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Origine obbligatoria in etichetta per latte e formaggi. Decreto inviato a Bruxelles, si attende il giudizio Ue. Ecco le novità

latte burrrpo formaggiIl Ministero delle politiche agricole e alimentari rende noto che lo schema di decreto che introduce l’indicazione obbligatoria dell’origine per i prodotti lattiero caseari in Italia è stato inviato per la prima verifica a Bruxelles, avviando così l’iter autorizzativo previsto a livello europeo. Questo sistema consentirà di indicare con chiarezza al consumatore la provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini. Tuttavia il problema non è risolto: Bruxelles dovrà dire se è compatibile con le norme europee. Il decreto in particolare prevede che il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l’origine della materia prima in etichetta con le diciture relative al Paese di mungitura, il Paese di confezionamento e il Paese di trasformazione. “Siamo davanti a un passo storico – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – che può aiutare tutto il sistema lattiero caseario italiano. Parliamo di un settore che nel suo complesso vale più di 20 miliardi di euro e che vogliamo dotare di ancora più strumenti per competere”

“Ci sono analisi che dimostrano la propensione dei consumatori anche a pagare di più per un prodotto che sia d’origine italiana tracciata. Con questo decreto sarà possibile sfruttare questi spazi, perché finalmente i consumatori potranno essere pienamente informati. L’indicazione chiara ed evidente dell’origine della materia prima è un elemento cruciale per valorizzare il lavoro di più di 34mila allevatori che rappresentano il cuore pulsante di questo settore. Il nostro impegno per salvaguardare il loro reddito è quotidiano e spingiamo perché ci sia un ulteriore rafforzamento dei rapporti di filiera nel nostro Paese. Lavoriamo ancora a Bruxelles perché questa sperimentazione apra la strada ad un passo europeo ancora più forte”.

INDICAZIONE D’ORIGINE: 67% DEI CONSUMATORI DISPOSTI A SPENDERE DI PIU’ PER PRODOTTO TRACCIATO

Da un’indagine demoscopica commissionata da Ismea emerge che il 67% dei consumatori italiani intervistati si dichiara disposto a pagare dal 5 al 20% in più per un prodotto lattiero caseario che abbia chiara in etichetta la sua origine italiana.

9 ITALIANI SU 10 CHIEDONO TRASPARENZA NELL’INDICAZIONE D’ORIGINE DI LATTE E DERIVATI

Per 9 italiani su 10 è importante conoscere l’origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, in particolare per latte fresco e i prodotti lattiero-caseari. Si è espresso così, infatti, il 95% degli oltre 26 mila partecipanti alla consultazione pubblica online tra i cittadini sulla trasparenza delle informazioni in etichetta dei prodotti agroalimentari, svolta sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

LE NOVITÀ DEL DECRETO

Il decreto in particolare prevede che il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l’origine della materia prima in etichetta con le seguenti diciture:

  1. “Paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte”;
  2. “Paese di confezionamento: nome del paese in cui il prodotto è stato confezionato”
  3. “Paese di trasformazione: nome del paese nel quale è stato trasformato il latte”;

Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, sia stato munto, confezionato e trasformato, nello stesso paese, l’indicazione di origine può essere assolta con l’utilizzo di una sola dicitura: ad esempio “ORIGINE DEL LATTE: ITALIA”.

In ogni caso sarà obbligatorio indicare espressamente il paese di mungitura del latte.

Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più paesi, diversi dall’Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture:

origine del latte: Paesi UE

origine del latte: Paesi NON UE

origine del latte: Paesi UE E NON UE.

Sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato. 

LE PRINCIPALI AZIONI DEL MIPAAF A SOSTEGNO DEL SETTORE LATTIERO CASEARIO

Il piano del Ministero a sostegno del settore lattiero caseario ha previsto investimenti da 120 milioni di euro, che hanno portato l’Italia ad essere tra i primi Paesi in Europa per entità dell’intervento.

Sono stati stanziati, infatti, 32 milioni per l’aumento della compensazione Iva al 10% per il latte venduto alla stalla ed è stato attivato il fondo latte per ristrutturare i debiti e potenziare la moratoria dei mutui bancari ottenuta con Abi. Altri 25 milioni di euro europei sono stati utilizzati per il sostegno diretto agli allevatori e 10 milioni sono investiti per l’acquisto di latte crudo da trasformare in Uht e destinare agli indigenti.

È in corso anche una campagna di comunicazione istituzionale per sostenere i consumi di latte fresco con testimonial come Cristina Parodi, Carlo Cracco, Demetrio Albertini e il Professor Giorgio Calabrese.

Sul fronte europeo, infine, c’è l’impegno, insieme a Francia, Spagna e Germania, per costruire soluzioni a partire dal finanziamento Ue della riduzione volontaria dell’offerta e per una Ocm Latte.

I NUMERI DEL SETTORE LATTIERO CASEARIO IN ITALIA

FASE AGRICOLA

34mila allevatori

1,8 milioni di vacche da latte

11 milioni di tonnellate di latte vaccino prodotto di cui 50% circa trasformato in formaggi DOP.

4,8 miliardi di euro valore della produzione

FASE INDUSTRIALE

3400 imprese

39mila occupati

14,5 miliardi di euro di fatturato

Fonte: Mipaaf -1 giugno 2016 

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