Negli ultimi bandi di Azienda ospedaliera ed Usl 16 solo 60 offerte di posti part-time: troppo pochi, per due aziende che vantano circa seimila dipendenti donne. La denuncia arriva dalla Cisl, che ha deciso di impugnare il provvedimento in tribunale.
«Un numero insufficiente a soddisfare le aspettative di tante lavoratrici madri – attacca Fabio Turato -. Questo provvedimento sancisce la trasformazione unilaterale del rapporto di lavoro, da tempo parziale a tempo pieno: è illegittimo sul piano giuridico, e assolutamente inopportuno sul piano organizzativo e motivazionale». In questi giorni, molti dipendenti delle due aziende hanno ricevuto l’invito a sottoscrivere un nuovo contratto di lavoro: «È probabile che siano in arrivo altri ricorsi – commenta Turato -. Finora, solo le lavoratrici che hanno dimostrato di avere i requisiti richiesti per poter usufruire del part time sono riuscite a sventare la minaccia. Ma il loro contratto scadrà inevitabilmente nel 2015». I problemi non sono finiti: dei 60 posti messi a disposizione, infatti, 23 sono per infermieri, e presentano condizioni molto svantaggiose per le donne.
Corriere del Veneto – 23 settembre 2012