Consiglio, legge pronta in 10 giorni. Limiti anche alla «monetizzazione»
Di Mario Abbruzzese, presidente del consiglio regionale del Lazio, non s’è vista manco l’ombra. Poco male: il caso che ha investito la Pisana, impreziosito dall’epopea di Franco «er Batman» Fiorito (alias «il federale») e dai resoconti ormai mitologici del toga party al Foro Italico, è stato comunque catapultato al primo punto dell’ordine del giorno della Conferenza dei presidenti dei consigli regionali d’Italia, finendo (com’era prevedibile) per monopolizzare l’intera riunione di giovedì sera. «E adesso, che facciamo?» si sono chiesti i presenti. Il rischio d’essere investiti da una nuova ondata di contumelie, lasciando perdere l’anti politica visto che nella faccenda capitolina di politico c’è davvero poco, ha convinto i presidenti delle assemblee regionali a correre ai ripari, in fretta: «Si predisporranno regole comuni per la stesura dei bilanci di tutti i consigli – spiega il veneto Clodovaldo Ruffato – così da evitare fraintendimenti e rendere più immediato il confronto tra le singole realtà (la Toscana, ad esempio, afferma di spendere per i gruppi appena 1 milione, escludendo però dal conteggio tutti gli stipendi per il personale, ndr.). Quindi, una volta che avremo il quadro completo delle spese, stabiliremo come armonizzarle, perché ci sono situazioni a dir poco fuori controllo, che generano episodi sconcertanti, come quello del Lazio, che poi paghiamo tutti». E’ l’eterna disfida tra i «virtuosi» e gli «spendaccioni», latente quando ce n’era per tutti ed esplosa ora, che i centesimi sono contati, in una virulenza che arroventa il clima già da si salvi chi può.
Il Veneto, a sentire Ruffato, non resterà comunque fermo. «Entro una decina di giorni presenteremo in aula come Ufficio di presidenza la legge sull’autonomia del consiglio, che con quella sull’autonomia della giunta costituisce uno dei provvedimenti attuativi del nuovo Statuto – annuncia Ruffato -. In quella sede provvederemo ad un ridimensionamento dei contributi ai gruppi (oggi ammontano a 4 milioni 755 mila euro, ndr.) ed introdurremo l’obbligo, per la prima volta, di affidare ad una società di revisione esterna il controllo dei conti della giunta, del consiglio ed anche dei singoli gruppi». La prima richiesta avanzata ieri su queste colonne dal coordinatore regionale del Pdl Alberto Giorgetti, dunque, è accolta. La seconda, ossia la pubblicazione online delle spese, è (in parte) già stata attuata: sul sito del consiglio, infatti, alla voce «Trasparenza», viene pubblicato ogni anno il bilancio consuntivo dell’assemblea, a cui sono allegati i rendiconti dei gruppi (oggi sono visibili solo quelli, parziali, del 2010, relativi ai primi 6 mesi della legislatura): «Lì si possono leggere tutte le cifre, settore per settore. Verificheremo con gli uffici la possibilità di specificare le voci più nel dettaglio» assicura Ruffato, fermo restando che i gruppi sono parificati ad associazioni private, per cui la strada che porta ai numeri è tortuosa e ricca di ostacoli.
L’ultima novità, e questa sarebbe davvero una piccola rivoluzione al Ferro Fini, è l’intenzione di porre dei paletti alla pratica, diffusa e prevista dalla legge, di «monetizzare» la mancata assunzione dei dipendenti spettanti ai gruppi, incamerando comunque i soldi destinati a stipendi e contributi: «Non sarà eliminata del tutto – chiude Ruffato – ma apporremo dei correttivi, ad esempio prevedendo che le somme corrispondenti possano essere utilizzate solo per consulenze o collaborazioni da parte di professionisti». Alla base, insomma, ci dev’essere un lavoro, i denari non potranno essere dirottati su flyer e cene al ristorante. Il pacchetto, certo, è nutrito. Vien da chiedersi se davvero arriverà in aula: «Con il taglio dei vitalizi e delle indennità la promessa l’abbiamo mantenuta» sorride il presidente. Vedremo.
Intanto il segretario del Pd Rosanna Filippin tiene a precisare che «non tutti i partiti sono uguali. Noi del Pd del Veneto, ad esempio, pubblichiamo già online i nostri bilanci, che dal prossimo anno saranno pure certificati dalla società PriceWaterHouse Coopers».
Marco Bonet – Corriere del Veneto – 22 settembre 2012