?C’è un criterio sul quale Matteo Renzi non intende transigere a proposito delle nomine in scadenza ai vertici delle società partecipate dallo Stato: se sulle presidenze si vedrà caso per caso, ed è quindi possibile che si verifichino staffette in continuità, per i capi azienda ovvero gli amministratori delegati vale il principio della discontinuità.
Ciò è riferito a una parte rilevante delle oltre 300 società in fase di rinnovo dei vertici, ma soprattutto ai principali gruppi a controllo statale. Insomma, dopo quasi dieci anni di continuità manageriale, per i gruppi Eni, Enel, Finmeccanica, Terna e Poste si prepara un cambio della guardia radicale in sintonia con quanto sta accadendo in molte amministrazioni.
ECCELLENZE INDUSTRIALI
E tuttavia il sogno di Renzi di seminare alla testa delle eccellenze industriali made in Italy manager di profilo internazionale, magari strappati a gruppi di rilevanza globale, resterà tale: troppe le incertezze sulla pervasività della politica nelle gestioni aziendali, troppi i timori che la crociata contro i compensi dei manager pubblici alla lunga prevalga sulla logica meritocratica – cioè legata ai risultati – in vigore ovunque nel mondo. Sicché, manager come Vittorio Colao (ceo di Vodafone World), Andrea Guerra (ceo di Luxottica) o Lorenzo Simonelli (ceo di General Electric Oil & Gas), abituati a percepire stipendi milionari a due cifre e che Renzi avrebbe voluto alla testa dei principali gruppi pubblici, hanno declinato l’invito costringendolo a optare per soluzioni domestiche.
Dunque, non vi sarebbero sorprese «estere» nell’ampia griglia che ieri sera il ministero dell’Economia avrebbe inviato a Palazzo Chigi affinché il premier possa cominciare a selezionare i nomi destinati a guidare le liste dei vari consigli di amministrazione che prenderanno forma entro domenica 13. Ed è assai probabile che, salvo casi sporadici, per le aziende più importanti si pescherà tra le eccellenze interne. Così potremmo vedere Claudio Descalzi, attuale direttore generale esplorazioni, alla guida dell’Eni. Oppure Francesco Starace, attuale ad di Enel Greenpower, alla guida di Enel. O ancora Monica Mondardini, ad di Cir-L’Espresso, alla guida di Poste spa.
LA RAI NON È IN SCADENZA
E Giuseppe Giordo, attuale ad di Alenia, alla guida di Finmeccanica. Tutti nomi circolati in queste settimane, sia sui giornali sia all’interno dei circuiti specializzati. Ai quali negli ultimi giorni si è aggiunto anche quello di Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai non in scadenza, che verrebbe dato alla guida di Terna al posto di Flavio Cattaneo, molto stimato negli ambienti di Mediobanca al punto che starebbe meditando di accettare l’offerta della guida di Telecom qualora l’attuale ad Marco Patuano decidesse di accettare un altro incarico.
Naturalmente si tratta di un elenco parziale, perché in un turbillon di queste dimensioni le sorprese non mancheranno. Come per la carica di ad di Finmeccanica, per la quale nelle ultime ore sarebbe cresciuto fortemente il nome di un manager bocconiano vicino a Renzi. Né le sorprese mancheranno sul fronte dei nuovi presidenti, alcuni dei quali verranno selezionati tra gli attuali amministratori delegati. Per esempio, al vertice di Enel potremmo vedere Fulvio Conti, sebbene il suo feeling con il probabile ad Starace non sia da guinnes dei primati. Oppure, invece del gettonato Leonardo Maugeri (ex Eni oggi professore ad Harvard), quale presidente dell’Eni potremmo vedere al fianco di Descalzi l’attuale ad Paolo Scaroni. Ciò potrebbe valere anche nel caso di Poste, con Massimo Sarmi nuovo presidente.
PRESSING DI VERDINI
Va anche detto che una decisione in tal senso non avrebbe quale movente primo il pressing su Renzi che secondo alcuni sarebbe in atto da parte di Denis Verdini e dello stesso Silvio Berlusconi, referenti di un tempo di gran parte dei manager in scadenza. Al contrario, il motivo primo risiederebbe nel fatto che si tratta di società quotate, i cui investitori istituzionali di norma prediligono una certa continuità, perlomeno sotto il profilo relazionale, vista la delicatezza e l’ampiezza del business. Inoltre – ciò vale soprattutto nel caso di Poste spa – modificare in profondità la composizione del top management a un passo dalla quotazione ufficiale non è mai considerata una buona mossa. Soprattutto se chi lascia è tra gli artefici del risanamento aziendale.
