È stato firmato il provvedimento dell’agenzia delle Entrate che integra l’archivio dei rapporti finanziari. Prende corpo così il nuovo sistema di controllo rafforzato su saldi e movimenti dei conti correnti e degli altri tipi di strumenti finanziari. Conti correnti, depositi, ma anche contratti derivati, fondi pensioni e acquisti di oro e preziosi. Arriva l’Anagrafe dei rapporti finanziari e per gli evasori diventerà più difficile aggirare il fisco. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha firmato il provvedimento che rende operativo l’Anagrafe, rendendo operativo quanto previsto con una delle manovre del passato. I primi dati inizieranno ad affluire a fine ottobre e saranno relativi al 2011. Poi a marzo 2014 quelli del 2012. Quindi di aprile in aprile quelli dell’anno precedente.
La lotta all’evasione potrà utilizzare così un nuovo e pungente strumento. Manca solo l’indicazione relativo ai controlli sui conti scudati, quelli che nel passato hanno utilizzato la sanatoria per il rimpatrio e la regolarizzazione di fondi esportati illegalmente all’estero. Ma una nota aggiuntiva, assicurano i tecnici, arriverà a giorni.
Ecco cosa prevedono le nuove norme che, in linea con le indicazioni dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, utilizzano per l’integrazione dell’archivio dei rapporti finanziari, il Sid (Sistema di Interscambio flussi Dati), nuovo canale di trasmissione di dati dell’Agenzia delle Entrate.
Il sistema per lo scambio dei dati, il Sid. Ogni singolo operatore finanziario deve avviare la procedura di registrazione al Sid secondo le modalità descritte sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate. Il canale Sid prevede l’interconnessione application-to-application tra sistemi informativi e apposite misure di sicurezza di natura tecnica e organizzativa.
L’invio dei dati. I dati e le informazioni relativi all’anno 2011 vanno inviati entro il 31 ottobre 2013. Quelli relativi all’anno 2012 vanno, invece, inviati entro il 31 marzo 2014. A regime, gli operatori finanziari dovranno effettuare la comunicazione annualmente e trasmetterla entro il 20 aprile dell’anno successivo a quello al quale sono riferite le informazioni. Un successivo provvedimento del direttore dell’Agenzia individuerà i criteri per l’elaborazione di specifiche liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione.
I dati da comunicare. I dati da trasmettere con la comunicazione integrativa annuale sono quelli identificativi del rapporto finanziario, quelli relativi ai saldi iniziali e finali del rapporto riferiti all’anno interessato dalla comunicazione e i dati degli importi totali delle movimentazioni distinte tra dare e avere per ogni tipologia di rapporto, conteggiati su base annua.(tratto da ItaliaOggi)
Dossier Fisco e conti
La selezione dei dati finanziari dei contribuenti da parte dell’agenzia delle Entrate
Entro il 31 ottobre 2013 – e non più entro il mese di aprile, quindi – dovranno essere comunicate, in particolare, le informazioni relative alle diverse tipologie di rapporti attivi nel 2011. Lo scorso 7 marzo si è tenuto, infatti, un incontro delle principali associazioni di categoria delle banche e degli altri operatori finanziari con l’agenzia delle Entrate, nel corso del quale è stato concordato il nuovo calendario per l’invio delle comunicazioni annuali: quelle relative al 2012, perciò, dovranno essere trasmesse entro il 31 marzo 2014, mentre a regime i dati degli anni successivi dovranno essere inviati entro il 20 aprile (per i dati relativi al 2013 la scadenza è il 20 aprile 2014).
