Sarà siglato il 24 settembre all’Hotel Crowne Plaza di Padova Ovest, l’accordo quadro nazionale finalizzato a regolare il mercato dei bovini da carne, programmando l’acquisto dei ristalli, le modalità economiche d’ingrasso con il calcolo dei costi dei produzione, la macellazione e la commercializzazione. Tra gli scopi l’organizzazione di una filiera bovina da carne tutta italiana, incrementando le nascite di vitelli destinati all’ingrasso, con la collaborazione degli allevatori di vacche da latte. A firmare l’Accordo l’Associazione produttori Unicarve, la Cooperativa produttori Unicarve, il Gruppo Colomberotto spa, il Consorzio L’Italia Zootecnica, il Consorzio Agrario Lombardo Veneto, Intermizoo spa, Aprolav, la Borsa Merci Telematica Italiana, Agriventure spa, la Cassa di Risparmio del Veneto.
La Regione Veneto ha recentemente istituito, con delibera, un’Unità di crisi per la zootecnia, confermando le difficoltà per gli imprenditori agricoli di fare economia e spuntare prezzi remunerativi dei loro prodotti. Le oscillazioni delle Borse merci penalizzano l’anello più debole, rappresentato dall’allevatore. La storia delle aggregazioni di produttori, piccole o grandi che siano, restituisce dati economici negativi per i produttori poiché i costi di struttura, sempre più crescenti, inficiano le opportunità offerte dalla concentrazione del prodotto e, le strutture si cannibalizzano, a tutto vantaggio della distribuzione che, ovviamente, fa bene il suo mestiere di acquistare al ribasso.
Unicarve, che riunisce oltre 870 allevamenti di bovini da carne e che ha dato vita al Consorzio L’Italia Zootecnica, assieme a piemontesi, lombardi, friulani, marchigiani e siciliani che, tutti assieme, rappresentano la maggioranza della zootecnia bovina da carne prodotta in Italia, prova a percorrere una strada diversa e lancia una sfida, proponendo un contratto, vincolante per gli aspetti economici, ma libero ad ogni scelta imprenditoriale.
Il 24 settembre prossimo, quindi, verrà presentato il primo Accordo Quadro nazionale, basato su due punti essenziali: la programmazione dell’acquisto dei ristalli, le modalità economiche d’ingrasso con il calcolo dei costi dei produzione, la programmazione della macellazione; l’organizzazione di una filiera bovina da carne tutta italiana, incrementando le nascite di vitelli destinati all’ingrasso, con la collaborazione degli allevatori di vacche da latte.
A sostegno delle due attività sono stati coinvolti i principali attori, disponibili a collaborare, con lo spirito degli “apripista”, per iniziare un percorso sotto l’egida di un assunto importante: nessuno deve perdere economicamente, nessuno deve lavorare sottocosto
A credere al progetto, è stato per primo il Gruppo Colomberotto S.p.A., che sta raddoppiando il macello di Moriago della Battaglia ed ha le idee ben chiare sul concetto di qualità, benessere animale, redditività degli allevamenti, futuro della zootecnia bovina da carne.
Da subito c’è stato l’affiancamento del Gruppo Intesa Sanpaolo con Agriventure spa e Cassa di Risparmio del Veneto, disponibili a finanziare il progetto di filiera e sensibili anche al progetto “4i” dei ristalli italiani.
Il Consorzio Agrario Lombardo Veneto ha istituito un tavolo con Unicarve per la formulazione dell’alimentazione da destinare ai bovini, ricercando le migliori materie prime e stabilendo i prezzi migliori.
La Borsa Merci Telematica Italiana offrirà i propri servizi nelle varie fasi commerciali, anche con l’assicurazione del credito e l’anticipo fatture, puntando, anche, a diventare soggetto concreto nella formulazione dei prezzi di borsa, partendo da contratti inseriti nella propria piattaforma informatica. Intermizoo spa, importante organismo Veneto per la genetica animale, assieme all’Associazione produttori latte del Veneto, coinvolgeranno le aziende di allevamento di vacche da latte per promuovere l’uso del seme sessato, per migliorare e garantire la rimonta interna (sostituzione della vacche a fine carriera) ed aumentare la disponibilità di vacche da fecondare con seme di tori da carne.
L’Accordo prevede il collegamento al Piano Carni Nazionale (SQN Zootecnia) ed al progetto della Regione Veneto del Marchio “QV”, per far uscire dall’anonimato la carne bovina.
19 settembre 2013