Mano tesa ai Comuni negli emendamenti presentati ieri dal governo alla legge di Stabilità, e poi ulteriori fondi per 400 milioni a finanziamento degli ammortizzatori sociali e nuove regole per il bonus bebè. Tutto questo mentre la prospettiva d’inserire il canone Rai in bolletta crea polemiche.
La Commissione europea fornirà il proprio giudizio sulla manovra martedì ma intanto ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in una lettera inviata al commissario europeo per gli Affari economici, Pierre Moscovici, appare «fiducioso che le riforme senza precedenti intraprese dall’Italia saranno sostenute chiaramente dalle istituzioni europee». Il ministro ricorda che l’aumento del rapporto debito/Pil «riflette i contributi per la stabilità finanziaria della zona Euro, la liquidazione degli arretrati della P.a. e la crescita negativa». E infine che ogni addizionale correzione alla manovra potrebbe spezzare la già «debole ripresa».
Il governo ieri ha depositato un pacchetto di emendamenti per garantire ai Comuni che devono fare tagli per 1,2 miliardi maggiore spazio di manovra. Prima di tutto consentendo di tagliare non solo la spesa corrente ma anche quella per investimenti, poi dando possibilità di rinegoziare ulteriormente mutui già rinegoziati per massimo 30 anni. Inoltre, dal 1° settembre 2015, gli oneri per le spese giudiziarie, pari a circa 400 milioni di euro l’anno, vengono trasferiti dai Comuni allo Stato. Si consente poi una maggiore gradualità negli accantonamenti nel Fondo di crediti di dubbia esigibilità, riducendone l’importo dal 2015 al 2018. Infine per i Comuni che si fondono tra loro il Patto di Stabilità salta per cinque anni.
Arrivano 400 milioni di euro in più in due anni (2015 e 2016) per gli ammortizzatori sociali, rispetto all’1,5 già stanziato in manovra, anche se la sinistra del Pd ritiene la cifra ancora insufficiente. Altri 220 milioni su 3 anni vanno al Made in Italy.
Cambiano le condizioni per il bonus bebè: l’assegno di 80 euro potrà essere erogato ai nuclei familiari che non superano un valore dell’indicatore Isee di 25 mila euro, secondo un emendamento del Relatore depositato in commissione Bilancio. Il bonus raddoppia per i nuclei che hanno un indicatore Isee inferiore a 7 mila euro.
Intanto non mancano le polemiche, come quelle delle associazioni dei disabili che contestano che i 150 milioni aggiuntivi ottenuti per il Fondo per la non autosufficienza vengano dal Fondo politiche familiari. Leghisti e Ncd si oppongono invece alla social card per gli immigrati. Contro l’introduzione del canone Rai in bolletta insorgono compagnie energetiche, consumatori, centristi e la Lega Nord. Il presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni, definisce tale modalità di riscossione «impropria» e «di difficile applicazione».
Da Bruxelles infine fonti Ue fanno sapere che l’aliquota Iva sugli e-book al 4% è passibile di una procedura di infrazione.
Antonella Baccaro – Corriere della Sera – 22 novembre 2014