Scontro durissimo tra Governo e Regioni sul regolamento sui nuovi standard ospedalieri dopo il blitz dell’Economia che li ha inseriti all’ordine del giorno della Stato-Regioni con l’intenzione di farli passare anche con una mancata intesa. E dalla mediazione ani-va la promessa di un incontro governatori-Monti già in settimana per poi decidete ancora una volta in Stato-Regioni.
L’Economia ha fatto mettere a sorpresa all’ordine del giorno della Stato-Regioni di mercoledì 13 marzo l’esame del regolamento sui nuovi standard ospedalieri, quello che taglia tra le altre misure oltre 14mila posti letto per acuti (ma 6.653 in più per la post-acuzie), tra 1.100 e 2.000 Unità operative complesse e il mancato accreditamento di cima 192 strutture private accreditate che hanno meno di 60 posti letto. E le Regioni insorgono e dopo il confronto tra presidenti, si siedono a muso duro alla Stato-Regioni, pronte al braccio di ferro. La scelta iniziale era di lasciare il tavolo per non trattare il punto all’odg, ma i governatori alla fine non hanno abbandonato i lavori per non ratificare in quel modo una frattura che sarebbe stata poi difficile da ricostruire e hanno invitato al dialogo il Go- verro, ribadendo tutte le osservazioni più volte già avanzare e sostenendo che l’iter per il provvedimento non era stato ancora concluso (a livello tecnico c’è ancora in ballo la valutazione dei posti letto da “condonare” per chi ha una mobilità attiva). Replica inizialmente dura del ministro Balduzzi e dell’Economia che hanno minacciato che avrebbe potuto essere la Consulta stessa a stabilire se l’iter si fosse concluso o meno rispetto alla posizione delle Regioni che per l’ennesima volta ne hanno chiesto il rinvio. Dopo un duro confronto la discussione è ripresa e si è raggiunta la determinazione di fissare un incontro forse già questa settimana con il presidente del Consiglio uscente Mario Monti, quello richiesto da mesi dai govematori («è comunque il Governo in carica» hanno commentato i presidenti), sulle risorse sanitarie e il trasporto pubblico locale. Per poi tornare in Conferenza Stato-Regioni per esprimere il parere (qualunque esso sia, con o senza intesa) sul regolamento. I presidenti hanno ribadito la necessità di confrontarsi col Governo sulle «gravi criticità relative alla sostenibilità finanziaria del Ssn dovuta ai tagli apportati dalle recenti manovre che hanno determinato un sotto-finanziamento del Ssn per il 2013, in cui per la prima volta si è assistito a una riduzione di 1 miliardo rispetto all’anno 2012, e che non ha consentito la sottoscrizione del nuovo Patto per la Salute per cui il Governo continua a operare sulla base di un Patto non più vigente, creando elementi di incostituzionalità». «Al Governo chiederemo garanzie sulla copertura di una serie di funzioni che vanno dal diritto allo studio all’edilizia scolastica, agli standard ospedalieri», ha commentato il presidente dei governatori Vasco Errani. «Bisogna poi discutere del Fondo sanitario e del Patto per la salute e capire se il sistema è sostenibile», ha concluso. Lea: Balduzzi li invia alle Regioni. A margine della conferenza il ministro Balduzzi ha annunciato anche di aver inviato l’aggiornamento dei Lea alla Conferenza Stato-Regioni (v. Il Sole-24 Ore Sanità n. 4/2013 e per i testi integrali www.24oresanita.com). Il documento è stato fumato dal ministro a fine del 2012 e per diventare operativo, oltre al vaglio dell’Economia, ha bisogno del via libera delle Regioni e di essere tradotto in un Dpcm dopo il parere delle commissioni parlamentari competenti.
Siamo all’ennesimo braccio di ferro tra un Governo (dimissionano) e Regioni, ossessionate dal controllo dei costi e prive di una linea unitaria, sulla questione del regolamento degli standard ospedalieri. Un rituale che procede immutato come se il voto di febbraio non avesse detto niente all’uno e alle altre».
Costantino Troise, segretario nazionale Anaao, attacca frontalmente la posizione di Governo e Regioni sul provvedimento sui nuovi standard ospedalieri.
«Curioso conflitto istituzionale», lo definisce Troise «a onta del fatto che molte Regioni hanno già applicato con peggioramenti, o Anaao Assomed: «Stop ai conflitti» stanno applicando, la riduzione di posti letto e di strutture complesse previste dal regolamento che ora fingono di contestare».
«Nessuno – prosegue Troise – entra nel mento del provvedimento, provando a rispondere alle numerose critiche suscitate, ma tutti si impegnano in un braccio di ferro che somiglia sempre più a un gioco di bambini. Condotto sulla pelle dei cittadini e dei medici esposti in prima linea su fronti di guerra quali sono divenuti i pronto soccorso proprio per l’ennesima riduzione dei posti letto. E nessuno dice una parola sulla condizione indecente con cui vengono accolti i cittadini bisognosi di cura o sulle pesanti condizioni di lavoro di chi continua a rispondere a un’etica civica e deontologica assicurando la tutela costituzionale del diritto alla salute».
Occorre cambiare pagina secondo Troise e «smetterla» di utilizzare strumentalmente la Sanità, aprendo un confronto vero tra turo gli attori per meglio rispondere ai cittadini «stremati da una crisi economica che sembra non avere fine».
Sole 24 Ore Sanita’ di martedì 19 marzo 2013