Centinaia di galline sporche e smagrite saltellano per l’aia di Joris Mulder. «Da domani comincerò a sopprimerle», dice quest’allevatore di ovaiole, 43 anni, con il viso lungo e spigoloso e gli occhi chiarissimi. Anche loro hanno deposto uova contaminate dal Fipronil, insetticida potenzialmente nocivo per l’uomo, partecipando inconsapevolmente al più grande scandalo europeo dell’agroalimentare dopo la mucca pazza. Con i suoi cinquanta milioni di galline ovaiole, la piccola Olanda è il primo esportatore al mondo di uova, molte delle quali provengono dagli allevamenti che circondano Ede, cittadina a un’ora di treno da Amsterdam. Tra questi c’è anche la fattoria di Mudler, dove i macchinari per l’imballaggio sono fermi da dieci giorni, da quando cioè è scoppiata la crisi sanitaria che ha già coinvolto quindici Paesi dell’Unione europea oltre che la Svizzera e Singapore.
La settimana scorsa, le autorità olandesi hanno imposto all’avicoltore di abbattere 30mila galline, il che gli costerà circa 200mila euro. «L’alternativa è di indurre la loro muta, ossia provocarne artificialmente il dimagrimento nella speranza che ciò elimini il Fipronil concentrato nel grasso addominale dove si accumula. La muta avviene in autunno, quando le giornate cominciano ad accorciarsi; perciò, da quando è scoppiato l’allarme, le tengo tutte rinchiuse al buio», spiega Mudler, che ha anche modificato la loro dieta, seguendo le direttive suggerite sul sito del sindacato del suo settore. «Non sono sicuro che questo metodo funzioni, ma vorrei salvare almeno le galline più giovani, quelle che hanno appena raggiunto l’età idonea per deporre. Le altre, quelle che lascio scorrazzare per l’aia, sono le più anziane e hanno le ore contate. Non sarò il primo a sopprimerle perché in questi giorni, qui attorno, ne sono già state ammazzate 400mila, quelle nel cui sangue è stata trovata la molecola maledetta. È solo l’inizio dell’ecatombe: ci sono voci secondo cui dovremo abbatterne a milioni. Per noi è una catastrofe ».
Il Fipronil è stato ritrovato in un insetticida che serve a disinfestare i pollai dagli acari rossi, perniciosi parassiti che s’annidano nel sangue delle galline. È anch’esso un insetticida, usato nei collari anti-pulci per i cani, ma vietato sugli animali destinati all’alimentazione umana. Ora, la maggior parte delle uova incriminate proviene da Belgio e Olanda, perché sarebbe stato un grossista belga ad aver fornito a un’azienda olandese specializzata nella disinfestazione l’insetticida “tagliato” al Fipronil. Attaccato da più parti per non aver notificato per tempo alla Commissione europea il ritrovamento, lo scorso novembre, del prodotto vietato in un allevamento olandese, il governo dell’Aia ha finalmente riconosciuto di aver commesso «alcuni errori» nella gestione della crisi. Ma la ministra della Salute, Edith Schippers, si è giustificata sostenendo che le indagini sono ancora in corso, e che prima di lanciare l’allarme voleva essere certa che ci fossero tracce dell’insetticida anche nelle uova oltre che nei pollai.
In questa vicenda sono stati in molti a compiere errori perché se al posto del Fipronil, prodotto moderatamente nocivo secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, ci fosse stata una sostanza più tossica, è verosimile che oggi si registrerebbero chissà quanti casi di avvelenamento. Infatti, sebbene l’allarme sia stato lanciato dal Belgio il 20 luglio e dall’Olanda il 2 agosto, le uova al Fipronil sono sul mercato europeo da mesi. Basti citare il ministro dell’Agricoltura francese, Stéphane Travert, il quale ha annunciato ieri che circa 250mila uova contaminate, importate dal Belgio e dall’Olanda, sono state immesse già lo scorso aprile sul mercato d’Oltralpe. «Il rischio per la salute umana è molto basso visti i livelli di Fipronil riscontrati nelle uova contaminate, ma l’insieme dei prodotti contenenti uova provenienti dagli allevamenti coinvolti nello scandalo verrà ritirato in attesa dei risultati delle analisi», ha aggiunto Travert nel tentativo di smorzare sul nascere una psicosi che alcuni quotidiani parigini hanno cominciato ad alimentare.
Secondo Brigitte Gothière, fondatrice di L214, un’associazione che denuncia i maltrattamenti agli animali, oltre alla mancanza di controlli da parte delle autorità, all’origine di questi scandali c’è sempre la frode a scopo di lucro. «Ma è anche vero che le galline di batteria vivono spesso in spazi ridotti dove l’acaro rosso, che può trasmettere la salmonella, è quasi sempre presente. Gli animali sono sistemati in condizioni davvero spaventose, per questo è così difficile penetrare negli allevamenti industriali. La vicenda del Fipronil la dice lunga sui rischi legati all’agro- business e sui loschi procedimenti che sono alle sue spalle».
Joris Mulder scuote la testa. Anche lui s’era fidato dell’azienda di disinfestazione incriminata, la ChickFriend, che gli aveva garantito l’uso di un prodotto naturale. «M’aveva giurato che era a base di eucalipto e mentolo, e ora mi ritrovo con un prodotto carico d’insetticida. I danni che produrrà questa crisi sono incalcolabili, soprattutto per le piccole fattorie come la mia». Adesso, come lui, nella regione di Ede sono tutti costretti a rimanere chiusi finché non riusciranno a dimostrare che il Fipronil è scomparso dal sangue delle ovaiole. E ovviamente dalle loro uova.
Repubblica – 12 agosto 2017