A San Martino di Lupari il primo caso in Veneto e secondo in Italia: dirigente considerato in esubero e “tagliato”
SAN MARTINO DI LUPARI. Licenziato dal pubblico impiego sulla base di una delibera di giunta che dichiara lo stato di esubero dell’organico all’interno del municipio. Giampaolo Cadorin, 50 anni, di Treviso, impiegato facente funzione di dirigente nel settore Ragioneria del Comune di San Martino di Lupari, il 18 giugno scorso si è ritrovato di fatto senza lavoro. È il primo caso in Veneto, il secondo in Italia. Il sindaco Gerry Boratto e la sua giunta leghista hanno impugnato l’articolo 16 della legge di stabilità (la 183 del 2011) varata dal Governo Monti per regolare le eccedenze di personale nelle amministrazioni pubbliche nell’ambito dei provvedimenti per la spending review. A nemmeno 6 mesi di distanza, dopo l’intervento del funzionario della Cgil, il giudice del lavoro ha condannato il Comune di San Martino di Lupari a reintegrare Cadorin nella posizione precedentemente occupata, oltre ovviamente al pagamento delle spese processuali. Il “caso” del Comune leghista dell’Alta padovana apre però un fronte che potrebbe riservare altre spiacevoli sorprese.
Esubero o sotto organico?
San Martino di Lupari, Comune con 13.500 abitanti, può contare in un municipio in cui lavorano 37 dipendenti. Un numero esiguo, preso come spunto dall’assessore regionale della Lega Nord Maurizio Conte (che a San Martino è anche consigliere comunale) per bacchettare il ministro Fornero in una lettera inviata ai giornali: un intervento in cui si faceva leva sul confronto con il Comune siciliano di Corleone dove gli abitanti sono 11.300 e i dipendenti comunali 244. Ma nonostante questo impietoso raffronto il sindaco Boratto e la sua giunta (di cui fa parte anche la presidente del consiglio provinciale di Padova Luisa Serato)il 18 giugno scorso hanno approvato la delibera certificando gli esuberi: atto che impone l’immediato blocco delle assunzioni nella macchina comunale.
Il “caso” Cadorin
Giampaolo Cadorin, assunto dal Comune di San Martino di Lupari nel 2009, è un funzionario apicale di categoria D3 del contratto degli enti locali, titolare di posizione organizzativa, quindi con funzioni di dirigente. Era responsabile della seconda area economico finanziaria, in altre parole il ragioniere capo del Comune. L’amministrazione in prima battuta ha deciso di estrometterlo dalle sue funzioni assegnandolo al settore Commercio e affidando il suo precedente incarico al segretario comunale. Al lavoratore poi sono state fatte contestazioni disciplinari di vario genere. Nel momento in cui è stato dichiarato lo stato di esubero Giampaolo Cadorin è stato collocato in mobilità con una indennità pari all’80% dello stipendio base,estromesso dal posto di lavoro con il rischio molto concreto di essere licenziato al termine dei due anni di mobilità.
Interviene la Cgil
A questo punto il funzionario comunale, disperato, ha concluso ogni tipo di rapporto con la sigla sindacale che lo aveva seguito fino a quel momento affidandosi alla Cgil Funzione pubblica. Il segretario provinciale Salvatore Livorno nel corso degli incontri in municipio a San Martino di Lupari ha tentato di evidenziare il fatto che 37 dipendenti per 13.500 abitanti costituiscono un organico chiaramente sottodimensionato. La giunta non ha fatto alcuna retromarcia e quindi è scattato il ricorso al giudice del lavoro che con ordinanza d’urgenza (il 30 novembre scorso) ha ordinato al Comune il reintegro del dipendente. Il giudice, tra le altre cose, ha ravvisato che non sono mai stati individuati i criteri adottati per determinare la posizione lavorativa da sopprimere. L’unica argomentazione prodotta è stata il passaggio di mansioni: da Cadorin al segretario comunale. In definitiva l’atto compiuto nei confronti del lavoratore è stato definito dal giudice come “mirato” e in alcun modo oggettivo.
Gazzettino – 6 dicembre 2012