La fatturazione elettronica si estenderà dal 1° aprile ad «altre 20mila amministrazioni». Parola della ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, intervenuta stamane a un convegno sulla fattura elettronica che tra meno di un mese sarà obbligatoria per tutte le amministrazioni (ora vale soltanto per quelle centrali). Il calendario
A breve e’ attesa una convocazione dei sindacati per discutere di mobilita’ nella P.A. e delle tabelle di equiparazione, cioe’ lo strumento base per attuare i trasferimenti del personale pubblico. Lo ha confermato il ministro
Nessuna riforma senza digitalizzazione
Madia ha ricordato che la digitalizzazione della Pa è la «vera sfida», senza la quale «la riforma della Pubblica amministrazione sarà un fallimento. La riforma – ha spiegato – non serve solo a modernizzare l’Italia ma anche ad aumentare la democrazia, perché l’accesso ai servizi digitali è una questione democratica». La e-fattura è soltanto uno dei passi in cantiere, in vista di quello che la ministra ha definito «un grandissimo progetto “Italia Login”, con cui verrà reso possibile l’accesso a tutti i servizi pubblici in via digitale».
Dal 2018 i servizi passeranno da pin unico
Il riferimento è al cosiddetto “pin unico”, disegnato dal decreto “Spid” (Sistema pubblico di identità digitale). «Troppe poche persone – ha detto Madia – utilizzano internet. Ci siamo dati come obiettivo quello del pin unico per i servizi elettronici, che entro il 2015 raggiungerà tre milioni di italiani per arrivare a 10 milioni nel 2017. Ed entro il 2018 la maggior parte dei servizi passerà attraverso questo pin».
Auto blu: bilancio in Cdm entro marzo
A margine del convegno, la ministra è tornata sulla questione delle auto blu: «Ho chiesto una prima ricognizione alle diverse amministrazioni per sapere come si stanno organizzando in vista delle scadenze» previste sui tagli. «Al momento non c’è niente di nuovo, entro marzo ci sarà un passaggio in Cdm». «A breve», ha assicurato Madia, anche la convocazione dei sindacati della Pa sul tema dei criteri di mobilità e sulle tabelle di equiparazione contenuti nella riforma.
Orlandi (Entrate): «Non accetto la parola delatore»
All’incontro sulla fattura elettronica era presente anche la direttrice dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi. Che ha parlato del whistleblowing, la nuova procedura introdotta da pochi giorni nell’Agenzia che autorizza i dipendenti alle “soffiate” interne. «Io la parola delatore non l’accetto», ha affermato Orlandi. «La figura del collega che denuncia comportamenti scorretti è prevista da anni in Paesi come gli Usa e il Regno Unito. Noi dal 2013 abbiamo una legge che prevede la tutela assoluta della riservatezza per chi collabora con la propria amministrazione. Il problema è che non è stata attuata. Noi abbiamo avuto il coraggio e la voglia di essere veramente trasparenti e dare l’opportunità a tutti di mostrare senso civico».
Madia: «I delatori? Accettiamoli come fanno gli anglosassoni»
«Io la parola delatore non l’accetto, perché credo che la dobbiamo fare finita di nasconderci dietro concetti tutti vecchi e, in qualche maniera, sorpassati». Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, a margine di un convegno al Tempio di Adriano, in merito alla figura del «whistleblower» (soffiatore nel fischietto) il lavoratore che, durante la propria attività all’interno di un’azienda, rileva una possibile frode, un pericolo o un altro serio rischio che possa danneggiare clienti, colleghi, azionisti, il pubblico o la stessa reputazione dell’ente e, per questo, decide di segnalarla.
«Trasparenza e legalità»
«Ci sono paesi che sono molto più avanti di noi in tema di trasparenza e legalità – ha aggiunto – Pensate agli Usa e all’Inghilterra, dove la figura del collega che denuncia comportamenti scorretti è prevista da anni. La legge nostra, già dal 2013, prevede la tutela assoluta della riservatezza per chi collabora con la propria amministrazione. Il problema è che questa legge non era mai stata attuata, quindi noi abbiamo avuto il coraggio e, credo, la voglia di essere veramente trasparenti e dare l’opportunità a tutti di dimostrare senso civico», ha concluso Marianna Madia.
Il Sole 24 Ore – 2 marzo 2015