“Separare le aree di contrattazione che riguardano il Pubblico impiego da quelle della Sanità e riservare una specifica area di contrattazione per la dirigenza medico-veterinaria”. È la prima proposta pratica che Aldo Grasselli, presidente della Federazione medici e veterinari (Fvm), avanzerà all’interno della delegazione della Confederazione sindacale medici e dirigenti (Cosmed) chiamata a incontrare il ministro Marianna Madia sul tema della riforma della Pubblica amministrazione (Pa). “Questo non comporta dei miglioramenti economici- precisa Grasselli – in quanto i contratti sono tra loro concatenati e le disponibilità per una nuova contrattazione pare siano molto contenute, e comunque si discuteranno nel 2015 se tutto va bene. Ci preme però poter fare una contrattazione in cui le regole del lavoro siano adeguate al modello di lavoro e alla tipicità professionale di medici, veterinari, sanitari, infermieri e quant’altro”. Guarda il Video.
LA RIFORMA PER IL SETTORE SANITARIO – “Dentro questa riforma, che verrà avanzata probabilmente domani e che andrà al Consiglio dei ministri- racconta il presidente Fvm- sicuramente ci saranno degli aspetti innovativi e interessanti per vedere un miglioramento dell’efficienza del sistema. Quello che a noi preme in particolare è riuscire a mettere a fuoco le problematiche specifiche del settore sanitario”. Il delegato della Cosmed ricorda che “se tutto il pubblico impiego opera in varie attività di Pa, la Sanità opera in un particolare settore, nel quale invece di trattare faldoni, pratiche e certificati si occupa prevalentemente di questioni personali della salute delle persone. Questo implica una situazione molto diversa e con esigenze particolari”.
LE PROBLEMATICHE DELLA SANITÀ – “Gestire la Sanità con le problematiche di risorsa dell’invecchiamento del personale, con il blocco del turn over e il blocco dei contratti sta diventando sempre più difficile” denuncia Grasselli. “Necessariamente- afferma il presidente Fvm- se si vuol pensare a una riforma del sistema immaginando di uniformare la sanità al resto della pubblica amministrazione si potrebbe fare un grave disastro. Riteniamo che per la Sanità ci voglia una normativa particolare e specifica- conclude- un’area di contrattazione separata dalle altre, in cui debbano essere riconosciutele le peculiarità della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria che rivestono un ruolo molto particolare, ovvero tutelare un diritto costituzionale fondamentale che è quello della salute”. (agenzia Dire)
Riforma Pa, Cosmed: «Nessun chiarimento dall’incontro con il ministro Madia. La prima urgenza è il rinnovo dei contratti di lavoro»
Cosmed: area ad hoc e rinnovo del contratto
Riconoscere la specificità dei lavoratori del Servizio sanitario nazionale; investire in nuove assunzioni; rinviare alcune norme alla contrattazione generale; aprire subito le aree negoziali, in vista del rinnovo contrattuale, “non più rinviabile e atteso nel 2015”. Queste i punti fermi che la Cosmed (Confederazione sindacale medici e dirigenti) – come spiega il vice coordinatore Giorgio Cavallero – metterà in evidenza nel corso dell’incontro col ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, che illustrerà ai sindacati il documento sulla riforma della Pubblica amministrazione.
Tra i punti chiave della ‘riforma Madia’: l’abrogazione del trattenimento in servizio dopo l’età pensionabile per permettere l’assunzione di 10mila giovani; più flessibilità nelle mansioni; mobilità facilitata da un comparto all’altro; estensione del ricorso al part-time.
“Innanzitutto – spiega Cavallero – vogliamo capire qual è il perimetro della riforma. Non si può – spiega – fare un unico decreto per scuola, sanità e pubblico impiego in generale. Noi chiediamo una specificità per i dipendenti del comparto sanità, che peraltro hanno un datore di lavoro diverso dallo Stato: l’organizzazione del Ssn è infatti su base regionale”. Per l’esperto si correrebbe il rischio di fare “un pasticcio, con una norma inapplicabile per la sanità”.
Secondo Cavallero, la peculiarità del dipendente Ssn trova riscontro anche in un altro punto nodale della riforma: la mobilità. “Noi non contestiamo il principio – spiega il sindacalista – contestiamo la modalità. E’ un punto che andrebbe rinviato in sede di rinnovo contrattuale”. Secondo l’esperto, comunque, “nel mondo medico non ci sono eccedenze da mettere in mobilità”. Un altro punto fondamentale è l’ampliamento – e come minimo il mantenimento – degli attuali livelli occupazionali nel Ssn. La proposta della Cosmed è di “riconvertire i risparmi generati da operazioni di spending review in nuove assunzioni, in deroga al blocco del turnover”.
La Cosmed è favorevole anche all’ipotesi di estendere il ricorso allo strumento del part-time, “a patto però – spiega – che questo non penalizzi l’assegno previdenziale”. I dipendenti contrattualizzati prima del ’96, infatti, percepiscono una pensione parametrata in base all’ultimo stipendio. Restando in tema di pensione, i sindacati chiedono inoltre di “togliere norme penalizzanti”, ad esempio “uniformare l’età dell’uscita dal lavoro delle donne, che nel pubblico è ritardata rispetto al privato”.
