Clamoroso all’ombra del Santo, verrebbe da dire. Sembra infatti che l’area di Padova Ovest possa incredibilmente tornare in ballo per la collocazione del nuovo ospedale. Non si tratta di una voce raccolta chissà dove, ma di una possibilità scritta nero su bianco in un documento ufficiale della Regione. Stiamo parlando della delibera numero 1012 approvata dalla giunta di Palazzo Balbi il 4 agosto scorso e pubblicata tre giorni fa nel Bur, cioè il Bollettino Ufficiale della Regione.
Nel testo, molto dettagliato, si dà conto delle iniziative che il governo del Veneto intende assumere alla luce della sentenza del 25 maggio con cui il Tar ha parzialmente accolto il ricorso presentato da Finanza e Progetti Spa, la società promotrice del project financing del nuovo polo medico-sanitario da costruire nei terreni di corso Australia.
Come noto, subito dopo essersi insediato (estate 2014), il sindaco Massimo Bitonci aveva immediatamente cancellato l’ipotesi di realizzare il nuovo nosocomio nella superficie di fronte all’Euganeo, prima proponendo di ristrutturare il complesso esistente di via Giustiniani, poi piegando su un nuovo fabbricato sullo stesso sito di quello attuale e infine inviando a trasferire il tutto in via Corrado, al posto dei campi del Cus. Nel novembre scorso ha poi lanciato l’ultima ipotesi, cioé quella di Padova Est, in zona San Lazzaro. Nel frattempo, la già citata Finanza e Progetti Spa, davanti all’improvviso dietrofront del Comune e di conseguenza della Regione, si era appunto rivolta al Tar, domandando non solo un risarcimento danni di 150 milioni di euro, ma anche di spiegare puntualmente i motivi di tale retromarcia. E, a quel punto, i giudici del tribunale amministrativo regionale avevano recepito, almeno per il momento, soltanto la seconda richiesta, intimando al governo del Veneto di certificare rigorosamente le ragioni (prima fra tutte, in particolare a detta di Bitonci, il presunto rischio idraulico dei terreni di corso Australia) che l’avevano portato a cestinare un progetto in atto da diversi anni. E così si è arrivati alla delibera di cui parlavamo in avvio, con cui la Regione ha deciso di riconvocare il comitato di coordinamento formato dal Comune, dall’Azienda Ospedaliera, dall’Università, dallo Iov e dalla stessa Regione (la riunione era in programma per giovedì prossimo 3 settembre, ma è stata rinviata a data da destinarsi) «al fine del riesame da parte delle suddette amministrazioni delle questioni individuate nella pronuncia del Tar in contraddittorio con la società promotrice del progetto originario».
«Il riesame – si legge ancora nel documento – è prettamente afferente alla valutazione dell’idoneità del sito o meno anche in considerazione degli accorgimenti tecnici proposti dalla società ricorrente, al fine di proteggere il futuro polo ospedaliero dai rischi idrogeologici insistenti sull’area predetta». Ma il passaggio più significativo è un altro: «Con la riapertura del procedimento – recita la delibera – il riesame delle questioni non adeguatamente considerate può portare a un loro superamento positivo e quindi a una conferma della localizzazione del nuovo ospedale sull’area di Padova Ovest. In tale caso, proseguirebbe l’iter valutativo della proposta che potrebbe concludersi con una dichiarazione di pubblico interesse». Clamoroso, appunto.
E non è finita qui. Perché nella sentenza del Tar si rende noto che «la Regione ha proposto domanda riconvenzionale al fine di ottenere la condanna del Comune al ristoro del danno che la Regione stessa potrebbe patire nella denegata ipotesi di accoglimento del ricorso introduttivo, posto che la chiusura del procedimento sarebbe addebitabile esclusivamente al cambio di posizione dell’amministrazione comunale». Insomma, l’eventuale risarcimento danni dovuto a Finanza e Progetti Spa, secondo il governo del Veneto, dovrebbe interamente ricadere sulle spalle del municipio.
Il Corriere del Veneto – 28 agosto 2015