Da lunedì al vaglio del Parlamento europeo seimila obiezioni al testo. Dall´attuale sistema di pagamento a un forfait che taglierebbe al Veneto 168 milioni
Si preannuncia l´autunno caldo della riforma agricola comunitaria, basta guardare il pacco di emendamenti – oltre seimila – che da lunedì saranno al vaglio del Parlamento europeo. L´argomento è di stretta attualità per il Veneto perchè nella pentola bolle il testo della nuova Pac 2014-2020 che, tra le altre cose, prevede una diversa distribuzione e assegnazione dei pagamenti diretti in agricoltura. Dall´attuale sistema di pagamento unico ad un nuovo sistema di aiuto forfettario ad ettaro che, solo per il Veneto, presagisce un taglio di 168 milioni sui 420 milioni attuali, il 40% in meno. «Abbiamo chiesto che la redistribuzione dei pagamenti diretti sia basata non solo sull´estensione delle superfici agricole, ma anche su altri criteri oggettivi, quali il valore della produzione agricola, la qualità del prodotto, il numero di lavoratori impiegati e il potere d´acquisto – dichiara l´onorevole leghista Mara Bizzotto, in prima linea nella proposta di modifiche -. Soltanto così potremo garantire i giusti sostentamenti ad un´agricoltura di qualità come quella italiana e veneta, scongiurando quel taglio pesantissimo previsto con la redistribuzione dei fondi pensata dalla Commissione».
AGRICOLTORE ATTIVO. Novità anche per quanto riguarda la definizione di “agricoltore attivo”, in base a cui si stabilisce chi può ricevere i sussidi comunitari. «Pur lasciando la definizione alla libera scelta degli Stati membri – aggiunge Bizzotto – abbiamo pensato ad una serie di criteri affinché gli aiuti diretti siano erogati solo a chi realmente possiede un´attività agricola, evitando così di distribuire fondi a chi ha terreni ma non fa agricoltura, come avveniva in passato, ad esempio terreni utilizzati per campeggi, impianti sportivi, aeroporti».
GREENING. Gli emendamenti presentati dalla Lega Nord vanno inoltre a rendere più flessibile il greening, ovvero la componente ecologica voluta dalla Commissione per sostenere impegni ambientali applicabili su tutto il territorio UE puntando a ridurre l´area da destinare a finalità ecologiche al 3%, invece del 7% proposto dalla Commissione, applicata soltanto a quelle superfici agricole che occupano più di 15 ettari e senza includere nel conteggio la parte già destinata a pascoli permanenti.
GIOVANI. Nelle modifiche sono previsti aiuti diretti per i nuovi agricoltori insediati nel 2012-2013, a patto che s´impegnino a portare avanti la propria attività in prima persona almeno per i successivi cinque anni. Tra le proposte anche le OCM, Organizzazioni Comuni dei Mercati agricoli che disciplinano produzione e commercio dei prodotti: «La nostra proposta è quella di estendere in tutta l´Ue l´utilizzo dei voucher per il pagamento di prestazioni lavorative occasionali, al fine di agevolare le aziende agricole le cui attività sono soprattutto stagionali». Secondo i dati INPS, il Veneto nel 2011 ha utilizzato oltre un milione di voucher nel settore agricolo (591mila per attività stagionali e 463mila per attività non stagionali), con un incremento del 50% rispetto al 2010. La provincia con il maggior utilizzo dei buoni è Treviso (280mila), seguita da Vicenza (196 mila) e da Padova (168 mila).
LOBBY. La lobby ha acceso i motori trovando peraltro fino a qui la convergenza di soggetti politici e istituzionali. Un testo di compromesso, tuttavia, difficilmente potrà vedere la luce prima del tardo autunno. «Solo con il gioco di squadra potremo difendere gli interessi dell´agricoltura di casa nostra dalle mire di altri Paesi».
Il Giornale di Vicenza – 1 settembre 2012