Le «tabelle di equiparazione» tra i diversi comparti della Pa sono pronte. Si tratta dello strumento cardine per far scattare la sperimentazione della mobilità obbligatoria tra uffici pubblici entro un raggio massimo di 50 Km previsto dal Dl 90, la cui legge di conversione è in vigore dal 2 settembre scorso. Ad annunciare il passo avanti nell’attuazione del decreto è stato, ieri, lo stesso ministro per la Semplificazione e la Pa, Marianna Madia. Sulle nuove tabelle, che superano quelle mai utilizzate del 2009, c’è un’intesa con il ministro Pier Carlo Padoan e riguardano la Pa centrale. Giovedì 16 ottobre è previsto un incontro in Conferenza unificata per discuterne l’estensione anche alle amministrazioni locali, le Regioni e le Asl. Dopo questo passaggio ci sarà la convocazione dei sindacati.
Le tabelle di equiparazione consentono di far capire al dipendente pubblico trasferito da un’amministrazione all’altra che qualifica e retribuzione avrà. «Credo che ciò dovrebbe consentire di approvarle secondo la procedura ordinaria, fermo restando – ha detto Madia – che in caso di mancato accordo c’è la possibilità di ricorrere a un atto unilaterale di approvazione».
Finora non sono state indicate platee potenziali di dipendenti che potrebbero essere interessati dalla mobilità obbligatoria: il Ddl delega Pa, all’articolo 7, prevede una riorganizzazione di sedi e uffici che potrebbe sfociare nella definizione di eventuali esuberi, mentre la legge Delrio sulle province prevede una procedura diversa. Il ministro ha confermato che «in prospettiva, con la delega sulla Pa, la volontà del governo è superare il concetto di pianta organica ed arrivare al concetto di fabbisogno». Entro fine anno, poi, è stato annunciato il nuovo regolamento sulla valutazione delle performance dei dipendenti. (Il Sole 24 Ore)
Entro fine anno nuove regole sulla valutazione, rendimento individuale sarà collegato a quello complessivo
La mobilità degli statali richiede “misure attuative” tra cui “la tabella di equiparazione tra i livelli d’inquadramento dei diversi comparti”, che “è pronta e d’intesa con Padoan sarà sottoposta alla conferenza unificata e ai sindacati”. Così il ministro Marianna Madia. E’ lo strumento base per spostare i dipendenti da un ufficio all’altro. Le tabelle di equiparazione, infatti, consentono di far capire al dipendente pubblico trasferito da un’amministrazione all’altra che qualifica e retribuzione avrà.
“Io credo che ciò dovrebbe consentire di approvare la tabella, prevista nel lontano 2009 e mai attuata, secondo la procedura ordinaria, fermo restando – sottolinea il ministro – che in caso di mancato accordo c’è la possibilità di ricorrere a un atto unilaterale di approvazione”. Quanto alla mancanza di personale nelle cancellerie dei tribunali, Madia spiega che “le risorse stanziate per la mobilità volontaria andranno con priorità a rinforzare la mobilità verso i tribunali”.
L’obiettivo della mobilità, evidenzia, “è utilizzare le persone giuste per un tempo giusto nel posto giusto. I lavoratori pubblici sono dipendenti della Repubblica e dei cittadini non proprietà esclusive dell’amministrazione di appartenenza”. Inoltre, fa sapere Madia, “in prospettiva, con la delega sulla Pubblica Amministrazione, la volontà del governo è superare il concetto di pianta organica ed arrivare al concetto di fabbisogno”.
“Negli ultimi anni varie leggi e sentenze hanno imposto di ricorrere alle graduatorie degli idonei prima di procedere a nuove assunzioni ed è intenzione del governo tutelare le aspettative che sono state generate dalle norme, modificandole solo per le situazioni future”. Così il ministro della Pa, Marianna Madia, nel corso del question time alla Camera, facendo sapere che “il dipartimento della Funzione pubblica sta vigilando” sulle graduatorie e che “in settimana sarà messo online il monitoraggio”. Il principio base è quindi confermato, anche se, precisa il ministro, “può subire deroghe o per legge o perché la graduatoria a disposizione non rispetta il profilo specifico” richiesto dall’amministrazione.
Il dl sulla PA, diventato legge in estate, “consente una nuova disciplina in materia di valutazione che faremo con un regolamento entro la fine di quest’anno”. Così il ministro della Pa, Marianna Madia, parlando di pubblico impiego al question time a Montecitorio. “L’accesso agli impieghi pubblichi per concorso non esaurisce in sé – spiega il ministro – il principio del merito ed è per questo che nel nuovo concetto di valutazione il rendimento individuale deve essere collegato a quello complessivo dell’amministrazione”.
Al contrario, sottolinea Madia, “la disciplina vigente, ereditata dai precedenti governi, non consente una valutazione efficace, perché troppo complicata, scollegata dalla programmazione di bilancio e dai risultati delle amministrazioni”. Inoltre secondo il ministro “i principi di indipendenza e autonomia possono coesistere con maggiore dinamismo e competizione, consentendo di superare l’attuale ingessatura del sistema”. E ancora, aggiunge Madia, “gli effetti della valutazione non devono essere solo economici, ma anche relativi allo svolgimento della carriera, che diventerà mobile tanto verso l’altro quanto verso il basso”. (Ansa)
Il Sole 24 Ore e Ansa – 9 ottobre 2014