Il Corriere della Sera. Sono numeri che evocano le tragedie della storia, per colpa del Covid: «Alla fine del 2020 supereremo i 700 mila morti, come nel 1944, quando eravamo nel pieno della Seconda guerra mondiale». È Giancarlo Blangiardo, presidente dell’Istat, che guarda questi numeri in controluce, ed è la prima volta che l’Istituto di statistica ci fornisce le cifre dei decessi riferite all’anno orribile della pandemia.
Il presidente Blangiardo ha parlato a margine della presentazione del report dell’Istat sul censimento permanente (riferito agli anni 2018 e 2019) e ha spiegato: «Il 2020 non è ancora finito ma è una valutazione ragionevole che fa pensare che supereremo la soglia dei 700 mila morti. Nel 2019 sono stati 647 mila».
Ancora non sappiamo cosa diranno gli altri numeri per il 2020, ma dopo gli effetti del Covid-19 c’è da chiedersi se rimarrà stabile la proporzione demografica di cinque anziani per ogni bambino. Una piramide che era esattamente rovesciata soltanto settant’anni fa, nel 1951.
C’è da chiedersi anche se, dopo le morti di tanti anziani per il Covid, rimarrà inalterata la media della popolazione italiana: 45 anni nel 2019, due anni superiore ai 43 anni del 2011.
«Il nostro Paese ha una demografia debole e lo è diventata ancora di più dopo la pandemia», spiega il presidente dell’Istat. E aggiunge: «A proposito dell’impatto del Covid sulla demografia si può sintetizzare in due numeri, la soglia della mortalità e quello della natalità. Quest’anno è molto probabile che si scenda sotto i 400 mila nati».
Una demografia debole che tiene grazie alla presenza degli immigrati. Nel 2019, infatti, la popolazione censita in Italia è stata di 59,6 milioni di residenti, circa 175 mila persone in meno rispetto all’anno prima, un calo di circa lo 0,3 per cento.
E paragonando questa cifra ai residenti del 2011 la troviamo sostanzialmente invariata, ovvero 59,4 milioni, perché a dispetto di un calo progressivo delle nascite ci pensano gli immigrati a compensare.
Nel 2019 il peso della componente straniera è stato di 8,4 individui ogni 100 censiti, oltre cinque milioni in numero assoluto.
Rispetto al 2011 i residenti diminuiscono nell’Italia meridionale (-1,9 per cento) e nelle Isole (-2,3 per cento) e aumentano nell’Italia centrale (+2 per cento) e in entrambe le ripartizioni del Nord (+1,6 per cento nell’Italia Nord-Orientale e +1 per cento nell’Italia Nord-Occidentale).
Chissà cosa ci diranno i prossimi numeri della statistica: «L’effetto Covid nel nostro Paese è stato di un 40 per cento abbondante in più», dice ancora il presidente Blangiardo, contestualizzando i numeri dei decessi.
C’è infatti da tenere presente che la popolazione italiana del 1944 era di circa 44 milioni, e che anche nel 2015 si verifico uno sbalzo di mortalità: rispetto al 2014 ci furono 54 mila morti in più per via di un violento picco di influenza, sebbene il numero assoluto dei decessi si fermò a 653 mila.
Ben lontano dagli oltre 700 mila di questo anno da dimenticare.