Il nuovo direttore: «Sostenere i poveri di casa nostra». Durante l’ultimo biennio assistiti cinquecento nuclei
Adesso tocca a lui. Don Davide Corba ha preso il testimone della Caritas diocesana da Paolo Zanet. Il successore si assume subito un impegno forte per i suoi primi cento giorni di mandato: «Lavorare sul territorio per aiutare i poveri di casa nostra».
Tra i due c’è quasi una generazione. L’uscente è nato nel 1951, il nuovo direttore nel ’68. Arriva da esperienze diverse e complementari: l’assistenza spirituale nel settore giovani dell’Acli, il Cedis, l’attività di volontariato tra gli alcolisti, l’oratorio di San Vito, la guida spirituale a Claut e San Leonardo. Nel mosaico ora si inserisce l’organismo di solidarietà di via Martiri Concordiesi. «Vorrei radicare in maniera profonda – annuncia Corba – l’aspetto della carità all’interno della pastorale, con gruppi presenti e attivi in tutte le 188 parrocchie tra il Livenza e il Tagliamento. L’avanzare continuo del fronte dell’emergenza materiale ci impone di promuovere tutti insieme un impegno forte, condotto in sinergia tra le varie realtà, sviluppando una sensibilità ancora maggiore. Penso ai “nostri” poveri, che sono sempre di più: hanno bisogno di risposte concrete e celeri». Anche perché da questo status d’indigenza possono nascere altri fattori negativi a catena, dando vita a una spirale avvelenata.
Lo sa bene Paolo Zanet, arrivato in Caritas nel 1997, per un lustro e mezzo al vertice: «Successe – racconta – quando all’improvviso don Livio Corazza venne chiamato a Roma. In questi 5 anni mi sono mosso in continuità con il suo mandato, ritenendola un’esperienza insuperabile di servizio alla persona, per chi come me è un diacono permanente».
Ma qual è il bilancio di un’associazione come la Caritas? Zanet, riassume: «Abbiamo accompagnato chi era in difficoltà, lottato contro la tratta delle ragazze, aiutato donne e migranti, promosso iniziative sociali, tamponato emergenze. Mi resta un pizzico di rammarico osservando che forse è stato ottenuto un riconoscimento maggiore all’esterno della comunità cristiana che al suo interno. Purtroppo c’è ancora chi crede – Zanet allarga le braccia – che in certi casi sia sufficiente fare beneficenza. In effetti è più facile dare 10 euro a una persona che accompagnarla e sostenerla lungo un percorso di mirata dignità». Il direttore uscete della Caritas ha un’idea chiara sulla Grande Crisi seguita passo passo dal suo osservatorio: «Durante l’ultimo biennio abbiamo incrociato più di 500 famiglie. Il numero di coloro che vivono situazioni di disagio economico è spaventoso e cresce ogni mese. Vanno seguite giorno per giorno. E il futuro sarà al loro fianco perché la solidarietà non può mai fermarsi. Senza dimenticare le accoglienze dei richiedenti asilo: ormai siamo ben attrezzati per l’ordinario, è il momento del salto di qualità».
Gazzettino – 19 novembre 2012