La procura usa per la prima volta la linea dura nei confronti dei possessori di due meticci di Vicenza e di Cogollo diventati il tormento di tutto il vicinato
Quanti, pur amanti degli animali, sono stati tentati almeno una volta di tappare la bocca al cane del vicino perchè non ne possono più del suo continuo abbaiare? Quanti hanno augurato il male peggiore non solo al cane, ma anche al vicino e a tutta la sua famiglia fino al quarto grado di parentela? Per i casi più difficili la procura di Vicenza ha scelto la linea dura.
Con due fra i primissimi provvedimenti assunti in materia, infatti, gli uffici giudiziari diretti dal procuratore Antonino Cappelleri hanno di recente emesso un decreto penale di condanna a carico dei padroni dei cani scatenati: una sanzione da 200 euro – di natura penale – per disturbo della quiete pubblica. Una multa da nulla, dirà il profano, senza ragionare sul fatto che si tratta della violazione di una contravvenzione penale. E che per opporsi bisogna presentarsi davanti ad un giudice in tribunale e farsi processare. Senza considerare che in passato la stessa procura ha fatto anche sequestrare un cane per queste ragioni.
Giampietro Schiavo, 51 anni, residente in città in strada Ca’ Balbi, era stato iscritto sul registro degli indagati qualche mese fa. Il vicentino è proprietario di un meticcio di piccola taglia che gli vuole un bene dell´anima ma che ha una caratteristica che infastidisce il vicinato: quando è solo in casa abbaia in continuazione. E poichè Schiavo va al lavoro il mattino presto e non torna che verso sera, significa che la bestiola inizia a tediare il vicinato verso le 7 del mattino e continua per ore e ore. In molte occasioni i vicini di casa l´hanno fatto presente a Schiavo; in particolare d´estate, il suo cane è causa di stress per decine di persone. L´animale viene lasciato libero, in giardino, e quando si calma basta che qualcuno passi davanti a casa per sentirlo riprendere. Se il proprietario lo chiude nel suo appartamento al pianterreno, a quel punto i condomini impazziscono. Sono state le forze dell´ordine, dopo più di un controllo, a segnalare Schiavo in procura. La sua presunta colpa è quella di non aver fatto in modo che il suo bastardino creasse meno disagi; dopo alcuni tentativi, infatti, ha spiegato a vicini e vigili urbani di essere rassegnato. «Non trovo giusto portarlo al canile». «Dobbiamo andarci a vivere noi?», ribattono i residenti del quartiere.
Al vicentino arriverà la sanzione, che interessa anche Adriano Marangon, 42 anni, di Cogollo, via Monte Cengio. Padrone di un meticcio di media taglia, è accusato di disturbo della quiete. I vicini attendono provvedimenti dal 2011, fino a quando non è scattata la denuncia perchè la bestiola non fa dormire nessuno.
È chiaro che il decreto è un tentativo di dare una risposta ai casi più spinosi, e che chi vive accanto ad un cane scatenato non può pensare di intasare gli uffici giudiziari con una raffica di esposti o di denunce. Ma è altrettanto chiaro che chi è proprietario di un animale deve rispettare i diritti dei suoi vicini.
Il Giornale di Vicenza – 17 febbraio 2013 – riproduzione riservata