Il titolare del tesoro «La sostenibilità del debito italiano è fuori discussione. La riforma del lavoro ha raccolto grandi consensi: è un segno di cambiamento»
«L’Italia dimostra che si possono fare riforme in un periodo di recessione e che la recessione è uno stimolo a fare le riforme». Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan nella conferenza stampa tenuta con il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, riassume quel che ha spiegato durante gli incontri annuali del Fondo monetario. Padoan torna a sottolineare che la riforma del mercato del lavoro «ha suscitato un grande consenso ed è stata accolta come un segno di grande cambiamento e della volontà del governo italiano di andare avanti». E a chi gli chiede quali devono essere i prossimi passi risponde di getto: «Ci sono molti altri terreni su cui è necessario fare le riforme. La prima che mi viene in mente è quella della scuola».
Anche il governatore riconosce che la riforma del mercato del lavoro ha permesso il superamento di «una certa rigidità» contenuta nella legge Fornero, anche se «ora non dobbiamo correre il rischio opposto». Per questo, secondo Visco «è importante l’introduzione di politiche attive che favoriscano raccordo tra domanda e offerta del lavoro. E c’è la necessità di un nuovo sistema di sicurezza per chi perde il posto di lavoro, in un contesto di forte transizione come quello attuale. Mi pare – rimarca – che questo sia parte della riforma».
A tre giorni dalla presentazione della legge di stabilità, il ministro Padoan è estremamente parco nel commentare quella che, nelle quarantotto ore trascorse a Washington, è stata una parte importante delle sue conversazioni con i colleghi della Ue, che all’Italia hanno chiesto di riconsiderare la scelta di ridurre il saldo strutturale del 2015 del solo 0,1 per cento. E a chi domanda se di qui a mercoledì vedremo modifiche in senso restrittivo nell’intervento di bilancio, si limita a rispondere che «la manovra è in corso di affinamento per la messa a punto delle misure specifiche. È in corso una discussione sulla legge di stabilità – aggiunge – e in queste ore sono in costante contatto col presidente del consiglio Matteo Renzi per definire i dettagli della composizione della manovra». Altrettanto sfumata è la risposta sul progetto di anticipo di parte del Tfr in busta paga: «Ci sono molte ipotesi, ancora non è stato definito il quadro finale». Su una cosa, invece, il ministro è molto netto: «Nonostante le condizioni esterne non favorevoli, la sostenibilità del debito italiano è fuori discussione». «L’Italia – spiega Padoan, – è più vulnerabile perché ha un debito più alto di altri Paesi, ma anche la sostenibilità del debito è fra le più alte, anche grazie a misure prese in passato, come ad esempio la riforma delle pensioni. La dinamica del debito – ha aggiunto – è sotto osservazione, ma anche sotto controllo, come dimostrano i bassi tassi d’interesse che riflettono la fiducia del mercato e la politica fiscale che, soli con la Germania, ha prodotto surplus primari continui negli ultimi anni e che sarebbe ancora più efficace se la crescita nominale fosse più elevata». Dello stesso avviso il Governatore della Banca d’Italia, che tiene a precisare come negli ultimi mesi non si sia verificata alcuna fuga di capitali dall’Italia. Secondo il governatore, la «riduzione» dei fondi domestici registrata negli ultimi mesi «è legata a motivi tecnici e a due fenomeni in particolare. Innanzitutto, è venuto a scadenza un consistente pacchetto di titoli in mano a non residenti che non è stato coperto da nuove emissioni del Tesoro, per un valore di circa 20 miliardi di euro. Inoltre, c’è stato il Tltro che ha comportato un aumento della liquidità attinta dalla Bce e non dal mercato interbancario estero. E anche questo ha un valore di una ventina di miliardi. A ottobre – ha sottolineato – il fenomeno è in risalita». Achi ricorda che la numero uno dell’Fmi Christine Lagarde ha sottolineato che in giro per il mondo ci sono in questo momento di rischi di nuove bolle speculative, il governatore risponde in modo rassicurante: «Non sono nell’eurozona e non sono rischi generalizzati: vanno affrontati con strumenti specifici. Quanto ai tassi – conclude – resteranno bassi per molto tempo, anche se ciò non rappresenta una soluzione permanente».
Il tema della crescita, nel senso della ripresa ciclica ma anche della crescita potenziale, è stata al centro delle discussioni dei lavori autunnali del Fondo monetario internazionale. Il presidente della Bce Mario Draghi ha ripetuto che la politica monetaria è pronta a fare nuovi passi, se necessario, e tutti nel senso dell’espansione del bilancio dell’Eurotower, ma ha anche ribadito la necessità delle riforme strutturali. Di politica delle riforme ha parlato anche il ministro italiano dell’Economia Pier Carlo Padoan, che le ha collegate alle politiche di bilancio, in modo che tutto sia in funzione della crescita; e ha fatto l’esempio del taglio del cuneo fiscale. Tra le riforme più urgenti, Padoan ha indicato quella della scuola, mentre il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha ricordato la necessità di politiche attive sul lavoro per rendere più sicuro chi perde il posto.
Il Sole 24 Ore – 12 ottobre 2014