Nel caso di «promozioni» alla carica di presidente resta però da chiarire l’interpretazione della postilla che l’azionista Tesoro chiede venga inserita nello statuto di tutte le partecipate a proposito del requisito di «indipendenza» che debbono possedere i candidati. Ebbene, se per indipendenza si intende l’aver ricoperto cariche consiliari in quella società, allora è assai dubbio che, per esempio Conti o Sarmi, possano candidarsi al vertice di Enel o di Poste. Un dubbio che però potrebbe non valere per Scaroni, visto che il cda dell’Eni ha integrato la richiesta di Tesoro e Cdp – da sottoporre all’assemblea degli azionisti – anteponendo alla parola «indipendenza» l’espressione «preferibilmente». E a chi sostiene che nel suo caso quale inibitoria potrebbe valere la condanna per la vicenda di Porto Tolle, giovedì ha risposto lo stesso Renzi precisando che «quel tipo di condanna (reati ambientali e responsabilità oggettiva, ndr) non è d’ostacolo alla nomina».
LE NUOVE REGOLE
Ma quali sono le condanne che potrebbero invece essere d’ostacolo? Qui si apre un altro capitolo, sempre con riferimento alle nuove condizioni poste dal Tesoro, un capitolo che proprio giovedì è stato argomento di serrato confronto tra Scaroni e Renzi. Il premier – che pure sembra non condividere i criteri ragionieristici che ispirano la griglia proposta dal ministero dell’Economia, volendo invece dare una svolta autentica alla tradizione delle nomine in Italia – si è infatti detto pienamente d’accordo con il ministro Giancarlo Padoan secondo il quale, in contrasto con le regole in vigore in tutto il mondo capitalistico, non possono essere nominati amministratori di società partecipate dallo Stato i manager che abbiano subito un rinvio a giudizio per reati finanziari. Rinvio a giudizio, non condanna: una novità, questa, che farà discutere anche oltre le nomine di questa tornata, visto che invece la Banca d’Italia pone quale soglia inibitoria per i banchieri non il rinvio a giudizio ma la condanna in primo grado. (Il Messaggero)
Sulle nomine delle società pubbliche parte il conto alla rovescia. Il governo presenterà tutte insieme le liste dei candidati
IL NUMERO In totale sono oltre 600 le poltrone che dovranno essere assegnate De Gennaro verso la conferma in Finmeccanica
Il governo prepara il ricambio dei vertici delle grandi società pubbliche. A otto giorni dalla scadenza del termine – domenica 13 aprile – per depositare le liste dei candidati al nuovo consiglio di amministrazione dell’Eni, e a seguire delle altre quotate, si delinea un ampio rinnovamento dei vertici in scadenza, compresi quelli di Enel, Finmeccanica, Terna e Poste.
È intenzione del governo presentare tutte insieme le liste dei candidati. Antipasto per una raffica di nomine che riguarda 600 poltrone. Il premier Matteo Renzi ha indicato il 12 aprile come la data in cui verranno ufficializzate le candidature della prima tornata.
La linea che sta emergendo è che tutti gli amministratori delegati in scadenza in queste cinque società dovrebbero essere sostituiti, salvo colpi di scena. L’istruttoria fatta dai circoli renziani ha rilevato punti deboli in quasi tutte queste società. L’Eni fa meno utili del 2005, l’anno in cui è arrivato al timone Paolo Scaroni, c’è stata la crisi ma il prezzo del petrolio oggi è assai più elevato. L’Enel ha un pesante indebitamento, effetto della campagna acquisizioni condotta da Fulvio Conti, preso in contropiede dalla crisi, in part i c ol a r e in Spagna. Finmeccanica, reduce da travagli e numerose inchieste giudiziarie, negli ultimi 14 mesi con il nuovo a.d., Alessandro Pansa, si è orientata sui profili finanziari e sul controverso piano di cessione del settore trasporti più che sulle strategie industriali per rafforzarsi nell’aerospazio. L’a.d. di Terna da nove anni, Flavio Cattaneo, è quello che può esibire i migliori risultati economici e in Borsa, anche se il 70% dei profitti sono stati generati dalle attività regolamentate, nelle quali conta soprattutto la capacità di lobby.
L’unico tra gli uscenti per il quale si profila la conferma è Gianni De Gennaro, presidente di Finmeccanica dal 4 luglio 2013, nominato dal governo Letta con l’appoggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. È svanita l’ipotesi di un approdo in Finmeccanica di Franco Bernabè, il quale sarebbe uscito anche dal giro dei candidati alla presidenza Eni. Le quotazioni di Bernabè sono in netto calo con l’uscita dai tavoli sulle nomine di Marco Carrai, amico di Renzi.
Vengono considerati in uscita sia l’a.d. dell’Eni Scaroni sia quello dell’Enel Conti, in carica da nove anni, nominati dal governo Berlusconi. Per entrambe l e società dell’energia autorevoli fonti governative parlano di una scelta interna del nuovo capoazienda. All’Eni il candidato più in vista al momento è Claudio Descalzi, direttore generale del settore esplorazione e produzione. Ha perso quota l’ipotesi di nominare presidente Leonardo Maugeri, ex direttore strategie dell’Eni con Bernabè e Vittorio Mincato. Finché non sarà definito il pacchetto completo la soluzione per l’Eni rimane incerta.