La ‘riforma Madia’ potrebbe però rappresentare l’occasione per il rinnovo del contratto nazionale, fermo al 2009. “La prima cosa da fare – spiega Cavallero – è aprire le aree contrattuali, riservando un’area negoziale specifica per i lavoratori della sanità. Per fare questo c’è bisogno di un intervento legislativo”, che aprirebbe di fatto la strada al rinnovo contrattuale vero e proprio che superi lo stallo attuale. Blocco che anche nel documento della Pubblica amministrazione viene considerato “un danno ingiusto ai lavoratori pubblici, soprattutto in riferimento alle fasce di retribuzione più basse”. E che “merita di essere affrontato a partire dal prossimo anno”. (Adnkronos)
Riforma della Pa: la prima urgenza e’ il rinnovo dei contratti di lavoro. Tutte le richieste della Cosmed
Se da un lato è il momento di condividere con il Governo e con le amministrazioni la sfida per cambiare davvero la pubblica amministrazione, migliorando i servizi e recuperando efficienza e risparmi, altrettanto improcrastinabile è l’urgenza del rinnovo dei contratti, il rispetto delle specificità, il coinvolgimento degli operatori e delle loro organizzazioni sindacali.
E’ il commento della COSMED alla Riforma della Pubblica Amministrazione.
Sei anni senza contratti, blocco del turn-over e flessibilità precarizzante – è la posizione della COSMED – sono veri e propri errori di programmazione che generano problemi anziché risolverne. La riforma della PA è una necessità per il Paese, ed è una occasione storica ineludibile di rilancio del settore pubblico, per questo deve essere accompagnata da un pieno coinvolgimento del personale dipendente e da una ripresa immediata della contrattazione.
Queste le richieste della COSMED.
1) Definire con chiarezza il perimetro dei provvedimenti, tutelando la specificità dei settori della sanità e della scuola, evitando di ignorare e stravolgere le peculiarità del sistema sanitario e dei suoi professionisti.
2) Mantenere i livelli occupazionali complessivi nelle pubbliche amministrazioni. Qualunque provvedimento che comporti la riduzione di personale, comunque non proponibile per il Sistema sanitario nazionale, deve prevedere una deroga al blocco del turnover ed ai piani di rientro, con la possibilità di ripristino immediato della dotazione organica.
3) Parificare l’età dei pensionamenti al settore privato. Anche se pare abbandonato, e comunque non applicabile al Settore Sanitario, il progetto prepensionamenti e anche la questione esonero dal servizio (che ha determinato in passato non pochi problemi), sarebbe però del tutto paradossale mantenere la situazione attuale nella quale, in molti casi, il pensionamento dei dipendenti pubblici è differito rispetto al privato.
4) Rinviare alla contrattazione. Nessuna riforma è applicabile senza la ripresa della contrattazione. In particolare gli istituti della mobilità obbligatoria devono trovare un inquadramento contrattuale ed opportuni incentivi. Devono essere restituite alla contrattazione parti rilevanti della normativa in accordo con il protocollo del 4 maggio 2012 al quale non è stato dato seguito.
5) Riaprire i tavoli contrattuali e finanziare il rinnovo del contratto fermo dal 2009.
E’ indispensabile un atto normativo che consenta la determinazione delle aree contrattuali salvaguardando la specificità della dirigenza sanitaria regolamentata dalla legge 229/99. Non è possibile continuare a parlare di contratto senza che si predispongano preliminari atti normativi, indispensabili per l’apertura dei tavoli e si definisce il finanziamento del rinnovo contrattuale da prevedere nella prossima legge di stabilità.
6) Evitare tagli lineari ai permessi sindacali. La dirigenza ha già dato.
In merito all’ipotizzato taglio del 50% dei permessi sindacali, occorre precisare che la dirigenza ha sottoscritto il 5 maggio 2014, con l’approvazione di questo Governo, un contratto-quadro per i permessi e i distacchi che già prevede una riduzione di un terzo dei permessi sindacali. Tale taglio è già operativo. Se si procedesse per decreto ad un ulteriore taglio lineare, oltre a contraddire il recente deliberato del Consiglio dei ministri dello scorso aprile, si determinerebbe una sommatoria tale da compromettere le prerogative sindacali della dirigenza con gravi ripercussioni sulla democrazia sindacale penalizzando ulteriormente sigle già ampiamente penalizzate a vantaggio di altre. Comunque non tutte le sigle sindacali fruiscono di finanziamento pubblico per la gestione di patronati.
I distacchi nel Ssn, in proporzione alla consistenza numerica dei dipendenti, sono il 25% in meno rispetto alle altre aree dirigenziali e nel comparto il 30% in meno rispetto agli altri comparti.
il documento consegnato al ministro Madia
11-12 giugno 2014