Ha prelevato in natura ed ha detenuto illegalmente parte degli animali. Questo agli atti del nuovo sequestro disposto dalla Procura della Repubblica di Modica (RG) al veterinario ornicoltore oggetto di indagine del Servizio Cites e del Nucleo Operativo Provinciale di Ragusa del Corpo Forestale della Regione Siciliana.
Il Procuratore della Repubblica dispone così un nuovo sequestro per gli animali. In tutto 237 uccelli detenuti illegalmente perché di cattura, o senza le necessarie documentazioni Cites. Quest’ultimo provvedimento vale per gli animali appartenenti alla fauna esotica.
Alla notizia del nuovo sequestro si apprendono anche nuovi particolari. L’indagato sarebbe in questi giorni attenzionato anche dalla Guardia di Finanza. Si ricorda a questo proposito quanto dichiarato nel corso della conferenza stampa indetta a Modica, ed alla quale aveva partecipato il Procuratore della Repubblica di Ragusa dott. Francesco Puleio. Scopo dell’allevamento, si disse allora, era la probabile vendita.
Il Veterinario allevatore, contro l’iniziale sequestro disposto lo scorso marzo per le inidonee condizioni di detenzione degli animali, aveva fatto ricorso al Tribunale della Libertà, ottenendo l’annullamento del provvedimento. Gli animali sequestrati furono in tutto 550. Il nuovo sequestro ora comunicato fa seguito a due dei tre reati contestati. In altri termini, il primo sequestro era per le inidonee condizioni di detenzione. I due successivi per la detenzione illecita di fauna selvatica ed esotica.
Viene da chiedersi, però, cosa abbia appurato il Tribunale della Libertà visto che, secondo le nuove indagini degli inquirenti, quello stesso allevamento è privo di autorizzazioni sia sotto il profilo urbanistico che edilizio. Non solo. La struttura, oltre ad essere priva di autorizzazioni per l’allevamento della fauna selvatica, risulta essere sfornita delle condizioni per il rilascio del certificato di igiene e benessere degli animali. Detta così, sembra proprio che tale certificato potrebbe non esserci.
In pratica il Tribunale della Libertà aveva disposto il dissequestro imponendo la restituzione in un posto che risulterebbe, stante le nuove indagini della Forestale siciliana, abusivo, non autorizzato all’allevamento e pure di dubbie condizioni igieniche. Ma non sarebbe stato giusto informarsi per benino prima di procedere? E che fine farà la restante parte degli animali che a questo punto devono tornare nei luoghi?
Geapress 15 aprile 2011