All’Enel Conti potrebbe riuscire a ottenere la presidenza. Il principale candidato a.d. è Francesco Starace, a.d. della controllata Enel Green Power, o in alternativa il direttore finanziario Luigi Ferraris. Un altro possibile candidato sostenuto dai buoni risultati è Andrea Brentan, a.d. della controllata spagnola Endesa. Nelle ultime ore è riemersa una candidatura esterna, quella di Giovanni Castellucci, a.d. di Atlantia (Benetton). Per Starace come seconda soluzione ci sarebbe Terna.
Anche per Finmeccanica si guarda soprattutto all’interno. Il principale candidato è Giuseppe Giordo, a.d. di Alenia, l’azienda che nel 2013 ha dato i migliori risultati di cassa al gruppo. L’attuale a.d., Pansa, potrebbe andare a Fint ecna. Tra i candidati a Finmeccanica c’è anche Antonio Perfetti, al vertice di Mbda ( missili), mentre dall’esterno si muove Domenico Arcuri, a.d. di Invitalia, manager con profilo finanziario e ottime relazioni, dalemiano con appoggi anche berlusconiani: e oggi Arcuri dovrebbe partecipare a Rimini a un ” talk show” della «Gran Loggia» 2014 del « Grande Oriente d’Italia», la massoneria. Arcuri è in corsa anche per Poste o Terna. Per queste destinazioni si fa anche il nome di Luigi Gubitosi, direttore generale Rai: se lasciasse viale Mazzini, Renzi potrebbe mandare alla Rai un suo uomo, Antonio Campo Dall’Orto, ex a.d. di Mtv e La7 e Ti Media.
Un altro nome gettonato è Francesco Caio, ex a. d. di Avio ed ex commissario Agenda digitale. Caio è tra i possibili candidati a. d. di Finmeccanica o di Poste, da cui è in uscita Massimo Sarmi, il quale punta alla presidenza. Per le Poste c’è la candidatura dell’a.d. delle Generali, Mario Greco, vicino a Renzi e, secondo indiscrezioni, non più solido a Trieste per contrasti con i maggiori azionisti privati del Leone ( Caltagirone, De Agostini, Del Vecchio). Un’alternativa sarebbe Monica Mondardini, a.d. del gruppo Cir e Espresso: ma se alle Poste dovesse andare Greco, Mondardini potrebbe approdare alle Generali, dove è già stata alla testa delle attività in Spagna. Per Mondardini sarebbe un incastro perfetto. Direttore operativo Eni Direttore generale del settore esplorazione e produzione dell’Eni dal 2008, nato nel 1955, ha cominciato la carriera nel gruppo Eni nel 1981 come ingegnere di giacimento. Potrebbe essere candidato alla carica di amministratore delegato dell’Eni Direttore generale Rai Dg della Rai dal luglio 2012, nato nel 1961, è stato ad di Wind Telecomunicazioni dal 2005 al 2012. Ha lavorato nel gruppo Fiat dal 1986 al 2005 fino all’incarico di direttore finanziario. Potrebbe essere candidato al vertice di Poste o Terna Ad di Enel Green Power dal 2010, nato nel 1955, è entrato in Enel nel 2000 ed è stato direttore della divisione mercato dal 2005 al 2008.È stato dirigente di Sae Sadelmi (gruppo Ge), di Abb e Alstom Power. Potrebbe essere candidato alla guida dell’Enel o di Terna Nata nel 1960, ha lavorato nell’editoria nel Gruppo Fabbri e in Hachette. Nel 1998 è entrata nel gruppo Assicurazioni Generali fino a diventare ad del gruppo in Spagna. Dal 2008 è ad del Gruppo Espresso e dal 2012 di Cir. Potrebbe approdare al vertice di Poste Nato nel 1962, Luigi Ferraris è il Chief Financial Officer di Enel S.p.A. e, dal settembre 2010, Presidente di Enel Green Power. Laureato in Economia e Commercio, è entrato in Enel nel 1999. È tra i candidati alla carica di amministratore delegato di Enel Amministratore delegato di Alenia Nato a Treviso nel 1965, è attualmente amministratore delegato di Alenia Aeronautica e responsabile del settore aeronautico di Finmeccanica. Nel 2004 era stato nominato Presidente e ad di Alenia North America. Potrebbe essere candidato ad di Finmeccanica Presidente Finmeccanica Nato nel 1948, ex capo della Polizia, commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. È presidente di Finmeccanica dal 4 luglio 2013, e va verso la conferma per altri tre anni. (Il Sole 24 Ore)
5 aprile 2014