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Padoan: “Ora basta con l’austerità” Meno tagli al deficit e arriva il Jobs Act 2. Disavanzo dall’1,1 all’1,8% nel 2017. Renzi: rottamiamo le manovre correttive

Obiettivo degli investimenti al 20 per cento del Pil, avanti con il taglio delle tasse, «Jobs act 2» in cantiere, un pacchetto per le imprese, altri bonus per le assunzioni. Renzi e Padoan con il varo del Documento di economia e finanza (Def), ieri da parte del consiglio dei ministri, tentano la cura shock per favorire la crescita dell’economia e abbandonare l’austerità.

Cifre e previsioni, seppure migliori dello scorso anno, risentono della congiuntura internazionale e delle difficoltà del Paese. La fotografia del Def per il 2016 dice: crescita all’1,2 per cento, meno delle previsioni dell’autunno scorso; deficit bloccato al 2,3 per cento; debito al 132,4 per cento del Pil anche grazie ad uno 0,5 per cento di Pil all’anno di proventi da privatizzazioni. Questo set di numeri è migliore del 2015 quando la crescita è stata dello 0,8, il deficit-Pil del 2,6 e il debito- Pil del 132,7 per cento. Tuttavia rispetto alle previsioni dell’autunno scorso la fotografia «in movimento» che fa scorgere il ritmo di incremento dice che c’è una crescita minore (era stimata all’1,6 per cento), un deficit-Pil limato grazie all’aggiustamento amministrativo previsto di 2-3 miliardi e un debito che, pur riducendosi, si attesta ad un livello più alto rispetto al 131,4 previsto.

Renzi e Padoan nel corso della conferenza stampa hanno tuttavia difeso i risultati previsti per quest’anno: «Il Pil rispetto al 2015 cresce del 50 per cento nel 2016, la revisione all’1,2 per cento è un fatto di serietà: per la prima volta la previsione è più prudente della realtà, forse avremo la sorpresa di essere stati troppo prudenti», ha detto il premier mostrando il tablet del portavoce Filippo Sensi, per dimostrare come le previsioni di crescita in passato sono state sempre troppo ottimistiche. «Siamo l’unico governo che ci azzecca», ha concluso. Senza risparmiare una battuta sulle manovrine: «Le abbiamo rottamate».

C’è comunque la necessità di andare avanti con riforma del mercato del lavoro, riduzione di tasse e più investimenti. La linea di politica economica del governo è così tutta imperniata a proseguire nella sfida della crescita, in attesa di una azione «forte» che pure Renzi ha fatto più volte intravvedere parlando di un anticipo della riduzione delle tasse.

Il Def elenca le priorità. Considera in primo luogo «inopportuna e controproducente» una politica restrittiva e di austerità; accenna ad una «ulteriore riduzione fiscale»; si pone come obiettivo di riportare gli investimenti al 20 per cento del Pil nei prossimi anni (nel 2015 sono al 16,5 per cento).

In cantiere anche il cosiddetto Jobs act 2 o «implementazione del Jobs act»: il Def annuncia l’intenzione del governo di riformare la contrattazione aziendale, recependo l’accordo sulla rappresentanza tra le parti sociali, già da quest’anno, in modo che i contratti aziendali potranno «prevalere » su quelli nazionali in materia di organizzazione del lavoro e della produzione. Dopo l’operazione decontribuzione il Def annuncia anche misure per l’occupazione giovanile: il super bonus per le imprese che trasformano i tirocini (del programma Garanzia giovani) in assunzioni a tempo indeterminato arriva a 12 mila euro.

Gli occhi ora sono tuttavia tutti rivolti al 2017, alla nuova legge di Bilancio dell’autunno e, di conseguenza, all’Europa dove abbiamo raggiunto un’intesa di massima. Il prossimo anno, secondo il Def, l’economia crescerà dell’1,4 per cento (meno dell’1,6 previsto in passato).

Ma il nodo del rapporto deficit- Pil appare superato: la trattativa tra Bruxelles e Roma si chiuderà con un via libera alla flessibilità (per 11 miliardi di euro): si evita una manovra monstre di circa 19 miliardi per ridurre l’indebitamento all’1,1 previsto, dunque si potrà salire – come certifica il Def all’1,8 e ci saranno più margini per disinnescare l’aumento dell’Iva da 15 miliardi. Padoan ha spiegato che il target dell’1,8 fissato dal governo è «compatibile» con le regole Ue e la nuova flessibilità arriverà in base alla regola delle circostanze eccezionali dovute a deflazione e bassa crescita mondiale. «Siamo in regola, non ingordi », ha commentato Padoan replicando al nuovo monito del vice presidente della Commissione europea Katainen.

Repubblica – 9 aprile 2016 

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