Il prossimo 25 novembre entrerà ufficialmente in vigore il riallineamento alla normativa in tema di orario di lavoro dei medici. Il 4 novembre presso il Comitato di settore sanità delle Regioni è stata discussa una bozza per l’applicazione di questa direttiva. Di conseguenza, e sulla falsariga di tali indicazioni, si è svolto il 10 novembre all’ARAN l’incontro sull’applicazione della legge 161/2014 che recepisce la direttiva UE sul rispetto dei periodi di riposo rispetto agli orari di lavoro e la bozza è stata illustrata ai sindacati.
Il primo confronto ha registrato un rifiuto netto da parte delle Organizzazioni sindacali presenti (Comparto Sanità, area IV ed Area III, ovvero dirigenza medica, veterinaria e tecnico amministrativa) a sottoscrivere un accordo “in extremis” per sollevare la parte datoriale dai suoi obblighi e procedere, in seguito, ad una proposta legislativa di dubbia legittimità sull’applicazione della Direttiva sull’orario di lavoro. I sindacati hanno denunciato, in maniera univoca, l’abuso di deroghe alla normativa in materia di rispetto di orario di lavoro e di riposi compensativi, l’importanza di garantire adeguati turni di riposo al fine di non rendere insicuro il diritto dei pazienti ad essere curati da personale lucido e riposato per ridurre il rischio di procedure sanitarie non ottimali, ed hanno respinto il tentativo irrituale e strumentale di chiedere un accordo ai sindacati su materie che per legge sono fuori dalla contrattazione e sono di totale responsabilità datoriale, quindi delle Regioni e delle loro Azienda sanitarie.
La sintesi dell’ intervento dei nostri rappresentanti FVM, Pierluigi Ugolini e Mirella Triozzi che hanno ribadito in sede ARAN quanto segue : “ Se è necessario trovare un accordo è necessario che vengano rimossi gli attuali blocchi legislativi, riportando ad un corretto e vincolante confronto tra parte datoriale e parte sindacale per ogni materia che regola l’organizzazione del lavoro. Alla parte sindacale va riconsegnato il ruolo di interlocutore accreditato, la valenza di parte sociale, oggi ridotta e messa in discussione da una normativa populista e incapace di creare climi collaborativi. La convocazione di oggi certifica il fallimento della politica anche di questo Governo sul tema del lavoro. Avocare alla decretazione e alle leggi contro i dipendenti pubblici l’organizzazione del lavoro, rifiutare di riconoscere e regolarizzare gli innumerevoli contratti atipici ad oggi utilizzati per aggirare il blocco del turn-over e la carenza degli organici, l’incapacità nonostante i proclami di dar luce ad un concreto progetto di reingegnerizzazione del sistema, basato su un piano regolatore e programmatorio che correttamente consenta di avere presidi e personale adeguati ad una sanità moderna, sono il corollario della becera politica dei tagli lineari. In un momento in cui si discute la legge di stabilità sarebbe opportuno, una volta per tutte, ripristinare le regole volte ad un confronto costruttivo ed a finanziare la Sanità, uscendo dalla comunicazione sterile ed entrando finalmente nel merito dei problemi. Non più tagli lineari ma uso di risorse più razionale e trasparente. Non più blocco del turn-over ma occupazione piena ed eradicazione del precariato di Stato. Non più politiche recessive sul welfare ma investimenti e finalmente finanziamento dei contratti. Se il paese sta ripartendo è il momento di investire, in particolare nell’asset (la sanità) che meglio di tutti consente investimenti che generano PIL, risparmi e qualità della vita. Il Governo deve prendere atto di tutto questo e cambiare indirizzo.”
Compatta la posizione dei sindacati della dirigenza successivamente alla riunione.
13 novembre 2015