Padova. Attentato incendiario alla Veronesi Mangimi. Rivendicato dagli anti-Ogm, ma le indagini sono in corso. Spaventoso rogo nella notte a Ospedaletto. Milioni di danni
Presa di mira la Veronesi Mangimi, a Ospedaletto. E’ successo alle 3. Sul posto cinque squadre dei vigili del fuoco. I mezzi sono stati tutti distrutti, danni ingentissimi. Trovata una rivendicazione anti-Ogm. Ma potrebbe trattarsi di un depistaggio
di Nicola Cesaro. Attentato incendiario alle 3 della notte alla Veronesi Mangimi, a Ospedaletto. Ignoti hanno appiccato il fuoco su una quindicina di camion parcheggiati all’esterno della ditta. Sul posto sono intervenute cinque squadre dei vigili del fuoco. I mezzi sono stati tutti distrutti.
Sul posto è stata trovata una scritta con vernice nera “No Ogm, no allevamenti” che è una chiara rivendicazione. Qualcuno ha posto sotto ogni camion una bottiglia piena di liquido infiammabile per innescare l’incendio che è divampato in pochi minuti. Esplosi diversi pneumatici, tanto che il rumore è stato avvertito a 15 chilometri di distanza. I camion incendiati appartengono in parte all’azienda, in parte a padroncini ed erano tutti carichi di mangime, ben 280 quintali, che è andato completamente perduto. Si tratta dunque di un danno economico notevolissimo. Inoltre non sarà facile smaltire quelli che vanno considerati ora rifiuti speciali.
Sul posto in mattinata è arrivato, a bordo di elicottero, il titolare Bruno Veronesi, dell’omonimo gruppo industriale di Verona: “Per noi oltre al danno è una doppia beffa – ha detto ai giornalisti – perché siamo il gruppo italiano con la maggior percentuale di prodotti ogm-free. Un attentato insensato, il più feroce che abbiamo mai subito”. Il Mattino di Padova – 12 luglio 2015
Veronesi Mangimi, attacco terroristico: milioni di danni. Almeno tre sconosciuti si sono introdotti l’altra notte con bottiglie di benzina. Indagini sul movente: anti-ogm o malavita?
Attacco contro la Mangimi Veronesi di Ospedaletto Euganeo, in provincia di Padova. Un danno economico che si aggira attorno ai quattro milioni di euro tra camion – sono 15 quelli andati completamente distrutti da un incendio doloso scoppiato l’altra notte alle 2.30 – e mangimi pronti per essere consegnati. Quattrocentoventi tonnellate di merce da buttare via e che deve essere bonificata essendo combusta. Per colpa dell’incendio i mangimi sono diventati rifiuti speciali. Già ieri mattina la merce è stata aspirata da macchine speciali. I camion non appartengono a Veronesi, bensì a padroncini, ma il Gruppo Veronesi, che ha sede a Quinto di Valpantena, ha già annunciato che andrà incontro a questi autotrasportatori.
«No Ogm no allevamenti». La rivendicazione (o il depistaggio) di quest’incendio doloso è scritto lì, su uno dei muri degli edifici che contengono i mangimi del gruppo veronesi.
L’attentato messo a segno contro il colosso dei mangimi italiani che ha svariate sedi di cui tre in Veneto è stato messo a segno la notte tra sabato e domenica. Non c’è ombra di dubbio che si tratti di un attentato. Sul posto sono state trovate svariate bottiglie di benzina e anche bombolette che potenziavano gli incendi e pezzi di stoffa che sarebbero stati posizionati vicino alle gomme per far esplodere le fiamme una volta incendiati.
Ci sono le telecamere nel piazzale dell’azienda, ma non sono di quelle a infrarossi, d’altra parte questo non è un sito militare, qui si fanno mangimi e non ti aspetti di essere vittima di un attentato terroristico. Così le immagini delle telecamere non mostrano molto, se non quelle ombre, quelle figure, forse tre, che corrono da un camion all’altro. Le immagini sono state mostrate agli uomini dell’Arma, che poi le hanno sequestrate. Verranno smontate frame dopo frame alla ricerca di un particolare utile.Non sarà semplice arrivare al bandolo della matassa. Cercare nei gruppi antagonisti, come indicherebbe la rivendicazione (già smentita dal gruppo che già ha protestato contro l’azienda), è come cercare un ago in un pagliaio in quella moltitudine di realtà parallele che si fondono, intersecano e smembrano o riproducono così come soltanto la galassia antagonista sa essere. Ma i colpevoli potrebbero essere anche altrove e non avere nulla a che fare con i gruppi antagonisti, ma con interesse a far ricadere su di essi responsabilità.
