Nuovo ruolo Commissione su Efsa, scontro nel Consiglio direttivo
Paola Testori Coggi ha illustrato entro il Consiglio Direttivo (Management Board) dello scorso 14 marzo a Parma, nuovi poteri della Commissione Europea su EFSA: entro la Direzione Generale Salute e Consumatori (DG SANCO) infatti qualora vi fossero fondati motivi per ritenere che EFSA non sta seguendo il proprio mandato, o stia violando la legge europea, o ancora, contravvenendo a obiettivi più ampi di policy europea, potrebbe venire attivato un sistema di allerta.
Il sistema è da ritenersi applicato a tutte le agenzie, in caso il rappresentante della Commissione europea rappresentato nel consiglio di amministrazione delle agenzie lo ritenga opportuno.
In tale contesto, la Commissione potrebbe chiedere ad EFSA di sospendere azioni critiche, lasciando la possibilità di azioni investigative da parte del Consiglio Europeo, del Parlamento Europeo. Una sorta di potere di ultima istanza (“la bomba atomica”, lo ha definito la Testori) qualora si verificasse uno scollamento profondo tra agenzie indipendenti-dotate di una certa autonomia- e istituzioni europee.
Se infatti l’obiettivo iniziale della separazione dei poteri era quello di garantire indipendenza scientifica (che richiedeva perciò un certo grado di indipendenza amministrativa e più in genere politica), con il nuovo meccanismo si dovrebbe recuperare integrazione organizzativa rispetto ai poteri “accountable”, su cui i cittadini possono esercitare a loro volta un controllo. Ma le reazioni piccate non sono mancate, come quella di Marianne Elvander: le agenzie UE sono indipendenti, e il tentativo della Commissione di controllarle non va bene. Le agenzie non possono stare sotto le grinfie della Commissione.
Testori Coggi ha però spiegato che il controllo riguarda solo aspetti di trasferimenti economici dalla Commissione rispetto ad obiettivi di budget. Non copre affatto la discussione dei risultati scientifici di EFSA.
EFSA, più controllo, ma più indipendenza
Tale novità viene illustrata proprio in un momento di tagli alla spesa del 10%; e dopo che è stato rifiutato ogni sistema volto a stabilire tasse di scopo riscosse dalla Commissione e ipoteticamente da caricare sull’industria agroalimentare, per finanziare gli studi di EFSA. Se la separazione dalle influenze industriali sembra quindi essere stata garantita, la Commissione ha ritenuto di volersi ritagliare un ulteriore ruolo di controllo sulle attività di EFSA e delle agenzie indipendenti in genere, con poteri di ultima istanza.
Il tutto mentre EFSA si prepara a remunerare di tasca propria staff aggiuntivo rispetto a quello già presente nei panel per un totale di 5 milioni di euro all’anno. Tale mossa dovrebbe ulteriormente rendere più solido e indipendente il lavoro dei Panel, oggi costretti spesso a utilizzare pareri di ricercatori non di staff (i cosiddetti panelist) che planano a Parma una volta al mese. Questo ha infatti portato ad alcune obiezioni:
– 2-3 membri che svolgono funzioni di segretariato entro il Panel sono spesso responsabili del 90% del lavoro e delle conclusioni, con gli altri ricercatori chiamati di fatto a ratificare le decisioni già prese;
– la maggiore parte dei panelist sono oggi in difficoltà a lavorare gratis per EFSA, in ragione della nuova policy sul conflitto di interessi. Tale policy impedisce loro di ricevere finanziamenti esterni da parte di industrie (come ad esempio.borse di studio su progetti specifici). Questo fenomeno potrebbe portare i ricercatori più richiesti e bravi (le “guest-star”) a non voler lavorare per EFSA, in ragione del dover rinunciare ad altri finanziamenti. Con un nuovo sistema di ulteriori “assunti”, si potrebbe tamponare questa carenza attesa di personale (super) qualificato, anche se le ipotesi vanno poi testate empiricamente sul campo.
sicurezzaalimentare.it – 30 marzo 2013