I killer delle api? Si chiamano clothianidin, imidacloprid e thiamethoxam. L’Autorità europea per la sicurezza degli alimenti (Efsa) ha pubblicato un parere scientifico molto severo sui tre pesticidi che, a dire dell’agenzia con sede a Parma, comportano rischi elevati per le api.
Le valutazioni dell’Efsa danno infatti credito a coloro che attribuiscono a questa famiglia recente di insetticidi (i neonicotinoidi) un ruolo dominante nel declino accelerato degli insetti pollinizzatori, riscontrato da una quindicina d’anni in tutto il mondo. Sul mercato dall’inizio degli anni Novanta, queste sostanze sono tra le più utilizzate in agricoltura. La loro caratteristica principale è che vengono utilizzate direttamente sulle sementi. Le piante secernono poi il principio attivo durante tutto il processo di crescita.«Abbiamo identificato rischi per le api in relazione a tre principali vie di esposizione degli insetti», spiega Domenica Auteri, che ha presieduto i lavori dell’Agenzia europea. «Le polveri prodotte dai semi o granuli durante la semina, la contaminazione attraverso il polline e il nettare e, nel caso del mais trattato con il thiamethoxam, l’esposizione per guttazione», ovvero l’essudazione, da parte della pianta, di goccioline d’acqua impregnate del pesticida e alle quali talvolta si abbeverano gli insetti. Inoltre le polveri prodotte durante la semina possono essere trasportate dal vento e si depositano nell’ambiente.Intanto è partita la controffensiva dei produttori di pesticidi. Bayer e Syngenta hanno commissionato un rapporto, reso pubblico lunedì 14 gennaio, che stima in 4,5 miliardi di euro all’anno i benefici dei neonicotinoidi per l’economia europea e ritiene che il loro abbandono costerebbe 50 mila posti di lavoro in agricoltura. Ma il rapporto non dice che, a livello mondiale, i servizi resi dagli insetti pollinizzatori valgono almeno 115 miliardi di euro all’anno.© Riproduzione riservata
ItaliaOggi – 19 gennaio 2013