Sfilano sul palco i genitori dei 34 bambini che hanno ricevuto le infusioni di cellule del metodo Stamina. Il clima della conferenza stampa è arroventato, hanno sguardi esasperati e di sospetto nei confronti dei giornalisti, qualcuno grida «assassini».
Mostrano i loro figli in carrozzina colpiti da malattie fortemente invalidanti ai quali forse arrivano solo suoni indistinti, di voci alterate. Nelle stesse ore il ministro della Salute Beatrice Lorenzin annuncia di aver nominato il nuovo Comitato di esperti che dovranno valutare ripartendo da zero se ci sono i presupposti per avvalorare questa «cura».
Ogni testimonianza è accompagnata dalla proiezione di certificati medici che documentano i miglioramenti smentiti in questi giorni da un rapporto degli Spedali Civili di Brescia dove sono state somministrate le cure «ordinate» da sentenze di giudici. Per le famiglie un movimento della mano, un sorriso, il ginocchio che si piega anziché restare immobile come quello di una bambola sono invece segni di efficacia e di speranza. «Federico ha il morbo di Krabbe. Ha perso l’uso di gambe, braccia e parola. A 3 anni gattonava. Dopo 5 infusioni si alimenta normalmente e respira senza problemi. Se lo chiamo, si gira» racconta il papà accarezzando il viso paffuto del piccolo che spalanca gli occhi grandi e lucidi. Conferma i suoi progressi già dopo due trattamenti lo specialista di medicina fisica e riabilitativa della Asl Marche1: «Ipertono arti inferiori decisamente diminuito, gli arti superiori, le mani, mostrano piccoli cenni di movimento. Il capo, completamente ipotonico, se posizionato riesce a mantenere la posizione». Federico, Smeralda, Celeste, Ginevra, Sebastian, Daniele, Desirè. I loro genitori hanno reso pubblici per la prima volta certificati e video girati dai medici curanti. Marcello Villanova, neurologo dell’ospedale Nigrisoli di Bologna, ha seguito due piccoli malati di Sma, l’atrofia muscolare spinale che inibisce la respirazione e prosciuga i muscoli, e ne ha filmato le condizioni del prima e del dopo. Nella sala affollata di malati, parenti, sostenitori, si levano applausi.
«Per noi sentirci dire dal medico di portare la bambina in corridoio a passeggiare è una felicità immensa», racconta Giuseppe, papà di Smeralda, bloccata alla nascita dall’anossia cerebrale grave dopo il parto. Mancava solo Sofia, la bimba fiorentina con leucodistrofia metacromatica, già in terapia con le cellule di Stamina, ricoverata ieri all’ospedale Meyer. Le sue condizioni ora sono tornate sotto controllo dopo una grave crisi respiratoria. Storie che sembrano contraddire il rapporto dei Nas sul rischio infettivo legato alla somministrazione di questo materiale preso dal mesenchimo, il midollo osseo. In contraddizione con il parere senza appello del primo Comitato di esperti nominato dal ministero della Salute e poi sospeso dal Tar del Lazio per mancanza di imparzialità dei componenti. E poi dalle indiscrezioni uscite dall’inchiesta della Procura di Torino che vede come indagato per truffa Davide Vannoni, fondatore di Stamina.
Dovrà fare chiarezza una volta per tutte il Comitato appena nominato secondo l’ordinanza del Tar e il parere dell’avvocatura dello Stato. Presidente una figura di calibro mondiale, Mauro Ferrari, che dirige a Houston il più grande centro mondiale di nanotecnologie. Assieme a lui Sally Temple, staminalista del Neural Stem Cell di New York, il collega tedesco Curt R. Freed, università del Colorado, Vania Broccoli, del San Raffaele, Francesco Frassoni, Gaslini di Genova, Carlo Dionisi Vici, esperto di malattie metaboliche al Bambin Gesù, Antonio Uccelli, centro sclerosi multipla sempre a Genova. Vannoni però rinnova le accuse: «Il comitato non è equilibrato come chiedeva il Tar. Deve essere integrato con i nostri esperti». È duro lo scontro tra ministero e Stamina. Lorenzin ha annunciato che denuncerà il vicepresidente Marino Andolina per le sue affermazioni su «presunti complotti e consigli che il ministro avrebbe ricevuto dalla criminalità organizzata».
Margherita De Bac – Il Corriere della Sera – 29 dicembre 2013