E’ atteso per venerdì 15 marzo l’insediamento dei nuovi parlamentari eletti nella tornata di ieri e oggi. Camera dei Deputati e Senato della Repubblica provvederanno anzitutto all’elezione dei rispettivi uffici di presidenza.
Per le prime votazioni sarà necessaria la maggioranza qualificata, mentre successivamente basterà la maggioranza assoluta. Particolare attenzione sulla figura del presidente del Senato, supplente, come noto, del Presidente della Repubblica.
Entro sabato 16 marzo saranno dunque eletti i presidenti dei due rami del Parlamento: con la costituzione dei gruppi parlamentari si avvierà la consultazione al Quirinale per la formazione del nuovo governo. Toccherà al Presidente della Repubblica uscente, Giorgio Napolitano, nominare il nuovo presidente del consiglio dei ministri, che si sottoporrà al voto di fiducia del Parlamento. Subito dopo arriverà l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica: il 15 aprile, per norma costituzionale 30 giorni prima dallo spirare del mandato, il Parlamento si riunirà in seduta comune per scegliere il successore di Napolitano.
Dopo il voto si apriranno le operazioni che porteranno al nuovo Parlamento. Un cronoprogramma scandito da scadenze già fissate- come la prima riunione delle Camere, che si terrà venerdì 15 marzo – e da altre che invece rimangono per il momento appese al risultato che uscirà dalle urne. Dunque, di quale Governo si riuscirà a fare e in che tempi. Prospettiva alla quale è legata la scadenza del mandato del presidente della Repubblica. Il 15 maggio, infatti, Giorgio Napolitano termina il settennato. Dovrebbe, dunque, essere lui, come ha fatto intendere anche nel recente passato, a dare l’incarico per formare il nuovo Governo, per poi passare il testimone. Appuntamento per il quale il Parlamento si muoverà – come prevede la Costituzione – un mese prima della scadenza del mandato, con la convocazione, da parte del presidente di Montecitorio, delle Camere, integrate dai delegati regionali, in seduta comune. Si potrebbe aprire, però, un altro scenario, ovvero che il Capo dello Stato segua la formazione del nuovo Esecutivo, ma poi anticipi l’uscita, così da permettere al Parlamento di bruciare le tappe per l’elezione del nuovo inquilino del Colle. Ipotesi che appare remota, anche perché si tratterebbe di acquistare poche settimane. Mentre – per quanto al momento resti un’ipotesi di scuola – il presidente della Repubblica potrebbe dimettersi prima di dare l’incarico (è successo anche nel recente passato), così da consentire al Parlamento di eleggere il nuovo Capo dello Stato, al quale spetterebbe dare l’incombenza di formare il Governo. Più lineare è, invece, il percorso che porterà all’insediamento del nuovo Parlamento. L’unica incognita è legata ai volti che siederanno negli scranni di Montecitorio e di Palazzo Madama. L’identità di molti deputati e senatori, infatti, la si conoscerà solo il giorno della prima seduta delle Camere, allorché gli eletti che risultano candidati in più circoscrizioni decideranno il seggio di appartenenza, liberando così tutti gli altri posti e aprendo la strada a quelli che in lista vengono subito dopo loro. Avvicendamenti che sicuramente coinvolgeranno il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, che risulta candidato al Senato in 18 circoscrizioni. Più contenuta, invece, la presenza di Pier Luigi Bersani, presente solo in tre circoscrizioni della Camera. Tra i candidati premier, a coprire quasi tutte le circoscrizioni (resta esclusa solo la Valle d’Aosta) è la guida di Rivoluzione civile, Antonio Ingroia, candidato alla Camera. Così come è diffusa la presenza di Oscar Giannino, candidato premier di Fare per fermare il declino, che corre per Montecitorio ed è ai primi posti della lista in 18 circoscrizioni.
Ricomposto il puzzle delle pluricandidature, nella prima seduta si darà il via all’elezione dei rispettivi presidenti. Operazione che al Senato si chiuderà senz’altro il giorno successivo, sabato 16 marzo. E altrettanto dovrebbe verificarsi alla Camera, anche se a Montecitorio le regole sono diverse da Palazzo Madama. Adempimento che darà il via a tutti gli altri (insediamento dell’ufficio di presidenza, formazione dei gruppi, costituzione delle commissioni) che permetteranno alla XVII legislatura di entrare nel vivo.
25 febbraio 2013