Andrew Pollack, New York. La salvezza, presunta salvezza, arriva da una casa farmaceutica biotech di Atlanta, semisconosciuta, vicina al Dipartimento di difesa americano. Lì, nelle unità speciali di isolamento, è stato testato il siero segreto che, provato poi su Kent Brantly e Nancy Writebol, i due nordamericani infettati nell’Africa occidentale, ha dato segni confortanti.
Il farmaco si chiama ZMapp e le motivazioni di questa somministrazione sono solo due dei molti misteri che lo circondano. Tra questi, l’interrogativo più importante è: «È davvero efficace?». Gli americani sono gli unici due pazienti al mondo a essere stati curati con questa medicina. E ciò, una volta di più, solleva vecchie domande su chi riesce e non riesce ad avere accesso ai farmaci necessari, compresi quelli sperimentali. Ma la Mapp Biopharmaceutical, l’azienda con sede a San Diego che per prima ha messo a punto l’anti-Ebola, dopo i primi risultati positivi ha iniziato a spremersi per capire come produrne di più e come fornire il farmaco a molti più pazienti.
Larry Zeitlin, presidente di Mapp, dice che si tratta di una circostanza «assolutamente sconvolgente». E aggiunge: «Stiamo discutendo con la Food and drug administration la strada giusta per rendere il farmaco disponibile al pubblico nel tempo più breve possibile e con la massima sicurezza». I segnali dello sforzo per aumentare la produzione sono evidenti: la Caliber Biotherapeutics, un’azienda texana finanziata dal Dipartimento della Difesa, ha ricevuto dal governo la richiesta di aiutare a produrre lo ZMapp. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha convocato un gruppo di esperti di etica medica per sondare l’uso delle cure sperimentali nell’epidemia in corso in Africa.
Al momento né ZMapp né altri farmaci o vaccini sono stati autorizzati per la cura del virus, anche se sono in corso e in via di sviluppo numerose altre opzioni sperimentali. Quanto rapidamente si potrà produrre il farmaco su vasta scala dipenderà anche dall’azienda del tabacco Reynolds American, proprietaria delle strutture di Owensboro, in Kentucky: il farmaco è ottenuto dalle foglie delle piante di tabacco. David Howard, portavoce di Reynolds, ha detto che occorreranno parecchi mesi per arrivare a produrne grandi quantità. Mapp è un’azienda fondata nel 2003 da Kevin J. Whaley e Larry Zeitlin. La società ha soltanto nove dipendenti ed è finanziata unicamente dalle sovvenzioni del governo e da contratti. «Vorremmo riuscire a incrementare la produzione e avere un impatto sull’epidemia di Ebola», dice Whaley. Il farmaco non è mai stato sperimentato sull’uomo, ma collaudato con successo sulle scimmie. Quindi, si è passati alla cura diretta con Kent Brantly e Nancy Writebol. In questo periodo Mapp stava accelerando le procedure necessarie a dare inizio a più ampi studi sulla tossicità nella sperimentazione animale, fase indispensabile prima di passare alla sperimentazione sull’uomo, con l’idea di poter intraprendere i primi studi sicuri su volontari sani l’anno prossimo.
Quando è scoppiata l’epidemia di Ebola, erano davvero poche le dosi disponibili del farmaco. Ci sono altre aziende che possono produrre farmaci sfruttando le foglie di tabacco, e tra queste la Caliber, che ha potenzialità maggiori rispetto all’azienda del Kentucky. «Ci troviamo in un territorio inesplorato», dice Zeitlin.
( traduzione di Anna Bissanti) © 2-014, The New York Times – 22 agosto 2014