Con la moratoria di un anno sui limiti di smaltimento dei reflui zootecnici nelle zone vulnerabili «l’Italia pone in essere una evidente violazione della direttiva europea. Di ciò le autorità italiane sono consapevoli tanto a livello nazionale, che locale. È quindi loro intenzione procedere all’abrogazione della norma».
È il testo della lettera spedita a Bruxelles dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che ammette il contrasto con le norme europee della legge 221/2012 (Legge di conversione del decreto Sviluppo) con cui il Parlamento ha sospeso per un anno i vincoli sui nitrati.
Fino a 340 chilogrammi di azoto per ettaro, anziché i 170 previsti dalla direttiva
Il provvedimento prevede che per l’intero 2013 le aziende agricole possano distribuire nei campi fino a 340 chilogrammi di azoto per ettaro, anziché i 170 previsti originariamente dalla direttiva. Una misura che ha provocato l’immediata reazione della commissione Ue che ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia minacciando di interrompere anche il pagamento dei premi comunitari agli agricoltori non in regola con le norme agroambientali.
Un’applicazione difficile
Approvata da Bruxelles nel 1991, la direttiva sui nitrati non ha mai avuto vita facile in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna a causa di un’alta presenza di allevamenti intensivi. Una situazione difficile per la quale l’Italia ha già ottenuto a partire dal 1° gennaio 2012 una deroga che ha fatto salire a 250 il limite originario di 170 kg di azoto per ettaro. Ma non è bastato. Il Parlamento ha voluto sospendere la direttiva anche per dare tempo alle regioni di ridefinire la mappa delle aree a rischio tenendo conto dell’inquinamento causato non solo dall’agricoltura ma anche dalle aree urbane e industriali.
I tempi dell’abrogazione
Il ministero dell’Ambiente, tuttavia, avvisa Bruxelles che sarà possibile cambiare legge solo attraverso una votazione del Parlamento: «La via legislativa per il momento è preclusa dallo scioglimento anticipato del Parlamento nazionale deciso a seguito della crisi di governo intervenuta nel mese di dicembre 2012. Si è tuttavia già predisposto il testo di una norma abrogativa che si intende proporre, non appena insediato, al Governo che entrerà in carica dopo le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio al fine del suo inserimento in un apposito decreto-legge».
Il no delle regioni
La lettera del ministro dell’Ambiente arriva dopo la presa di posizione delle regioni del Nord che nell’ambito dell’ultima conferenza stato-regioni hanno espresso la volontà di non applicare la norma perché in contrasto con il diritto comunitario.
La posizione della Coldiretti
Dura presa di posizione della Coldiretti contro lo stop alla moratoria di un anno. Secondo il presidente, Sergio Marini, «c’è un interesse a non far emergere le vere fonti di inquinamento. È evidente che la Coldiretti è pronta ad agire a tutela dei propri soci in tutte le sedi e forme: si tratta infatti di ristabilire la verità e se necessario attiveremo anche una task force per monitorare l’origine dell’inquinamento».
Il Sole 24 Ore – 9 febbraio 2013