Come cambia la rilevazione delle imposte: possibili scostamenti fino al 20%. Cosa entra nel mirino e le garanzie per il contribuente. Atteso come l’arma letale della lotta contro l’evasione fiscale, il nuovo redditometro entra da oggi nell’arsenale dell’Agenzia delle Entrate. Con la circolare operativa 24E diffusa ieri, il direttore dell’Agenzia, Attilio Befera, ha dato istruzioni agli uffici che da subito potranno avviare la selezione dei contribuenti a maggior rischio di evasione, partendo dai redditi del 2009. Il redditometro è un meccanismo presuntivo di determinazione del reddito basato sulla ricostruzione delle spese sostenute dai contribuenti, gran parte delle quali sono già note all’amministrazione fiscale.
In pratica gli ispettori tributari saranno in grado di comparare i redditi dichiarati da ciascun contribuente con le spese ed il tenore di vita effettivo, ricostruito in buona parte, ma non solo, sulla base di elementi certi. E quando questo scostamento tra i redditi denunciati al fisco e la spesa effettuata in un determinato anno eccede il 20%, scatterà l’accertamento vero e proprio. Rispetto al passato, il nuovo redditometro è ben più penetrante e molto meno aleatorio, così che le contestazioni del fisco siano più circostanziate e puntuali. Nello stesso tempo il nuovo meccanismo prevede precise garanzie per i contribuenti, sui quali ricade l’onere della prova, con i quali il fisco instaurerà un doppio contraddittorio. Ad esser presi come riferimento per calcolare lo scarto del 20% saranno solo i redditi determinabili grazie ad elementi certi, come le spese note, e alla disponibilità di beni di cui il fisco conosce esistenza e caratteristiche, rapportati anche al reddito dell’intera famiglia. Il caso può chiudersi subito se il contribuente dimostra la correttezza del suo operato, ma può essere approfondito e dare luogo ad un vero e proprio accertamento, con l’invito da parte del fisco a pagare il dovuto.
Così i controlli
Gli accertamenti con il nuovo redditometro scatteranno subito e riguarderanno in questa prima fase i redditi del 2009. Saranno selezionati i contribuenti che presenteranno gli scarti più consistenti tra il reddito dichiarato e quello ricostruito dall’Agenzia sulla base di spese certe e disponibilità di beni di cui il fisco è a conoscenza e di cui conosce le caratteristiche (come barche, auto di lusso, ville). In ogni caso lo scarto registrato dovrà essere superiore al 20% anche su un solo periodo di imposta. Nella selezione dei contribuenti l’Agenzia delle Entrate terrà conto anche del reddito complessivo dichiarato dalla famiglia, per evitare di avviare controlli nei confronti di contribuenti la cui capacità di spesa risulterebbe pienamente coerente a livello di reddito familiare. Nella ricerca dei contribuenti da sottoporre a controlli ulteriori e più incisivi il fisco comunque non considererà le spese per i beni di uso corrente, che vengono calcolate dal redditometro sulla spesa media Istat, e che entrano in gioco , eventualmente, in una fase successiva. Se gli agenti del fisco rilevano lo scarto superiore del 20% invitano il contribuente a presentarsi per offrire spiegazioni, indicando gli elementi e le circostanze rilevanti.
Dialogo aperto, ai contribuenti l’onere della prova
L’accertamento sintetico con il redditometro prevede una doppia garanzia per il contribuente, con un doppio contraddittorio con il fisco prima di arrivare alla definizione degli addebiti. Appena ricevuto l’invito a presentarsi e chiarire quella discrasia tra il reddito dichiarato e quello che risulta al fisco sulla base delle spese conosciute e presunte, il contribuente potrà dare tutte le spiegazioni necessarie. Trattandosi di contestazioni basate su spese certe, occorreranno prove certe: una fattura per dimostrare l’inesattezza delle informazioni del fisco, il verbale di sequestro di un mezzo per giustificare la mancata disponibilità. Sarà possibile dimostrare che le spese che risultano al fisco sono state sostenute con redditi maturati in anni diversi, o esenti, o già soggetti a imposta sostitutiva, oppure che siano state sostenute da terzi. Bisognerà esser pronti a rispondere in modo convincente anche sugli investimenti effettuati nel corso del periodo d’imposta oggetto dei controlli e sul risparmio eventualmente accumulato. Se il contribuente fornisce elementi esaustivi il controllo degli ispettori fiscali si chiude qui, in questa primissima fase, senza alcuna conseguenza.
