Il Consiglio dei ministri convocato nel pomeriggio di lunedì dopo una nuova riunione tecnica per risolvere le ultime questioni aperte. Prepensionamenti: si sta valutando di anticipare a dicembre 2015 l’uscita con le regole pre-Fornero. Per gli esuberi allo studio nuovi istituti in aggiunta alla mobilità obbligatoria. Sul fronte dei precari Pa, uno dei nodi con valenza politica, del pacchetto “pubblico impiego” che tornerà a essere esaminato domani dal Consiglio dei ministri, è stato introdotto un comma, su pressing del Pdl, che prevede un monitoraggio – da avviare entro il 30 settembre 2013 – dei soggetti (personale con contratto a tempo determinato con anzianità di servizio di tre anni negli ultimi cinque) che potranno poi partecipare ai concorsi riservati.
Il monitoraggio, novità delle ultimissime ore, è esteso anche ai «vincitori e idonei collocati in graduatorie concorsuali vigenti per assunzioni a tempo indeterminato». E si prevede come le pubbliche amministrazioni che intendono avvalersi delle selezioni riservate abbiano l’obbligo di fornire le informazioni richieste.
È poi in discussione tra Funzione pubblica e ministero dell’Economia la norma che, per rendere più graduale la gestione degli esuberi nella Pa, allunga dal 31 dicembre 2014 al 31 dicembre 2016 la possibilità di andare in pensione con le regole pre riforma Monti-Fornero. Da quanto si apprende, si starebbe valutando di limitare l’allungo al 31 dicembre 2015 (un anno in meno, quindi). Approfondimenti sono in corso pure sulle disposizioni sulla mobilità obbligatoria nelle società partecipate direttamente o indirettamente dalla pubblica amministrazione. Qui si sta valutando di inserire altri istituti, oltre alla mobilità obbligata, per gestire le eccedenze di personale.
Una serie quindi di questioni in sospeso su cui si lavora per cercare di trovare una quadra nella riunione tecnica già convocata per lunedì mattina, in tempo utile per arrivare a una soluzione in vista del Consiglio dei ministri del pomeriggio.
Se sulla questione precari e concorsi c’è la sensazione di poter arrivare a un’intesa all’interno della maggioranza, più distanze sembrano registrarsi sull’istituenda «Agenzia per la coesione territoriale», che dovrà occuparsi della nuova programmazione dei fondi Ue 2014-2020 (circa 30 miliardi di euro). (Il Sole 24 Ore)
E sugli statali sindacati sul piede di guerra. Cgil, Cisl e Uil verso la mobilitazione: stabilizzare tutti i precari
Stabilizzazione anche per chi tra il 2008 e il 2013 ha lavorato almeno tre anni con contratti di collaborazione, i vecchi co. co. co., o i contratti a progetto. Dovrebbe essere questo il contenuto definitivo della norma “salvaprecari” del decreto legge sulla pubblica amministrazione, che domani sarà nuovamente sul tavolo del Consiglio dei ministri. Una riunione che apre una settimana decisiva per le misure economiche dell’esecutivo, Imu in primis con la difficile ricerca delle coperture finanziarie per il taglio.
Dopo il rinvio al Cdm di lunedì del dl per la stabilizzazione degli statali con contratto a tempo determinato Cgil, Cisl e Uil all’attacco: “Se le misure non riguarderanno tutti i lavoratori, mobilitazione per settembre”
Non è piaciuto ai sindacati lo slittamento al Consiglio dei ministri di lunedì del decreto con le misure per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione. Fumata nera dovuta al mancato accordo tra Pd e Pdl, con il pesante parere negativo anticipato da Renato Brunetta, qualche ora prima della riunione dell’esecutivo. Cgil, Cisl e Uil vanno così in pressing sul governo in vista della nuova riunione, annunciata dal sottosegretario Filippo Patroni Griffi.
Mobilitazione immediata. Sotto accusa anche i numeri filtrati finora, con il provvedimento che secondo alcune anticipazioni riguarderebbe soltanto 50mila lavoratori. Se la soluzione non riguarderà tutti i precari, promette “un’immediata mobilitazione”, con Cisl e Uil, il segretario generale della Fp Cgil, Rossana Dettori. “Sarebbe insopportabile non dare risposte a precari che da anni contribuiscono al funzionamento di servizi primari, dalle scuole ai pronto soccorso”. “Al di là di quel che dice Elsa Fornero – insiste criticando l’ex ministro del Lavoro – questi lavoratori non sono dei privilegiati, sono persone che da anni, alcuni anche da una decina, lavorano con contratti non definitivi”. Sotto attacco anche Renato Brunetta: “E’ inaccettabile – conclude l’esponente Cgil – che usi questa vicenda per aumentare la tensione nella compagine governativa e per alzare il tiro su questioni che riguardano anche equilibri interni al Pdl e non certo i precari”.
Incertezza sul testo. Sulla stessa linea Benedetto Attili, segretario generale della Uil Pubblica amministrazione: “Ci risulta strano che, dopo aver tanto discusso ed esaminato diversi testi, ancora non si sappia quale soluzione sarà adottata. Si corre il rischio che a fine anno migliaia di lavoratori si ritrovino senza lavoro”. Se il provvedimento allo studio del Governo riguarderà solo 50mila precari, è il pensiero di Attili, vuol dire che almeno 100mila persone rischiano di non vedersi rinnovato il contratto di lavoro che scadrà il prossimo 31 dicembre. Per il dirigente sindacale, “serve innanzitutto un provvedimento serio, che individui un percorso di stabilizzazione con modi e tempi certi e che entro fine anno il 100% dei precari siano stabilizzati”.
Chiede “una convocazione per discutere della candelarizzazione delle stabilizzazioni” il segretario generale della Fp Cisl, Giovanni Faverin, che a proposito delle decisioni attese lunedì, aggiunge: “Vigileremo sulle soluzioni, ma è già molto utile che il governo abbia deciso di affrontare la questione sapendo che dietro ci sono uomini e donne che fanno un lavoro utile per la comunità”. Pur non aspettandosi un provvedimento immediato per tutti i lavoratori interessati, Faverin sottolinea la necessità di avviare “un meccanismo che consentirà a enti grandi e piccoli di stabilizzare il personale precario, rispettando il patto di stabilità”. Se non dovessero arrivare risposte concrete, conclude, “lavoreremo perché si costruiscano, anche con una mobilitazione con le altre organizzazioni sindacali”.
La bozza del decreto. Secondo le ipotesi circolate, la soluzione per gli statali con contratto a tempo determinato dovrebbe riguardare coloro che negli ultimi cinque anni hanno avuto contratti per almeno tre anni, che si vedranno riservato il 50% dei posti messi a disposizione nei concorsi che si terranno fino al 31 dicembre del 2015. E dovrebbero essere prorogate di altri due anni anche le graduatorie di vincitori e idonei, a cui attingere per le assunzioni delle amministrazioni centrali. (Repubblica)
25 agosto 2013