Il procuratore capo parla dell’inchiesta sui decessi dei tre degenti contagiati dalla Klebsiella. «Stiamo valutando nel dettaglio tutte le fasi di quanto è accaduto Restano da compiere ulteriori accertamenti ma saremo celeri»
«Lavoriamo a questa indagine con grande attenzione e cercheremo di concluderla celermente, compatibilmente con gli accertamenti che ancora dobbiamo fare per avere un quadro davvero chiaro di ciò che è successo». Il procuratore capo di Bassano, Carmelo Ruberto, è intervenuto sul caso della Klebsiella Pneumoniae al S. Bassiano, il batterio killer che ha ucciso tre pazienti del reparto di gastroenterologia.
L´emergenza sanitaria è scoppiata tra gennaio e febbraio 2012. Gianni Rizzon, 67 anni, di Cismon; Giovanni Ottavio Bianchi, 78 anni, di San Zeno; e Tiziano Farronato, 56 anni, bassanese, tutti operati per una termoablazione di masse tumorali, sono deceduti a breve distanza uno dall´altro a causa di un´infezione provocata dal germe, per il quale non esiste una cura ed è spesso letale in persone già deboli.
La Procura, nella persona del sostituto procuratore Monica Mazza, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo, iscrivendo il nome dei due medici che effettuarono gli interventi. «Un atto dovuto – ha spiegato il consigliere Ruberto – per dare loro, appena i tempi tecnici lo consentiranno, le necessarie garanzie difensive». Sempre l´anno scorso, è stata inoltre affidata una consulenza tecnica a tre esperti (Silvano Zancaner, direttore di medicina legale dell´Ulss di Venezia; Enzo Raise, direttore del servizio malattie infettive a Mestre; e Roberto Merenda, oncologo ed esperto in interventi di termoablazione epatica), affinchè ricostruissero quanto accaduto per accertare eventuali responsabilità.
In queste settimane la perizia è stata depositata. Alcuni dubbi sono stati fugati, ma vari aspetti sono ancora da chiarire. «Ricostruiremo ancor più nel dettaglio tutto quello che è successo, a partire proprio e soprattutto da colui che avrebbe “introdotto” il batterio al San Bassiano, ovvero il paziente arrivato dall´ospedale di Padova per una medicazione – ha anticipato concludendo il procuratore Carmelo Ruberto -. Poi valuteremo il tutto dal punto di vista giuridico per verificare se nelle varie fasi sono state rispettate le procedure e se la contaminazione era in qualche modo evitabile. Si tratta di un caso molto delicato e stiamo lavorando meticolosamente»..
Il Giornale di Vicenza – 30 marzo 2013