte dei produttori, con gravi conseguenze sulla continuità di questo storico prodotto campano; inoltre, con tali modifiche del processo produttivo della mozzarella di bufala campana Dop si perdono le caratteristiche di formaggio fresco, comportando la massificazione del prodotto con la relativa dequalificazione”.
Attualmente, la produzione della mozzarella di bufala campana Dop coinvolge 345.000 capi di bufali e bufale mediterranee italiane in 1.371 allevamenti e 104 caseifici certificati, che nel 2016 hanno prodotto 44.270 tonnellate di mozzarella di bufala campana, di cui il 75% è stato venduto sul mercato nazionale e il 25% esportato.