Dovevano morire, le hanno graziate all’ultimo momento. L’amministrazione olandese aveva messo a punto un piano per eliminare 500 mila oche che, a sentir gli alti dirigenti del settore, infestano e danneggiano le coltivazioni nel paese che vive sotto il livello del mare.
Con non poche incertezze avevano deciso di gasarle, metodo ritenuto il più rapido e indolore. La protesta degli animalisti e delle organizzazioni verdi è stata veemente. E le autorità locali, d’intesa con i coltivatori, hanno deciso di sospendere le esecuzioni.
Meglio così, ma il problema non è risolto, c’è un buon mezzo milione di pennuti che becchetta inconsapevole i raccolti olandesi. Il gruppo animalista Dierenbescherming aveva oltretutto fatto notare che gasare gli incolpevoli volatili era una pratica decisamente dolorosa e che avrebbe avuto chiare conseguenze sulla qualità delle coltivazioni. Senza contare i costi relativi al trasporto delle oche stesse…
Adesso si sta cercando una soluzione più umana. Un’idea che circola è quella di distruggere le uova e nidi, riducendo gradualmente la popolazione. Una seconda strada potrebbe essere quella di modificare il corso dei fiumi, così da intervenire sulle migrazioni e deviare gli stormi. Le autorità si sono date un mese per decidere, consapevoli che la primavera amplificherà le complicazioni. Il tepore della bella stagione – non è una sorpresa – piace anche alle oche.
La Stampa – 27 gennaio 2013