di Tiziana Simula. Il nome di un allevatore era stato utilizzato “abusivamente”, quello di un altro, invece, inventato di sana pianta: di Antonio Balia, all’anagrafe del Comune, non è risultata alcuna traccia. Ad accertarlo, la squadra investigativa del commissariato di Orgosolo, che ha condotto una complessa indagine sulla gestione dell’emergenza sanitaria legata alla trichinellosi, nel paese barbaricino.
Inchiesta sfociata con il rinvio a giudizio del sindaco e di due assessori. Il primo cittadino deve difendersi dall’accusa di favoreggiamento, mentre i due esponenti del suo esecutivo, di falso in atto pubblico. I fatti contestati dagli inquirenti risalgono al 2011, quando a Orgosolo si fronteggiava una vera emergenza trichinellosi. Un’intera famiglia era stata ricoverata all’ospedale San Francesco di Nuoro, dove i medici erano riusciti a risolvere positivamente l’infezione. A dare l’input all’inchiesta, era stato un sarcastico post anonimo pubblicato su un blog gestito dal gruppo di minoranza. Si leggeva che un allevatore, sotto il nome di Antonio Balia, aveva presentato al Comune una scheda e i campioni di diaframma del suino abbattuto per le analisi sulla trichinella, così come stabilito da un’ordinanza emessa dal sindaco per affrontare l’emergenza sanitaria. Il provvedimento stabiliva infatti la consegna di campioni di diaframma di ogni suino allevato allo stato brado e abbattuto, o macellato, per uso familiare, insieme ad una scheda sottoscritta dall’allevatore, che venivano inviati all’Istituto zooprofilattico di Nuoro per essere sottoposti alla ricerca delle larve di trichina. Dalle indagini è emerso che due schede di accompagnamento dei campioni di diaframma suino – di cui uno risultato positivo all’esame trichinoscopico – erano state presentate e sottoscritte da un certo Antonio Balia. Nome risultato però inesistente all’anagrafe, dagli accertamenti eseguiti dagli investigatori. Secondo i quali, a presentare e sottoscrivere le schede sarebbe stato l’assessore al Commercio. Che avrebbe, appunto, utilizzato il nome di Antonio Balia. Falsa anche una seconda scheda, il cui campione è risultato ancora una volta positivo. A sottoscriverla, un allevatore di Orgosolo. Il quale, però, non sapeva che qualcun altro avesse utilizzato il suo nome per consegnare il campione di diaframma da sottoporre al test di ricerca delle larve di trichina. Secondo la polizia, a consegnarla, sarebbe stato l’altro assessore, per compiacere il suo collega, a cui premeva mantenere l’anonimato sulla proprietà dei suini macellati abusivamente. Nella vicenda è stato coinvolto anche il sindaco: gli inquirenti gli contestano il fatto di aver emesso un’ordinanza di sequestro e distruzione a carico di Antonio Balia, indicandolo come residente ad Orgosolo pur risultando inesistente all’anagrafe. Le indagini si sono concluse con la richiesta da parte del pm Giorgio Bocciarelli di rinvio a giudizio dei tre indagati. Richiesta accolta dal gup del tribunale di Nuoro. A gennaio inizierà il processo davanti al giudice monocratico.
La Nuova Sardegna – 10 luglio 2014