L’accertamento con adesione per chiudere la partita
Se le prove prodotte dal contribuente non fossero sufficienti, il fisco deciderà di andare più a fondo e chiederà conto anche delle spese più comuni, come quelle per il vitto ed i trasporti, che vengono stimate sugli indici Istat. In questo caso il contribuente potrà contestare le presunzioni degli ispettori fiscali non necessariamente presentando prove documentali, ma anche argomentazioni logiche. L’uso dell’automobile di un parente, di una mensa aziendale per i pasti. Fermo restando che sarà sempre possibile dimostrare che certe spese sono state sostenute da terzi, o affrontate con redditi esenti o per i quali non c’è obbligo di dichiarazione. Tutto questo avviene sempre nell’ambito del contraddittorio, con incontri verbalizzati. Nel processo di determinazione sintetica del reddito il fisco è obbligato ad attivare l’accertamento con adesione. Se gli ispettori non sono convinti delle argomentazioni dei contribuenti invieranno un nuovo invito al contraddittorio con la quantificazione del maggior reddito accertabile e delle maggiori imposte e la proposta di adesione ai contenuti dell’invito. Occorrerà pagare entro quindici giorni per avere le sanzioni ridotte. Oppure avviare un contenzioso, ricorrendo alla giustizia tributaria.
Il redditometro parte dalle spese certe. Medie Istat solo in secondo momento
Il nuovo redditometro mette nell’angolo le medie Istat. Il nuovo strumento di accertamento prenderà in considerazione solo le spese certe, vale a dire quelle già conosciute dal Fisco perché vengono comunicate all’Anagrafe tributaria o perché sono state indicate dal contribuente stesso in dichiarazione dei redditi. Ci sarà un doppio contraddittorio con il contribuente. I soggetti da sottoporre a controlli saranno scelti in base a un’analisi del rischio evasione. E comunque il Fisco tollererà uno scostamento del 20% tra capacità di spesa e reddito dichiarato. Sono i principali chiarimenti della circolare 24/E con cui l’agenzia delle Entrate ha precisato il funzionamento del nuovo strumento di accertamento attuato dal decreto del ministero dell’Economia del 24 dicembre 2012.
Niente retroattività
La versione 2.0 si applica agli accertamenti a partire dall’anno d’imposta 2009, in pratica ai redditi dichiarati con il modello Unico 2010 o con il 730/2010. Per gli anni d’imposta precedenti su usa il vecchio metodo. Una chiusura – peraltro già anticipata nel corso di Telefisco 2013 – sull’ultilizzo retroattivo del nuovo strumento.
La circolare punta a offrire maggiori garanzie al contribuente anche dopo le polemiche sorte all’indomani dalla pubblicazione del decreto attuativo in «Gazzetta Ufficiale». Polemiche che avevano riguardato soprattutto l’utilizzo delle medie Istat nel calcolo complessivo dell’effettiva capacità di spesa del contribuente. Ora l’agenzia conferma le anticipazioni emerse nelle scorse settimane. Le medie Istat saranno utilizzate solo in un secondo momento. Mentre il Fisco partirà solo dalle spese già conosciute. Ma quali sono? Si tratta di:
1) spese certe sostenute direttamente dal contribuente o dal familiare fiscalmente a carico risultanti dall’Anagrafe tributaria o indicate dal contribuente stesso in dichiarazione dei redditi;
2) le spese per elementi certi, ottenute applicando ai valori presenti in Anagrafe tributaria o, comunque, disponibili (come potenza delle auto, lunghezza delle barche) altri parametri ricavati per esempio da analisi degli operatori appartenenti ai settori economici;
3) la quota relativa agli incrementi patrimoniali;
4) la quota del risparmio formatasi nell’anno.
La selezione
Le spese certe entrano in gioco già nella fase di selezione. Con una precisa indicazione fornita dalla circolare: «La prima garanzia della corretta ed efficace applicazione del nuovo strumento di accertamento è costituita da un’attenta attività di analisi che porta all’individuazione delle posizioni a maggior rischio evasione». Saranno selezionati coloro che presentano scostamenti significativi tra reddito dichiarato e capacità di spesa, «avendo cura di evitare situazioni di marginalità economica – si legge nella circolare – e categorie di contribuenti che, sulla base dei dati conosciuti, legittimamente non dichiarano in tutto o in parte i redditi conseguiti».
Il Sole 24 Ore e il Corriere della Sera – 1 agosto 2013