Presidente Alberto Oliveti a che gioco avete giocato con Renzi, Padoan e De Vincenti? Scopone scientifico, poker o mercante in fiera? «Guardi (risata),a nulla di tutto questo. Semmai al gioco della correttezza assoluta, l’unico che conosco». Ma se sono giorni che si parla di una vostra disponibilità a partecipare ad Atlante 2 in cambio di un aiutino del governo sugli oneri che pesano sulle casse previdenziali riunite in Adepp, l’associazione che lei presiede. O no?
«Ma no… Certo che se si venisse incontro alle nostre richieste, perché negare che ne saremmo felici?».
Bene. Intanto ci racconti come è nato l’incontro col governo.
«Allora, partiamo dal 21 luglio, un giorno che ricordo bene anche perché mia figlia si è laureata in Medicina…».
Complimenti…
«L’incontro a Palazzo Chigi è durato mezz’ora. A me è stato semplicemente chiesto di partecipare ad Atlante 2. Un intervento a sostegno del Sistema Paese a fronte delle criticità che si potevano intravvedere dopo gli stress test del 29 luglio».
E lei ha detto di essere disponibile.
«Beh ho risposto che i cda di ogni ente decidono per loro stessi. Il nostro è un ruolo politico e le decisioni spettano ai consiglieri. Tutto qui, nessuna promessa, nessuna certezza, nessuna trattativa sotterranea tanto è vero che ad oggi nulla è cambiato, altro che…».
Possibile? Nessuno vi ha ricontattato? Una telefonata di Renzi, anche dal Brasile, una cartolina, un pensiero tanto per ricordarvi l’impegno preso…
«Un fiore magari… Ma no ( altra risata), solo la disponibilità a convocare l’assemblea di Adepp. Che si è svolta il 25 luglio e alla quale hanno partecipato, nonostante lo scarso preavviso, 16 casse su 19. E 3 hanno dato un parere negativo».
Quindi l’investimento è possibile? O i “contro” sono divenuti insormontabili?
«Anche se parliamo di una cifra importante 500 milioni su 75 miliardi di euro delle Casse è pari ad appena lo 0,6%, pensi».
Quindi si può fare.
«Eh no, mica è così facile».
Cioè?
«Manca il via libera dei ministeri vigilanti, quelli del Tesoro e del Lavoro. E poi non abbiamo ancora ricevuto il prospetto relativo all’investimento: i nostri cda questo aspettano prima di dare un giudizio. Inoltre dubito che le Casse possano investire in non performing loans per via di una norma approvata a febbraio. Ad ogni buon conto ciascun cda deciderà in proprio e metterà o non metterà a disposizione una quota parte dei 500 milioni».
Che non saranno più 500: tre casse su 19 sono orientate al no…
«Vedremo. Vorrei però che fosse chiara una questione: non c’è stato da parte nostra alcuno stop, noi sosteniamo Atlante 2, ma il governo deve chiarire quale sarà il percorso».
Enpam. Anche l’Omceo Bologna dopo Milano si unisce alla richiesta di commissariamento dell’Ente
Il presidente Giancarlo Pizza, in una lettera indirizzata ai Ministeri competenti, ha dichiarato l’adesione dell’Ordine dei medici di Bologna alle istanze formulate dall’Omceo Milano. A ll’Ente viene contestata, in particolare, la costituzione della società Enpam Sicura, l’investimento di 475 mln per acquistare il 50% dell’headquarter di Amazon a Londra prima della Brexit, e la possibile adesione al Fondo Atlante. LA
L’Omceo Bologna aderisce alla richiesta di commissariamento dell’Enpam avanzata dai colleghi dell’Omceo di Milano. A renderlo noto è il presidente Giancarlo Pizza, in una lettera indirizzata ai Ministeri competenti. Alla base della richiesta, ricordiamo, la contestata mancanza di trasparenza e di informazioni relative ad operazioni finanziarie che “mettono a rischio la funzione previdenziale dei contributi versati dai Medici come corrispettivo delle loro future pensioni”.
In particolare, tre le operazioni decise dal CdA della Fondazione Enpam tra il 2015 e il 2016, messe in discussione dai due Ordini di Milano e Bologna.
La prima riguarda la costituzione della società Enpam Sicura srl con un capitale di 1,5 milioni di euro avente come oggetto la promozione di attività di assistenza sanitaria integrative per gli iscritti e i loro familiari. Società, avente in carico 42 collaboratori, che però a fine Luglio 2016 risulterebbe essere stata messa in liquidazione.
La seconda riguarda un investimento di 375 milioni di sterline (pari a 475 milioni di euro) per l’acquisto di una partecipazione del 50% dell’headquarter di Amazon a Londra, effettuato in maggio poco prima della Brexit.
La terza, infine, la possibile adesione al Fondo Atlante richiesta dal Governo italiano, salvo verifiche in corso.
QS e Repubblica – 5 agosto 2016