«Oggi più che mai occorre un diritto del lavoro inclusivo ed equo, attento alla tutela dei diritti della parte più debole contrattualmente e alla riaffermazione rigorosa dei relativi doveri per salvaguardare insieme crescita economica e coesione sociale. E si conferma a tal fine l’esigenza, da D’Antona intuita per tempo, di un arricchimento della progettualità delle organizzazioni sindacali, proprio al fine di rafforzarne la indispensabile capacità di rappresentanza unitaria del mondo del lavoro».
Lo scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio in occasione del dodicesimo anniversario dell’assassinio del giuslavorista Massimo D’Antona da parte delle Brigate Rosse.
Il Colle: D’Antona parla a tutti con il suo lascito scientifico e morale
Il capo dello Stato coglie così l’occasione per tornare sulla lezione morale che arriva dal sacrificio del giuslavorista ucciso da un commando terrorista il 20 maggio 1999. «In questo senso, Massimo D’Antona – scrive ancora Napolitano – parla a tutti noi ancora oggi con il suo prezioso lascito scientifico e morale, che nessun delirio estremista potrà mai cancellare. E con questi sentimenti desidero rinnovare ad Olga, ai figli e a tutti i familiari la mia personale vicinanza e la gratitudine e la solidarietà dell’intera Nazione».
L’invito di Schifani: dobbiamo abbassare i toni
L’appello di Napolitano trova una immediata sponda nel presidente del Senato, Renato Schifani. «Le Br sono state sconfitte grazie al fatto che il Paese ha fatto blocco, la tenuta sociale a cui ci richiama sempre il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. È stata la forza del Paese, non dimentichiamolo. Dobbiamo abbassare i toni». «Dobbiamo impegnarci – ha chiarito ancora Schifani – perché le riforme siano condivise. Questo è un dovere politico ma anche etico, il modo migliore per ricordare il sacrificio di chi si è battuto per l’interesse del Paese, accettando la sfida delle riforme». Parole che raccolgono anche il plauso del segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «Spero che i toni non si accendano, anche perché si é visto che non serve a niente». (ilsole24ore.com – 20 maggio 2011)