Le aperture domenicali, questa volta, non riguardano commesse, clienti e supermercati, ma i pazienti. Dopo i turni notturni, all’ospedale di Conegliano parte la sperimentazione che darà agli utenti la possibilità di sottoporsi agli esami della risonanza magnetica anche la domenica mattina dalle 8 alle 13.
Alla conclusione dei tre mesi di “prova” l’Uls 7 valuterà se farla diventare definitiva e se estendere questa modalità domenicale anche ad altri esami. Una sorta di rivoluzione per il mondo della sanità della Marca: a partire dal 24 marzo chi deve effettuare una risonanza magnetica potrà dunque farlo anche nella giornata festiva recandosi nell’unità operativa di diagnostica per immagini dell’ospedale civile Santa Maria dei Battuti. La risposta degli utenti è stata positiva, tant’è che la prima domenica è già stata riempita. «Abbiamo deciso, secondo le indicazioni del presidente Zaia, di estendere la nostra già ampia fascia di effettuazione delle indagini radiologiche, dando ai nostri assistiti, dal 24 marzo, la possibilità di effettuare le risonanze senza mezzo di contrasto anche la domenica», ha affermato il direttore generale dell’azienda sociosanitaria di Pieve di Soligo, Gian Antonio Dei Tos, «l’obiettivo è quello di migliorare ulteriormente l’offerta: con le aperture domenicali daremo, infatti, la possibilità di effettuare questi esami senza doversi assentare dal lavoro anche a chi è impegnato dal lunedì al sabato o è fuori sede durante l’intera settimana». Proprio durante l’inaugurazione del nuovo distretto sociosanitario di via Galvani a Conegliano il governatore del Veneto, Luca Zaia, aveva lanciato la sua ricetta per il futuro. «Nell’ospedale del futuro dobbiamo portare di notte, alle 20, 21, 22 i pazienti a fare tac e risonanze magnetiche, quando non c’è traffico per strada, quando ci sono meno utenti. Questo è un salto di qualità, e a questo stiamo lavorando», aveva detto il presidente della Regione durante la cerimonia. Una modalità che permetterebbe non solo l’abbattimento delle liste d’attesa, ma anche l’utilizzo il più possibile dei macchinari tecnologici. L’Uls 7 già dal 2011, una delle prime aziende sanitarie a livello nazionale, ha attivato gli “esami notturni”, con la possibilità per gli assistiti di effettuare risonanze e tac dalle 7.20 alle 21.30 (con estensione dalle 6.30 alle 22 in caso di necessità), dal lunedì al venerdì e il sabato dalle 8 alle 20. Ora questo ulteriore ampliamento degli orari e delle giornate di erogazione del servizio. Al termine di questa fase sperimentale di tre mesi la direzione valuterà, in base alla risposta dell’utenza, se attivare le “aperture domenicali” in via definitiva, estendendole eventualmente anche ad altri esami. «Questo ampliamento del servizio ci permetterà, tra l’altro, di incrementare ulteriormente anche l’utilizzo delle apparecchiature», ha aggiunto il direttore generale Dei Tos, «ultimo ma non meno importante, le aperture domenicali ci consentiranno un ulteriore miglioramento sul fronte dei tempi di attesa, sui quali siamo peraltro già linea in linea con quanto previsto dalla Regione per tutte e tre le classi di priorità». L’Uls 7 sta dunque seguendo a pieno ritmo i dettami dati dal governatore Zaia in materia di sanità, su liste d’attesa e modalità di erogazione dei servizi.
Usl 7. «Ora investimenti anche nel personale e in tutte le aziende»
Più servizi con le risonanze magnetiche domenicali ma anche più lavoro per i dipendenti. A chiedere un «controllo» sulle condizioni dei lavoratori sono le tre organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil. «È sempre bene cercare di sviluppare e ampliare i servizi per i cittadini, ma riteniamo che ci siano anche altre priorità di investimento che vanno verso il personale, ovvero le risorse che devono mettere in uso le macchine», afferma Alberto Lopin della Cgil–Fp, «aumentare le ore per aumentare le prestazioni è un concetto semplificato rispetto alla complessità del servizio erogato dalla sanità pubblica che non è una fabbrica. Diciamo che accogliamo la notizia con riserva e la valuteremo in questi mesi». La Cisl sottolinea invece l’importanza di estendere una decisione del genere a tutte le aziende sociosanitarie del Veneto. «Sui grossi macchinari un provvedimento del genere funziona e ha un senso se è fatta uniformemente in tutte le aziende della regione, altrimenti c’è il rischio di intasamento nell’azienda che lo fa», riferisce Aldo Lorenzon della Cisl–Fp, «se molti utenti anche da Uls diverse si riverseranno nell’Usl 7 il rischio è che dopo un po’ le liste d’attesa si allunghino. Inoltre non dobbiamo dimenticare il personale al quale viene chiesto un orario di lavoro maggiore, quindi è da tener presente l’aspetto economico e il carico di lavoro». La Uil si dice favorevole, auspicando però attenzione verso i lavoratori ospedalieri. «Dal punto di vista del servizio da dare il nostro parere è positivo, il servizio all’utenza è la priorità», aggiunge Francesca Marin di Uil–Fp, «in questi mesi vedremo come va e come è stato organizzato. Quello che ci preme è appunto che non vengano dimenticate le esigenze dei dipendenti».
La Tribuna di Treviso – 21 marzo 2013