Chi ha commesso l’attentato dell’altra notte lo ha pianificato per bene. Sapeva per esempio perfettamente, che durante la notte transita una pattuglia di un istituto di vigilanza privata. Alle due infatti è transitata la pattuglia, alle 2.30 è scattato l’allarme per l’incendio.A dar fuoco ai camion non serviva grande ingegno, soltanto bastava rispettare questa tempistica di transito e verificare che le fiamme attecchissero ben bene. Ma gli inneschi sono stati tanti. Il fuoco poi ha fatto il resto nella propagazione.A bruciare sono stati 15 camion dell’azienda che lavora per Veronesi ed erano già stati caricati: stamattina sarebbero partiti per arrivare nei capannoni di polli e tacchini che debbono essere alimentati. Non è la prima volta che l’azienda in provincia di Padova viene presa di mira. È l’unica del gruppo che produce anche mangimi con prodotti geneticamente modificati, ma l’azienda Veronesi, come ha evidenziato il presidente Bruno, è quella che in Italia ha la maggior percentuale di prodotti Ogm-free (altri stabilimenti sono in Lombardia, Emilia, Piemonte e Puglia).I vigili del fuoco di Padova hanno lavorato fino all’alba per avere ragione delle fiamme che per fortuna non sono arrivate a intaccare la produzione di mangimi, ma si sono «limitate» ai camion.
A dare l’allarme è stato uno dei 19 operai che lavora in azienda e che vi abita vicino. È stato svegliato dalle esplosioni degli pneumatici, s’è affacciato alla finestra e ha visto le fiamme che si alzavano verso il cielo.«È stato uno dei nostri dipendenti a dare l’allarme», dice Antonio Chemello, direttore dello stabilimento di via Aldo Rossi 3, «in linea d’aria abita a 300 metri da qui, ha sentito le esplosioni ha guardato fuori dalla finestra e ha intuito quello che stava succedendo».
Il tam tam dei soccorsi è partito subito, vigili del fuoco, carabinieri, ma anche operai che sono subito andati in azienda per dare una mano.«In Veneto abbiamo tre stabilimenti, a San Pietro in Gù, a Verona e questo. In questo caso è l’unico che produce mangimi con Ogm, d’altra parte, noi dobbiamo accontentare il mercato. E la legge ci consente di lavorare con cereali Ogm», aggiunge Chemello.Ieri mattina erano tutti al lavoro, sono arrivate ruspe, camion da altri stabilimenti, operai, ma anche l’Arpav che deve valutare quale impatto ambientale abbia avuto il rogo divampato nella notte e verificare che lo smaltimento di ciò che resta venga effettuato come si deve.Le fiamme sono state alimentate dai mangimi che sono a base di cereali e soia. La benzina ha fatto scoppiare l’incendio che ha fatto colare le cisterne di metallo, sono bruciati pneumatici, gasolio, rivestimenti dei camion. Ciò che resta è rifiuto potenzialmente pericoloso. E il suo smaltimento ha un costo elevato. «Davanti a questo stabilimento già nel 2014 ci sono state delle manifestazioni di alcuni gruppi animalisti e quelli che si definiscono Coordinamento zero Ogm. Ma si è sempre trattato di manifestazioni pacifiche, con distribuzione di volantini, slogan, ma tutto è rimasto nell’ambito della liceità di manifestare il proprio pensiero. Non era raggiunta una simile violenza. Per fortuna i danni sono stati limitati ai camion e le fiamme non sono arrivate ai capannoni», spiega Chemello.
Ma non c’è tempo di leccarsi le ferite: «Se abbiamo paura a continuare a lavorare? Non si può lavorare con la paura dobbiamo andare avanti. La merce dev’essere consegnata, i mangimi riprodotti perchè domani mattina (oggi per chi legge)ci sono da fare le consegne e noi le faremo», aggiunge Chemello, «quello che possiamo fare noi lo facciamo, saranno le forze dell’ordine adesso a capire chi possa aver compiuto tutto questo» (L’Arena – 13 luglio 2015)