Il provvedimento del direttore dell’Agenzia, Attilio Befera, attua le disposizioni dell’articolo 11, commi 2 e 3, del Dl 201/11, convertito con modificazioni dalla legge 214/11 (sul contenuto e sull’utilizzo in chiave anti-evasione dell’archivio, si veda l’articolo in basso). In particolare, gli intermediari finanziari elencati all’articolo 7, sesto comma, del Dpr 29 settembre 1973, n. 605 (già obbligati alla comunicazione all’anagrafe tributaria prevista dal provvedimento del 19 gennaio 2007), – tra cui banche, Poste italiane, intermediari, imprese di investimento, organismi di investimento collettivo del risparmio e società di gestione del risparmio – dovranno segnalare i dati identificativi del rapporto, compreso il codice univoco, riferito al soggetto persona fisica o non fisica che ne ha la disponibilità e a tutti i cointestatari (nel caso di intestazione a più soggetti), nonché i dati relativi al saldo iniziale al 1° gennaio e al saldo finale al 31 dicembre. Per i rapporti avviati nel corso dell’anno il saldo iniziale ovviamente dovrà tener conto della data di apertura, mentre per quelli chiusi nel corso dell’anno il saldo andrà contabilizzato al momento della data di chiusura. Andranno anche indicati i dati relativi agli importi totali delle movimentazioni distinte tra dare e avere per ogni tipologia di rapporto conteggiati su base annua. Finiranno nel censimento, oltre ai conti correnti, tra l’altro, i conti deposito titoli, le gestioni patrimoniali, i rapporti fiduciari (legge 1966/39), le carte di credito/debito, le operazioni extra-conto, le cassette di sicurezza (relativamente al numero di accessi annuali), certificati di deposito e buoni fruttiferi e contratti derivati.
Sono esclusi, invece, fondi pensione e finanziamenti. Per garantire la sicurezza delle trasmissioni informatiche è previsto che gli operatori finanziari comunichino i dati utilizzando, previa registrazione sul sito internet delle Entrate, la nuova infrastruttura Sid, attraverso la nuova piattaforma di file transfer protocol (Ftp). Nel solo caso di trasmissione di file inferiori a 20 mb in formato compresso, è possibile l’utilizzo, sempre in modalità automatizzata, del servizio di posta elettronica certificata. Sempre nella prospettiva della sicurezza e della tutela della riservatezza viene poi stabilito che i dati siano conservati entro i termini di decadenza dell’accertamento e quindi fino al 31 dicembre del sesto anno successivo a ogni anno d’imposta, dopo di che saranno automaticamente cancellati (Il sole24 Ore).
Redditometro Primo Passo al di là della Privacy
di ENRICO MARRO – Il Corriere della Sera
L’idea che l’Agenzia delle Entrate sappia in ogni momento tutto quello che abbiamo in banca, quanto spendiamo con la carta di credito e perfino se abbiamo la cassetta di sicurezza e quante volte l’abbiamo aperta, non può non creare un certo fastidio. Anche a chi non ha nulla da nascondere. E allora questa invasione nella vita privata, che certo avverrà con tutte le precauzioni e le garanzie del caso (ce lo assicura il Garante per la privacy e ovviamente speriamo che sia così), può avere senso e può essere tollerata solo se servirà a ridurre l’evasione fiscale, oggi a un livello troppo alto, se la stessa Agenzia stima che ogni anno vengano sottratte alle entrate ben 120 miliardi.
Ci vuole insomma uno scambio: solo se presto il contribuente onesto pagherà meno tasse perché lo Stato sarà riuscito a farle pagare a tutti, allora il prezzo pagato all’invadenza del fisco sarà servito a qualcosa. Ora, si può ragionevolmente pensare che questo Grande fratello fiscale rafforzi la deterrenza. Ma essa da sola non basta.
Quanti annunci sulla lotta agli evasori per scoprire che ancora oggi un contribuente su due dichiara meno di 16mila euro? Da anni il governo considera un successo recuperare 12-13 miliardi l’anno di evasione (di cui solo una parte da azioni di contrasto), il 10% del totale, e non pare intenzionato a fare di più, visto che anche per il 2013 gli accertamenti saranno solo 35 mila. Ma se vuole continuare così, non aveva bisogno del Grande fratello. Soprattutto se questo finirà per guardare i soliti noti e non chi con mille trucchi realizza grandi evasioni senza lasciare tracce nelle banche italiane. E poi, magari, scuda tutto.
26 marzo 2013 – riproduzione riservata