Barbara Bertasi. Dopo essersi svegliato dal letargo ed essere stato avvistato verso metà marzo da escursionisti a cima Costabella sul versante ovest, a circa 2000 metri, l’orso è tornato a farsi vivo sul Baldo, a Malcesine, ed è apparso anche in Valdadige, a Brentino Belluno. Non si sa ancora se sia lo stesso esemplare ma, se fosse così, pare piuttosto goloso: nel primo caso ha predato tre pecore, nel secondo ha divorato un bei po’ di miele.
La notizia è corsa un po’ovunque, anche a Ferrara di Monte Baldo, dove esemplari sono stati avvistati sia recentemente sia anni fa. Delle ultime apparizioni s’è occupato il Corpo della polizia provinciale di Verona, comandato da Anna Maggio, la quale ha informato il Corpo forestale dello Stato (Cfp) che, nel primo caso, è intervenuto con due agenti della stazione di Brenzone, competente per Malcesine. Fa sapere Anselmo Furlani, ufficiale responsabile della zona nord «Baldo e Lessinia» che ha registrato i casi col collega Maurizio Ferrari e ascoltato la testimonianza di un cittadino di Brentino che ha detto d’aver visto l’orso sulla strada provinciale (sp) 11: «La predazione da orso è stata in località Fratte di Malcesine, circa a 1200 metri di quota, e risale al 18 maggio, data del sopralluogo. Ha interessato 3 pecore adulte trovate morte. Una è stata divorata probabilmente la notte successiva, poiché l’orso di rado si ciba delle sue prede di giorno, mentre le altre sono state mangiate in seguito».
Confermano la presenza del plantigrado i reperti biologici: «L’animale ha lasciato sul filo spinato dei peli che abbiamo spedito all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) di Bologna per le analisi genetiche identificative». Per un po’ il selvatico non ha più dato segni di presenza. Ma è ricomparso in Valdadige. «Non sappiamo se sia lo stesso, ma il 28 maggio abbiamo rilevato danni su apiari curati da un signore di Moena in una proprietà in località Costasenel sopra Belluno Veronese. L’orso ne ha rovesciati tre e s’è mangiato il contenuto: api, miele e cera», spiega l’ufficiale. Il dolce deve essere stato di suo gradimento. «Il 4 giugno abbiamo fatto un sopralluogo per un altro danno da orso, sempre ad apiari in località Casarole». Siamo a 2-300 metri in linea d’aria da Costasenel, a un chilometro circa da Belluno. «Ne ha mangiato l’intero contenuto e lasciato peli, sempre spediti all’Ispra». Pure questa zona è già stata già meta di un plantigrado che circa tre anni fa si s’era accostato a un cantiere dell’allora Servizio forestale regionale (oggi Settore forestale – Sezione bacino idrografico Adige Po’) senza far danni rilevanti. Ricorda Anna Paola Perazzolo, responsabile della Settore per la zona Baldo: «Senza farsi mai vedere s’era avvicinato al cantiere di ripristino del sentiero che collega Passo di Cerbiolo a Pian di Festa sopra Costasenel. Oltre a lasciare più impronte, una volta ha lacerato la cassetta del pronto soccorso e s’è mangiato il caffè che avevamo messo in un barattolo in un riparo di fortuna. La visita ci fece piacere, probabilmente s’era sempre aggirato vicino a noi, senza lasciarsi vedere. Sono contenta sia di nuovo tra noi, anche perché, a breve, torneremo a Brentino Belluno per i lavori della briglia filtrante sul Rio Secco». Sempre qui è stato sulla sp 11. Informa Furlan: «È stato scorto una ventina di giorni prima del danno a Costasenel. Un cittadino ci ha riferito di aver avuto l’impressione di vederne uno verso 11,30 scendere dalla montagna da una via laterale. L’ha visto attraversare la carreggiata avvicinarsi alla rete della ciclabile, che ha evitato, tornando verso monte. L’orso», evidenzia l’ufficiale, «ha accuratamente evitato l’uomo essendo un animale schivo che non va temuto ne molestato. È, in ogni caso, una ricchezza del territorio».
L’Arena – 9 giugno 2015