Da Verona Sera. Domenica 10 aprile, il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas in collaborazione con le amministrazioni comunali di Lonigo, Sarego, Brendola, Veronella, e Legnago organizza il No Pfas Day. In tutti i comuni che hanno aderito saranno allestiti appositi spazi per raccogliere le firme a sostegno delle due petizioni promosse dal Coordinamento.
Il Coordinamento informa che le petizioni sono state recepite, oltre che dalle amministrazioni del No Pfas Day, anche dai comuni di Pressana, Zimella, Boschi Sant’Anna, Creazzo, Pojana Maggiore, Zermeghedo e Sovizzo, dove è possibile dare il proprio sostegno nelle sedi comunali. Le petizioni possono essere sottoscritte anche online alla pagina internet www.bastapfas.wordpress.com.
Il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas invita tutti i cittadini farsi protagonisti in prima persona della salvaguardia della propria salute e del proprio territorio firmando le due petizioni e ringrazia tutte le amministrazioni comunali, i rappresentanti politici, le associazioni e i semplici cittadini che si stanno prodigando nel contrasto al grave inquinamento che anche il territorio veronese sta affrondando, convinti che solo attraverso un’ampia e trasparente collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, istituzionali e non, si possano raggiungere gli obiettivi che sono stati votati all’unanimità dal Consiglio regionale del Veneto.
Nuovi allacciamenti e limiti certificati per il problema Pfas
Dal Giornale di Vicenza. L’ inquinamento da Pfas delle falde acquifere è stato al centro dell’affollato incontro organizzato venerdì sera nella saletta del Modernissimo dalla locale sezione del Pd con raccolta di firme da parte del Coordinamento acqua libera dai Pfas per fissare limiti certi alla presenza dei Pfas e garantire fonti di allacciamento dell’ acquedotto in zona non inquinate .
«Una petizione che ben appoggiamo in quanto serve la mobilitazione dei cittadini per fare pressione su Regione e governo nazionale nel fronteggiare questa emergenza ambientale» ha esordito il segretario Maurizio Thiene.
«Siamo alla prese col più grande inquinamento veneto delle falde acquifere provocato tre anni fa e purtroppo scoperto con grave ritardo dopo la segnalazione da parte del Cnr del ministero dell’ambiente su richiesta della comunità europea con danni agli acquedotti cui si sta ovviando con filtri costosi e alla catena alimentare (pesce, uova) per cui è fondamentale porre dei limiti ai Pfas».
8 aprile 2016