Il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea non ha portato gli auspicati risultati concreti di rilancio della crescita e dell’occupazione nè in Europa, nè in Italia, dove la recessione, il record storico di disoccupazione e l’aumento del debito pubblico generano uno scenario ancora più negativo. Ma il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, a Strasburgo per una audizione davanti alla commissione economica dell’Europarlamento, pur ammettendo l’arretramento del Pil nel 2014, il debito pubblico in salita e «la disoccupazione purtroppo cresciuta», ritiene che «nel 2015 la recessione scomparirà».
Questa sarebbe la svolta perché avrebbe un impatto positivo sull’intera economia italiana soprattutto se accompagnata da una moderata ripresa dell’inflazione. Padoan ha spiegato che il debito pubblico italiano scenderà «rapidamente se la dinamica dei prezzi nella zona euro tornerà vicino all’obiettivo del 2% e se la crescita ripartirà». IL contenimento però la prevede solo nel 2016 perché l’indebitamento «aumenterà ancora nel 2015»: restando comunque «completamente sostenibile, come certifica la Commissione europea» grazie alle «riforme delle pensioni» di vari governi, che complessivamente hanno pesantemente ridotto gli importi delle rendite future.
Il ministro dell’Economia considera che nell’eurozona la deflazione è «pericolosamente vicina soprattutto in alcuni Paesi». Ma si dice fiducioso che «la Banca centrale europea prenderà le misure appropriate entro pochi giorni» in modo da frenare la discesa dei prezzi. «La concretizzazione dei rischi di deflazione e la performance più debole di quanto previsto per grandi economie nazionali richiedono un’azione efficace della massima urgenza», ha commentato Padoan auspicando un intervento «choc».
Vari eurodeputati delle opposizioni l’hanno criticato per i mancati risultati concreti nel semestre a guida italiana soprattutto nella crescita e nell’occupazione. Marco Zanni del M5S e Barbara Spinelli della Lista Tsipras hanno contestato anche l’azione lacunosa e ambigua del governo italiano contro l’evasione delle tasse e il presunto favoritismo al leader di Forza Italia Silvio Berlusconi in relazione alla sua condanna per frode fiscale. Padoan si è assunto la responsabilità di quelli che ha definito «difetti tecnici» respingendo l’accusa di aver voluto favorire «singoli individui» nel pacchetto anti-evasione varato il 24 dicembre scorso e poi sospeso.
Ha aggiunto l’aspettativa di «proposte importanti» sulla flessibilità nei conti pubblici nella riunione di oggi a Strasburgo della Commissione europea. Secondo indiscrezioni sulla bozza di lavoro preparata dagli euroburocrati, i commissari Ue valuteranno la possibilità di scorporare alcuni investimenti produttivi dal calcolo del deficit e di concedere un temporaneo allentamento nel rispetto dei vincoli di bilancio ai Paesi colpiti dalla recessione. Italia e Francia appoggiano queste proposte. Germania e altri Paesi del Nord frenano.
Ivo Caizzi – Il Corriere della Sera – 13 gennaio 2015