Ci sarà una «fase di stagnazione anche nel secondo semestre 2014, ma a settembre c’è stato un significativo incremento dell’occupazione». Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, fa il punto sulla legge di Stabilità intervenendo in audizione di fronte alla Commissione bilancio di Montecitorio, dopo che sindacati e enti locali hanno duramente criticato il provvedimento: le Regioni, in particolare, temono «tagli nella sanità».
La manovra, ammonisce il ministro, deve mantenere «la sua compattezza e unitarietà». I consumi privati hanno in parte risposto alle misure del governo — spiega Padoan — ma c’è ancora incertezza per gli investimenti». Comunque la riduzione del rapporto tra debito e Pil «rimane una sfida ineludibile per l’Italia, che possiamo vincere solo tornando a crescere in modo sostenuto e stabile». Tra le note positive, «il sistema bancario italiano è solido e pronto a sostenere la ripresa». Con la legge di Stabilità, la pressione fiscale «mostra una riduzione contenuta nel 2015 — precisa Padoan — passando dal 43,3% del 2014 al 43,2%, e si stabilizza al 43,6% in ciascuno degli anni 2016 e 2017». Un aumento «solo dello 0,3%». «Solo?!», ha subito twittato il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta.
Il ministro ha difeso anche le misure su Tfr e fondi pensione: l’aliquota sui rendimenti «resta decisamente inferiore» a quella sulle rendite finanziarie ( 26%). E ha sottolineato che per gli ammortizzatori sociali ci sono 6 miliardi in tre anni.
Le critiche più forti alla manovra arrivano da Regioni e Comuni. Piero Fassino, presidente Anci, parla di «un taglio per 3,7 miliardi». Ma ci sarebbe uno spiraglio: «Il governo è disponibile a aumentare di 500 milioni il fondo crediti di difficile esigibilità (oggi pari a 1 miliardo e mezzo)», annuncia lo stesso Fassino. E ci sarebbe pure la disponibilità ad accettare che gli oneri di urbanizzazione siano utilizzati anche per il 2015 sulla spesa corrente. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, avverte che «è impossibile non toccare anche la sanità, l’80% della spesa delle Regioni». Un giudizio complessivamente positivo sulla manovra viene invece dall’Associazione bancaria italiana (Abi), ma il direttore generale, Giovanni Sabatini, mette in guardia sulle misure di Tfr in busta paga. Stesso allarme da parte dell’Associazione costruttori (Ance) mentre Confcommercio stima che l’eventuale incremento di Iva e accise porterà una crescita dei prezzi del 2,5%.
Dopo le proteste di ieri davanti al Mef e a Palazzo Chigi dei rappresentanti delle associazioni vicine ai malati di Sla e ai disabili, su input del premier Matteo Renzi, il governo ha deciso di aumentare da 250 a 400 milioni il fondo per i cittadini non autosufficienti (che era stato tagliato di 100 milioni). Intanto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, nel presentare l’accordo di partenariato 2014-2020 tra la Ue e l’Italia (del valore di 44 miliardi), annuncia che «è operativa l’Agenzia per la Coesione territoriale», istituita per il monitoraggio sistematico degli interventi finanziati con fondi europei. Poi Delrio avverte: «Chi non spende bene i fondi pubblici viene sostituito: a rischio sono 7-8 miliardi».
Sempre ieri si è svolto a Palazzo Chigi un vertice per mettere a punto le proposte italiane per il piano di investimenti da 300 miliardi annunciato dal presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker.
Francesco Di Frischia – Il Corriere della Sera – 5 ottobre 2014